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Seconda Fase

La seconda fase è denominata «Kill the holy cow» e prevede due distinti momenti: un lavoro di gruppo e un momento di condivisione in sessione plenaria. Ai partecipanti è stato chiesto di individuare i fattori limitanti (le cosiddette «vacche sacre») nella sfera dei servizi pubblici e di pubblica utilità, delle infrastrutture e della mobilità del Cantone nei prossimi 20 anni, allo scopo di affrontarli, ridurli ed eliminarli.

Di seguito, è elencata una sintesi degli elementi emersi in sessione plenaria, a volte anche in chiave volutamente provocatoria:

  • Proprietà: è spesso un fattore che pone dei limiti alla realizzazione di progetti e opere pubbliche. Occorrerebbe riflettere su come fare in modo che la proprietà privata e il diritto dell’individuo non prevalgano sull’interesse della collettività.
  • Complessità del sistema legislativo: scoraggia la realizzazione di opere e progetti. A questo problema si collega la tendenza a cercare di trovare soluzioni attraverso l’introduzione di nuove leggi, con il risultato di aggiungere ulteriore complessità sistemica.
  • Democrazia diretta: in generale è considerata un aspetto positivo, ma l’attuale applicazione del meccanismo risulta limitante (votando spesso e talvolta su temi complessi, il cittadino si fa attirare dalle semplificazioni). Occorrerebbe quindi muoversi verso una democrazia deliberativa che faccia leva sulla co-progettazione e sull’incremento della partecipazione.
  • Mobilità motorizzata individuale: esiste una difficoltà generalizzata a rinunciare all’automobile.
  • Diritto al ricorso
  • Resistenza al cambiamento: («Si è sempre fatto così»).
  • «Mentalità silos»: frammentazione del lavoro politico in compartimenti stagni.
  • Modello di business delle aziende elettriche
  • Pregiudizi sui processi partecipativi
  • Centralità del Ticino: l’idea che il nostro Cantone sia il centro nevralgico del Pianeta, dove «tutto accade».
  • Concetto di confine