Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Sabrina Chakori

Australia, dove oggetti e persone trovano una seconda vita

Professione
manager e insegnante

Anno di nascita
1992

Comune d'origine

Fuori Cantone dal
2011

Dove
Ginevra, Brisbane

Attuale residenza
Brisbane, Australia

Dopo aver ottenuto un Bachelor in biologia a Ginevra, Sabrina Chakori decide di continuare i suoi studi in economia ambientale in Australia. Oggi sono sette anni che si trova in questo Paese, dove attualmente sta svolgendo un dottorato con lo scopo di trovare un metodo per ridurre gli imballaggi alimentari in un’economia della decrescita. Oltre a ciò, Sabrina insegna all’Università del Queensland e si occupa di una biblioteca per oggetti che lei stessa ha fondato a Brisbane.

Come mai hai deciso di continuare i tuoi studi in Australia? 
«Ogni tanto è bello ricevere queste domande perché così ci si riflette. Sono stati principalmente tre i punti che mi hanno spinta a scegliere l’Australia: la flessibilità del sistema universitario anglosassone, la lingua inglese e la volontà di scoprire questo Paese, che da sempre mi affascina. Io poi sono sempre stata un’amante dell’oceano: nascere in uno dei pochi Paesi al mondo senza nessuno sbocco sul mare mi ha spinta a cercare un luogo che invece ce l’avesse.»

Hai fondato la “Brisbane Tool Library”; di cosa si tratta esattamente?
«Il concetto è uguale a quello di una biblioteca, però con degli oggetti al posto dei libri. La Brisbane Tool Library si trova nella biblioteca pubblica dello stato (State Library of Queensland): si tratta dunque di uno spazio fisico dove le persone possono venire a prendere gli oggetti in prestito. L’idea è quella di ridurre l’impatto ambientale attraverso la riduzione dei consumi, non solo a livello individuale ma proprio come collettività. Le persone hanno tanti oggetti e tanti hobby, in generale abbiamo tutto ciò che ci serve per fare le cose ma non le facciamo; dover portare indietro gli oggetti che vengono presi in prestito rappresenta invece un incentivo per realizzare i propri progetti. Quando ho fondato la Libreria, in Australia il modello era abbastanza nuovo, però negli Stati Uniti e in Canada l’idea esisteva già.»

Secondo te in Australia le persone sono più attente al tema della sostenibilità? 
«Noi europei percepiamo l’Australia come un Paese bellissimo, pulito, sostenibile ed effettivamente ci sono spiagge e posti meravigliosi, però L’economia resta basata sull’agricultura intensiva e il carbone. Dato che è un Paese vasto con soltanto 25 milioni di persone, è facilissimo ritrovarsi da soli su una spiaggia o su un’isola. Sicuramente è più semplice qui mantenere uno stile di vita sostenibile perché, ad esempio, si possono fare molte attività dove non si spende: parchi, spiagge, barbecue per fare le grigliate gratis, piscina gratuite, cinema all’aperto... Anche usare i mezzi pubblici è più accessibile; io vengo da Origlio e sono ancora traumatizzata dal fatto che l’ultimo autopostale partisse alle 18.»

Cosa ti tiene principalmente ancorata in Australia? 
«In Australia se scegli uno stile di vita, puoi effettivamente applicarlo e accederci. Io, per esempio, prediligo i mercati ai supermercati, dove invece non vado mai, perché andare al mercato e comprare cose locali è la scelta più sostenibile. In questo Paese puoi decidere di non andare al supermercato, perché i mercati sono molti e hanno prezzi più accessibili rispetto a quelli in Svizzera. Inoltre, qui i mercati sono un vero e proprio punto di ritrovo per i giovani perché c’è musica, puoi bere un caffè e così via.»

E invece del Ticino cosa ti manca di più? 
«La cosa che veramente mi manca e che forse mi porterà a ritornare in Svizzera è il sistema democratico: il fatto che chiunque può far parte del sistema politico. Sapere che tutti possono avere un’influenza è una caratteristica culturale e istituzionale che ti trasforma. Per esempio, quando sono arrivata in Australia ho voluto creare un gruppo per cambiare la legge sui sacchetti di plastica e mi hanno preso per pazza. Ho lavorato a questo progetto per due a anni con il ministro dell’ambiente e alla fine abbiamo cambiato la legge. Ma è abbastanza ironico che io, da immigrata, ho cambiato una legge, mentre la gente del posto non mi ha creduto finché effettivamente non l’ho fatto.»

Ma anche l’Australia è un paese democratico…
«Sì, ma è una democrazia più rappresentativa, imposta; le persone non hanno la stessa responsabilità civica. Infatti, se gli australiani non vanno a votare ricevono una multa. Poi sono tutti molto politically correct: in Ticino siamo abituati al confronto di idee, invece qua nessuno esprime veramente le proprie opinioni, e se qualcuno decide di farlo, lo fa in maniera molto sottile.»

Quindi vivere in Australia ti ha permesso di capire cose sul Paese e sulla sua popolazione che dall’esterno non si vedono, sia positive, sia negative…
«Si, per esempio a scuola, in Ticino, abbiamo studiato la colonizzazione e tutte le conseguenze negative a cui questa ha portato, ma non l’avevo mai capita finché non sono venuta qua: l’Australia è un Paese nero, è un Paese di aborigeni e qui la colonizzazione sta ancora avvenendo. È anche uno dei pochi Paesi che è stato colonizzato (se non l’unico) e dove la maggioranza è bianca, dove stanno quasi sterminando e continuano a sterminare gli aborigeni.»

Hai ancora molti legami con il Ticino?
«Sento mia mamma letteralmente tutti i giorni, però non sono tornata molto spesso: ho cercato di evitare la classica situazione che si ricrea quando una persona emigra, ovvero di sfruttare ogni vacanza per tornare a casa. Quando ho vacanza io voglio esplorare altro. Ho poi scoperto che rientrando in Ticino la situazione è sempre un po’ strana, tutti lavorano e quindi ci si può incontrare solo per poche ore; è un “ciao e arrivederci” che a volte è difficile accettare. Ho capito insomma che è molto meglio incontrarsi in un’altra parte del mondo e passare una vacanza insieme.»

(Intervista raccolta nel luglio 2021 da Alice Della Bruna e Ivana Zecevic)

Sei un ticinese residente oltre i confini cantonali e vuoi condividere con OltreconfiniTi la tua storia? Ecco i nostri contatti.