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Tiziano Bianchi

Da Novazzano a Dallas (Texas) sola andata

Professione
manager settore acquisti

Anno di nascita
1957

Comune d'origine
Novazzano

Fuori Cantone dal
inizio degli anni Ottanta, negli Stati Uniti

Attuale residenza
Dallas, Texas

Tiziano Bianchi ha trascorso più della metà della sua vita lontano dal Canton Ticino. Il suo primo lavoro lo ha portato in una grossa banca di Zurigo che gli ha proposto di svolgere uno stage di dodici mesi in Nord America per migliorare le sue conoscenze d'inglese. Durante questo periodo ha conosciuto la sua futura moglie e si è deciso: un anno dopo essere tornato in Svizzera, ha dato le dimissioni ed è partito per quella che lui stesso definisce "la grande avventura della mia vita".

Da quel giorno sono passati quasi trent'anni. Dal Mendrisiotto agli Stati Uniti d'America: un grande cambiamento...
"In effetti si tratta sono un paese molto diverso dalla Svizzera. La prima cosa che mi viene in mente sono le comodità; uno trova i negozi aperti 24 ore al giorno, sette giorni la settimana. Se io compero qualcosa e cambio idea, lo riporto indietro e mi restituiscono i soldi spesi senza far tante storie. Uno poi può andare da San Francisco a New York parlando una sola lingua, senza troppe difficoltà. Inoltre, la mentalità delle persone qui negli USA è molto più aperta".

Il Canton Ticino che ti sei lasciato alle spalle era molto diverso da quello odierno?
"Purtroppo leggo sui giornali che il Ticino idilliaco di cui mi ricordo è... solo un ricordo. Sembra che certi problemi, che trent'anni fa erano agli albori, siano maturati. Sto pensando alla droga, la criminalità, la disoccupazione, il precariato..."

Sospettavi un'evoluzione del genere ed è per questo che ti sei trasferito?
"No, io trovavo molto bello il Ticino e infatti ancora oggi soffro la mancanza delle montagne, della polenta (al camino!) con i funghi porcini e del Nebiopoli, il carnevale di Chiasso. Ma ai tempi ero giovane, non me la sentivo di lavorare in banca per il resto della vita e mi sentivo di tentare la sorte. I soliti impulsi che provano tutti i ventenni, immagino".

A proposito di giovani: quale consiglio daresti a quelli che abitano in Ticino?
"Consiglierei vivamente di recarsi all'estero (non necessariamente negli USA) per almeno un paio di anni, una delle maniere migliori per maturare e forgiare la propria personalità. Quando si arriva a casa e non c'è la mamma che ha preparato il pranzo e lavato e stirato i vestiti, uno impara l'arte della sopravvivenza e ad apprezzare quello che si è sempre dato per scontato. Io, se potessi tornare indietro, rivivrei questa avventura senza nessuna esitazione. Certo, ci sarebbero alcune cose che farei in maniera differente, ma in generale non mi sono pentito".

Pensi di tornare a casa, prima o poi?
"Non penso. Ormai alla mia età... E poi se dovessi trasferirmi ora perderei parte delle assicurazioni sociali statunitensi e la vita in Ticino (come del resto in tutta la Svizzera) è piuttosto costosa. Il mio sogno sarebbe di passare gli anni del pensionamento in qualche isola dei Caraibi, o in Messico! Ma come si dice, uno non può mai essere certo al 100% di ciò che gli capiterà in futuro. Vedremo".

(Intervista raccolta nel marzo 2013 da Mattia Bertoldi)

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