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Amina (Giacomina) Boschetti (1836-1881)

di Vezio

Crebbe tra gli ambienti aristocratici e culturali italiani, appassionandosi di teatro, opera e soprattutto di danza e balletto: da lì raggiunse i palchi di tutta Europa. Amina (all’anagrafe Giacomina) Boschetti nacque a Milano nel 1836, figlia di Maria-Giacomina, originaria di Vezio, e di un militare austriaco fu adottata da una facoltosa famiglia milanese dopo essere stata collocata per un breve periodo in orfanotrofio.

L’esordio fu precoce: a seguito di un trasferimento a Torino, a soli otto anni, conobbe dapprima la grande ballerina Maria Taglioni che – impressionata dal suo talento  – le propose di partecipare allo spettacolo “L’allieva d’amore”. In seguito incontrò un’altra grande della danza, Fanny Cerrito, che la ingaggiò per la propria compagnia. Fu l’inizio di una carriera di successo: una volta terminati gli studi di danza presso la scuola milanese di Carlo Blasis, Amina debuttò al celebre Teatro Re nel 1848, appena dodicenne, e da lì cominciò a viaggiare per l’Europa intera. Venne scritturata dai maggiori direttori artistici dell’epoca, pur mantenendo un legame saldo con il panorama artistico italiano, dove tornò a più riprese in cerca di continue e meritate riconferme.

Tra i numerosi consensi, espressi sui giornali dell’epoca, si annovera anche un contributo di eccezione: un sonetto del poeta francese Charles Baudelaire, "Sur les débuts d'Amina Boschetti Au Théâtre de la Monnaie à Bruxelles", contenuto nella celebre raccolta Les fleurs du mal. Amina si ritirò il 18 marzo 1869, inscenando come ultimo spettacolo Il vello d’oro, di cui fu autrice e protagonista. Morì il 2 gennaio 1881 a Portici. 

Per saperne di più:

  • La scheda Treccani
  • Amina Boschetti, dalla Scala a Baudelaire in "Rivista di Lugano" (24.5.2019), p. 15.