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Prima Fase

Nella prima fase, volta alla definizione del contesto e caratterizzata da tre distinti momenti (il primo di lavoro a coppie, il secondo di condivisione in gruppo e il terzo di condivisione in sessione plenaria), i partecipanti sono stati invitati dapprima a rispondere alle domande di ingaggio.

1. Quali sono i punti di forza e di debolezza del sistema di formazione e istruzione in Ticino oggi?

Tra i punti di forza del sistema scolastico ticinese sono stati più volte menzionati il sistema duale, l’ottima distribuzione sul territorio e la presenza sullo stesso delle università, l’insegnamento delle lingue, i percorsi «passerella», le uscite didattiche sul territorio e la permeabilità del sistema. D’altra parte, molti partecipanti hanno evidenziato come punti di debolezza del sistema la sua incapacità ad innovarsi, riformarsi e adattarsi ai cambiamenti. Oltre a ciò sono stati individuati come debolezze anche la scarsità dei posti di tirocinio offerti dalle imprese, la troppa attenzione posta sulle lingue nazionali, nonché la difficoltà nel reperire quadri scolastici formati e motivati, dovuta alla perdita di attrattiva della professione di insegnante.

2. In che modo la ‘scuola’ potrà assumere il ruolo di strumento e facilitatore culturale nel superare l’individualismo, la mancanza di partecipazione e la chiusura mentale? Cosa dovrà cambiare di sé stessa tra qui e il 2040? Cosa invece dovrà mantenere?

Per assumere il ruolo di facilitatore nel superamento dell’individualismo, della mancanza di partecipazione e della chiusura mentale, la scuola dovrà favorire maggiormente gli scambi e la mobilità tra studenti. Inoltre, i curriculum dovranno essere integrati con informazioni/prospettive di parti diverse del mondo. Sarà necessario sviluppare o approfondire una formazione per insegnanti che li prepari a trasmettere agli allievi un senso di appartenenza. Infine, bisognerà rendere operativi i concetti di inclusione e partecipazione attiva, favorendo i principi di autonomia, autodeterminazione e responsabilizzazione. Un ruolo importante in questo senso dovrebbero averlo anche l’insegnamento civico e l’educazione alla democrazia. I punti di forza individuati nella prima domanda dovranno comunque essere mantenuti anche in futuro.

3. La mancanza/scarsità di risorse umane qualificate viene spesso menzionata quale ostacolo al futuro del nostro Cantone: quali sono le 3 cose più importanti che dovranno accadere in ambito formativo tra qui e il 2040 per sostenere il Ticino nel superare questo ostacolo?

In primo luogo andrà invertita la «fuga dei cervelli», per impedire che personale qualificato abbandoni il cantone. Per contrastare questo fenomeno bisognerà inoltre agevolare l’accesso all’insegnamento a persone con profili non canonici. In secondo luogo sarà necessario migliorare le condizioni di lavoro dei docenti e riconoscere il ruolo sociale della professione. Infine, sarà necessario che i docenti stessi si tengano aggiornati costantemente tramite corsi di formazione continua, in modo che possano sviluppare le competenze per insegnare in una società in costante cambiamento.

Successivamente sono stati formati dei gruppi, a ognuno dei quali è stato chiesto di sintetizzare quanto emerso nel lavoro a coppie. La domanda principale era: quale tipo di futuro vedete per il sistema formativo ticinese? Le singole risposte sono poi state condivise in sessione plenaria. Di seguito, è elencata una parte degli aspetti emersi.

  1. La scuola dovrà aprirsi e avvicinarsi alla società, ma non solo in funzione del mercato del lavoro. Dovrà quindi essere porosa verso il mondo esterno e in un certo senso riprodurre la società. In questo modo la scuola diventerà un laboratorio di vita che, oltre a insegnare, formerà persone consapevoli e capaci di agire in modo autonomo.
  2. In futuro sarà necessaria una maggiore permeabilità fra i vari percorsi formativi, per permettere ai giovani di cambiare formazione in modo più flessibile. Sarà inoltre necessario estendere il sistema duale. Infine, bisognerà rendere gli allievi protagonisti, creando percorsi su misura, che concentrino l’attenzione sull’individuo e il suo potenziale.
  3. La scuola dovrà insegnare ai giovani la capacità di adattarsi a un mondo in rapida trasformazione e di sopportare meglio gli shock.
  4. Sarà infine importante permettersi di sperimentare e innovare di più, a tutti i livelli, partendo dai bisogni degli allievi.