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Philipp De Angelis

L'importanza di sentirsi ospiti in un altro Paese

Professione
funzionario di banca

Anno di nascita
1984

Comune d'origine
Lugano

Ha soggiornato fuori Cantone dal
2003 al 2012

Dove
Basilea, Ginevra, Italia, Laos, Stati Uniti, Singapore

Attuale residenza
Lugano

Gli studi universitari hanno portato Philipp De Angelis lontano dal Canton Ticino già all'età di 19 anni. Dopo una prima esperienza accademica a Basilea, nel 2004 si è spostato a Ginevra per studiare relazioni internazionali. Quattro anni più tardi ha intrapreso le sue prime esperienze professionali a Roma e a New York, più una parentesi nel Laos. "Ma alla fine del 2010 sono nuovamente partito per l'Asia, questa volta a Singapore, dove sono rimasto fino alla fine del 2012".

In molti considerano la possibilità di studiare in Ticino, tu invece hai deciso di trasferirti nella cittadella universitaria più lontana dal nostro Cantone. Come mai?
"Ci sono vari aspetti da considerare: in primo luogo, il Ticino non mi avrebbe potuto offrire un'esperienza universitaria cosi ricca, esperienza universitaria che non si riassume nell'insieme dei corsi accademici seguiti ma anche in tutte le attività culturali, artistiche e politiche che ruotano attorno ad un ateneo come quello di Ginevra. Le dimensioni della città stessa, con le opportunità che questa offre, sono state un altro motivo di partenza dal Ticino".

In molti tornano a casa una volta ottenuta la laurea, tu invece sei partito per l'estero. Perché?
" Penso che pochi luoghi possano essere paragonati a città grandi e interessanti come Roma o New York: il Ticino sicuramente non può competere con metropoli di questo livello - e ovviamente non ha queste ambizioni. Quel che invece mi ha offerto l'esperienza a Singapore è la ghiotta possibilità di immergermi in una cultura completamente diversa caratterizzata da una lingua sconosciuta (il mandarino). Vivere all'estero e sentirsi ospiti in un altro Paese è una sensazione che dovrebbe far parte di tutti i percorsi formativi e professionali, ma ovviamente bisogna sentirne il forte interesse se non la necessità".

Trasferirsi in un altro Paese richiede non solo determinazione, ma anche un lungo lavoro di preparazione per informarsi sulle norme burocratiche da rispettare...
"Vero, e infatti mi piacerebbe che si semplificasse la componente amministrativa legata a uno spostamento all'estero. La differenza delle leggi concernenti previdenza e assicurazioni sociali, fiscalità e tutte le questioni ivi legate, sono un grattacapo che eviterei volentieri. Questo, naturalmente, si aggrava quando il trasferimento all'estero non è definitivo e si prevede un ritorno in patria. Non a caso, una delle cose che più mi sono mancate negli altri Paesi è l'accessibilità ai servizi che il nostro Cantone offre".

A Singapore hai avuto modo di abbracciare culture molto diverse, inclusa quella ticinese. Quando parli del tuo Cantone agli altri, con che toni lo fai?
"A chi non lo conosce descrivo il Ticino in maniera romantica, soprattutto per quel che riguarda il paesaggio. Con i numerosi svizzero-italiani presenti in città, invece, sono più critico e parlo con un po' di frustrazione del potenziale spesso non sfruttato e della mancanza di visioni competitive per il futuro. Nonostante ciò, in questi anni il mio apprezzamento per i valori diffusi e radicati in Svizzera e in Ticino è senz'altro cresciuto".

Ora pensi di stabilirti in Ticino?
"No, rimarrò a Lugano solo fino a settembre, poi ripartirò alla volta di Singapore. Per il futuro... mai dire mai!".

(Intervista raccolta nel marzo 2013 da Mattia Bertoldi)

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