Chiusure natalizie
I servizi dell’Amministrazione cantonale rimarranno chiusi i pomeriggi del 24 e del 31 dicembre 2024.
Premetto che non ho potuto partecipare al processo aggregativo dei Comuni di Arosio, Mugena, Vezio, Fescoggia e Breno, concretatosi nell'anno 2005, e questo perché non ancora domiciliato nel Comune.
Per l'Alto Malcantone ci si può dichiarare parzialmente soddisfatti. Se da un lato è stato possibile migliorare e potenziare l'offerta di servizio e affrontare alcuni investimenti che i singoli ex Comuni non erano in grado di realizzare, dall'altro le promesse contenute nel rapporto d'aggregazione in termini di investimenti, di servizi e di pressione fiscale non hanno potuto essere mantenute. Parimenti le disparità finanziarie delle singole frazioni e il diverso grado di urbanizzazione hanno fatto sì che in alcune frazioni gli investimenti si sono arrestati, per dedicare maggiore attenzione a quelle che ancora non raggiungono un grado di infrastrutturazione accettabile, con conseguente malcontento dei primi, che altresì si vedono imposti tributi superiori a quanto praticato prima.
Il problema principale è che nel progetto aggregativo non vi era un chiaro obiettivo di stabilità finanziaria a lungo termine e caduti gli aiuti cantonali la situazione è tornata difficile.
L'aggregazione proposta aveva una logica territoriale coerente, ma senza poter disporre delle risorse finanziarie necessarie per poter gestire convenientemente il grande e pregiato territorio di cui l'Alto Malcantone è dotato.
Il secondo passo che si voleva affrontare, con l'estensione dell'aggregazione a Comuni che disponessero delle risorse finanziarie necessarie per garantire la qualità di vita raggiunta e costruire un Comune completo (aree lavorative, di residenza, di turismo, di svago), non ha superato il voto popolare e quindi lascia l'Alto Malcantone in una posizione marginale.
In conclusione ritengo che, senza un progetto equilibrato sotto tutti gli aspetti e che permetta uno sviluppo sostenibile dell'ente locale, non si debbano praticare aggregazioni incomplete (in quest'ambito anche il Cantone deve fare uno sforzo importante nel garantire i finanziamenti necessari). Agire diversamente crea delle false speranze nella popolazione, che portano a malcontento e ad una perdita di fiducia nelle istituzioni.
Personalmente sono favorevole alla politica d'aggregazione promossa dal Cantone e questo per dare una crescita ai Comuni e permettere loro di riacquisire le competenze perse negli anni. Molte realtà locali non sono più in grado di gestire, promuovere e governare lo sviluppo del proprio territorio in un contesto socio-economico che muta con straordinaria rapidità. Il Comune deve essere in grado di dare risposte convincenti per continuare a dimostrare la propria utilità.
I principali punti a sostegno dell'aggregazione sono di dotare i Comuni di: maggiori risorse (territoriali, demografiche e finanziarie); progettualità; unità d'intenti e velocità decisionale; forza contrattuale e riassunzione di compiti delegati ad altri enti. Vi sono pure numerose opportunità, ma che dipendono dal progetto, quali ad esempio: composizione di comuni territorialmente completi (lavoro, residenza, tempo libero, svago, ...); creazione di spazi pubblici di qualità; potenziamento coordinato dei servizi e miglioramento di quelli esistenti; adozione di strategie di promozione del territorio; rivalutazione del ruolo politico e amministrativo; limitazione degli sprechi; ...
Di impiegare il tempo necessario nell'analisi dei punti di forza e le debolezze del progetto che si vuole promuovere, nonché delle opportunità e dei rischi che potrebbero verificarsi.
In democrazia non c'è una scelta matura e coerente se essa non poggia su un progetto chiaro e completo. Non c'è proposta che non possa essere compresa e dibattuta da una popolazione come la nostra, semmai esiste il rischio di non riuscire a comunicarla, di renderla trasparente e comprensibile.