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Plinio Romaneschi (1890-1950)

di Pollegio

Pioniere dell'aeronautica in Ticino all'inizio del XX secolo, Plinio Romaneschi nacque nel 1890 a Pollegio e fu all'estero che apprese a destreggiarsi con aeroplani e paracadute: dopo aver lavorato in un'officina meccanica per qualche tempo, si trasferì infatti a Parigi in giovane età e qui si avvicinò al mondo del paracadutismo. Nel corso dei successivi anni il ticinese si esibì negli Stati Uniti e in diversi Paesi dell'Europa; sollevava sempre grande clamore poiché era solito eseguire delle acrobazie sulle ali e sulla carlinga dell'aeroplano stesso grazie a una scala e un trapezio, prima di lanciarsi. Durante la discesa, inoltre, spesso attorcigliava i fili del paracadute per scendere alla massima velocità prima di rilasciare la vela e planare dolcemente. In poco tempo divenne una celebrità a livello continentale, ma scelse a più riprese il Ticino per mostrare ai compaesani le proprie doti, conseguire record mondiali di lancio ad alta e bassa quota (memorabile il suo lancio dal ponte di Intragna negli anni Venti) e sperimentare le sue invenzioni nel campo dell'aviazione - progettò per esempio il paracadute che fu adottato dall'Esercito svizzero nel 1926. La sua più celebre esibizione è forse quella che lo vide collaudare due ali artificiali automatiche chiamate "Icaro R1" lanciandosi dalla funivia di Malvaglia: era il 20 agosto 1939 e Romaneschi aveva oltre 550 lanci alle spalle. Provvisto di paracadute per ogni evenienza, sfidò la morte lasciandosi cadere a poca distanza dal suolo, ma ne uscì illeso. Trascorse gli ultimi anni di vita a Parigi dove riprese la lavorare come meccanico; poi si ammalò e morì nel 1950. Oggi riposa nel cimitero di Biasca.

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