Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Testimonianza del Sindaco di Lugano

Giorgio Giudici

È soddisfatto dell'aggregazione? Per quali motivi?

Una domanda che ammette solo una risposta: “Sì!” I motivi di questa mia certezza sono diversi e non posso certo descriverli per esteso in questo spazio. Ne elenco perciò alcuni principi. Il primo consiste nella possibilità che il processo aggregazione apre ad una profonda riorganizzazione istituzionale, amministrativa e territoriale. Il secondo, che dipende dal primo, è che le aggregazioni spingono ad abbracciare una nuova mentalità fondata sulla razionalizzazione e la valorizzazione delle risorse: in altre parole meno dispersione di risorse significa maggiore potenza di azione. Per questo sono soddisfatto, le diverse aggregazioni che hanno portato alla formazione della nuova Lugano, dal 1972 (Castagnola e Bré) a quelle più recenti, hanno dimostrato su più piani che questi progetti sono vincenti, la forza di Lugano non è diminuita ma aumentata, e con unanime soddisfazione dei cittadini grazie al netto miglioramento dei servizi sul territorio.

Se potesse tornare indietro la rifarebbe? Per quale motivo?

Tornare indietro è impossibile, la mia convinzione di ieri e di oggi è che questo processo è ineludibile e determinato dalle nuove istanze di sviluppo della nostra società e dal dinamismo che questa esprime. Dobbiamo superare il concetto del Comune ottocentesco; le aggregazioni sono una risposta positiva alla domanda legittima di una nuova organizzazione della vita sociale economica e quindi comunitaria. Lo stallo in cui si trovano Locarno e Bellinzona dimostra in modo incontrovertibile che da soli non si va più lontano.

Quali sono i punti di forza dell'aggregazione?

La possibilità di unire il territorio, di organizzarlo meglio dal punto di vista urbanistico e funzionale, di produrre un’amministrazione più semplice, trasparente ed efficiente, di assicurare un medesimo standard qualitativo dei servizi ai cittadini e alle imprese e non ultimo di migliorare la sicurezza.

Cosa consiglia ai Comuni in procinto di aggregarsi?

Per prima cosa di credere che è un processo positivo e produttivo, quello che si perde, per esempio l’autonomia comunale, è superato da benefici ben più straordinari. Consiglio di valutare i singoli aspetti attentamente, poi si deve pensare un progetto in base al quale il nuovo Comune, risulti essere non solo dall’unione delle sue parti ma qualcosa di diverso, in grado di rispondere meglio alle domande dei suoi cittadini, e di interagire con il territorio circostante.