Chiusure natalizie
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Edifici, monumenti, targhe, cappelle e persino lapidi: sono numerose le tracce lasciate dagli emigranti o dai loro parenti sul territorio ticinese, a testimonianza di un impegno che ha spesso contribuito all'industrializzazione e allo sviluppo del Cantone. Un patrimonio molto importante anche dal punto di vista culturale al quale si aggiungono gli archivi, i registri e gli epistolari raccolti in diverse opere tra quelle annoverate nella sezione "Testi di riferimento" o digitalizzati e messi a disposizione su Internet (vedi "Banche dati").
Dal punto di vista immobiliare, qui di seguito sono state raccolte fotografie e descrizioni provenienti da alcuni degli oltre 140 Comuni ticinesi (cliccare qui per visualizzare il sito ufficiale a loro dedicato; anche la pagina Wikipedia riassume bene la loro evoluzione a livello di fusioni e aggregazioni); nella maggior parte dei casi si tratta di edifici o costruzioni lasciati direttamente dagli emigranti che, dopo un lungo periodo all'estero, si ritiravano in Ticino. Una ricca selezione di queste "tracce sul territorio" è stata ordinata in distretti ed elencata in ordine alfabetico.
Buona parte dei luoghi citati sono stati tratti da Emigrazione, sogni e realtà - Testimonianze architettoniche dell'emigrazione di ritorno della Svizzera italiana, un dossier patrocinato dalla "Regio Insubrica" e iniziato nel maggio del 1996 nell'ambito di un programma di occupazione temporanea (POT) per disoccupati promosso dalla UNITI, Cooperativa per il lavoro. Il testo è per la prima volta disponibile anche in formato digitale (PDF), in cinque parti: la prima e la seconda dedicate al Sopraceneri, la terza e la quarta al Sottoceneri e la quinta al canton Grigioni.
Agli edifici e alle costruzioni citate nel documento si sommano altre testimonianze del ritorno a casa dei ticinesi, come per esempio Villa Brighton a Ludiano, Villa Rust Oord a Cavergno, Grotto L'America a Ponte Brolla, Villa Americana a Preonzo, Villa Messico a Bellinzona (oggi abbattuta), la spianata tra Monteggio e Sessa denominata La Pampa da un emigrante di ritorno dall'Argentina, Villa Brasiliana a Gentilino, Grotto Descanso a Gandria e Villa Buenos Aires a Castel San Pietro (anch'essa oggi abbattuta). Da ricordare che le ricchezze ostentate da chi tornava a casa svolgevano indirettamente un ruolo di propaganda soprattutto nei confronti dei giovani, convincendo i più che l'emigrazione fosse sinonimo di ricchezza e successo a prescindere dal numero di sacrifici richiesti dal viaggio e dall'adattamento a un nuovo mondo.