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Case protette per donne

Le case protette accolgono donne e madri con i loro figli, che hanno l’esigenza di allontanarsi dal domicilio per motivi di violenza domestica (fisica, psichica, economica, sociale, sessuale). Oltre alla messa in protezione, è possibile ricevere in modo anonimo e gratuito una consulenza nell'ambito della violenza domestica.

Chi può essere accolto e a quali condizioni? 

Le strutture possono accogliere donne e madri con il loro figli, secondo alcuni criteri di ammissione che vengono valutati direttamente con il personale educativo.

Di regola non vengono accolte donne con un disagio psicologico importante (che richiede cure specialistiche) o donne che fanno consumo di sostanze stupefacenti o di alcol. Per questa particolare casistica si fa infatti capo a strutture specifiche, ad esempio a Casa Santa Elisabetta, che si occupa anche di questa tipologia di utenza.

Quali servizi offrono?

Le operatrici offrono un accompagnamento educativo nell’affrontare la situazione di violenza vissuta. La protezione, l’ascolto e il sostegno sono gli obiettivi principali dell’accompagnamento proposto.

Le donne vengono informate in merito alle varie opportunità e viene organizzato un lavoro di rete con il coinvolgimento di diversi professionisti (avvocati, polizia, Servizio LAV, scuole). La donna rimane in ogni momento responsabile del suo progetto e decide come portare avanti il suo percorso.

Come si svolge la vita quotidiana all’interno di una casa protetta?

Le strutture chiedono di rispettare alcune regole per garantire la sicurezza degli ospiti (ad es. telecamere, chiusura delle porte a chiave, ecc.). 

Ogni donna ha a disposizione una o più camere, a dipendenza del numero e dell’età dei figli, all’interno di un appartamento condiviso con altre ospiti. Gli spazi quali il bagno, la cucina e la sala sono in comune.  

La presenza educativa non è garantita 24 h/24 ma è adeguata ai bisogni delle donne accolte, all’organizzazione della quotidianità e alle attività che vengono proposte. Di notte le operatrici sono raggiungibili tramite il picchetto telefonico. 

Il personale ha una formazione specifica nel settore psico-pedagogico?

Le operatrici delle case hanno una formazione in lavoro sociale. Delle collaborazioni multidisciplinari con i professionisti presenti sul territorio vengono organizzate in base ai bisogni della donna accolta (ad es. sostegno psicologico). 

Qual è il tempo di permanenza?

Il tempo di permanenza presso la struttura varia in base al progetto della persona accolta (da una notte fino a 6 mesi). Non vige nessun obbligo minimo di permanenza. 

Qual è il costo a carico dell'utente?

La Legge federale concernente l’aiuto alle vittime di reati (LAV) garantisce la copertura integrale dei costi del soggiorno delle ospiti e dei loro figli per una durata di 35 giorni. 

Se la permanenza si prolunga oltre i 35 giorni, il costo viene parzialmente coperto dalla LAV per un massimo di sei mesi. All’ospite viene richiesto un contributo giornaliero di fr. 30 per adulto e di fr. 20 per minore, nella misura in cui le sue condizioni finanziarie lo consentano.

Nel caso di situazioni particolari può essere valutato l’esonero dal pagamento di questa quota o un supporto tramite l’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento.

La situazione economica della persona accolta non deve rappresentare un ostacolo alla messa in protezione: la priorità rimane la protezione delle donne e dei loro figli. Le modalità di pagamento potranno essere discusse direttamente con le strutture al termine del soggiorno. 

Dove si trovano le strutture?

Le strutture sono distribuite su tutto il territorio. L’indirizzo rimane tuttavia riservato, in modo tale da garantire la sicurezza degli ospiti. 

A chi rivolgersi

La messa in protezione può essere organizzata 24 h/24 chiamando direttamente i picchetti telefonici: 

  • Sopraceneri (Casa Armònia): 0848 33 47 33
  • Sottoceneri (Casa delle Donne): 078 624 90 70

È inoltre possibile contattare il Servizio per l'aiuto alle vittime di reati (Servizio LAV) al numero 0800 866 866, in particolare per richiedere una consulenza. 

Divisione dell'azione sociale 
e delle famiglie

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