Prima Fase
Nella prima fase del lavoro i partecipanti si sono occupati di definire il contesto, durante tre distinti momenti: un lavoro a coppie, una condivisione in gruppo e una discussione in sessione plenaria. Per avviare la riflessione, ai partecipanti è stato chiesto anzitutto di rispondere ad alcune «domande di ingaggio».
1. I salari in Ticino sono in media del 20% inferiori rispetto a quelli del resto della Svizzera. Quali misure servono per avvicinarli ai redditi degli altri Cantoni?
È stata sollevata l’idea, o meglio l’ambizione futura, di un reddito di base universale, elemento che, oltre ad avere un impatto sui salari, comporterebbe un ripensamento del lavoro come è inteso oggi. Questo fattore garantirebbe maggiore equilibrio tra reddito/lavoro e vita privata/collettiva e più spazio per altre attività quali la formazione, la gestione del tempo libero, il volontariato. In sostanza, l’attenzione andrebbe posta sulla creazione di buone condizioni quadro per il raggiungimento dell’equilibrio - di cui il salario è solo un elemento – tra vita lavorativa, privata e sociale.
È stato infine sottolineato come la parità salariale tra uomo e donna rimanga uno dei traguardi centrali, per facilitare l’avvicinamento dei redditi ticinesi a quelli del resto della Svizzera.
2. La mancanza di posizioni stimolanti per personale altamente qualificato spinge molti ticinesi a cercare lavoro oltre Gottardo o all’estero. In che modo sarà possibile attirare personale qualificato e creare posti di lavoro di qualità che riescano a trattenere queste persone?
Dalla discussione è emerso un consenso generale sulla necessità di creare condizioni quadro tali da attirare personale qualificato e posti di lavoro ad alto valore aggiunto. Più in dettaglio, è stato proposto di:
- sostenere i generatori di reddito tramite incentivi fiscali e aiuti diretti per l’assunzione di apprendisti/giovani;
- valorizzare i profili qualificati mediante condizioni di lavoro più attrattive;
- facilitare il passaggio tra la fine degli studi e l’entrata sul mercato del lavoro.
D’altra parte, è stato ricordato che bisognerà concentrarsi su ciò che fa da cornice all’attività professionale e definisce la qualità di vita individuale e collettiva. L’obiettivo di attirare personale qualificato e posti di lavoro va infatti perseguito non solo e non tanto con il miglioramento dell’ambiente economico e fiscale, ma anche immaginando misure che accrescano la qualità di vita in Ticino.
In questo senso occorrerà in particolare creare zone urbane stimolanti per i giovani, migliorare l’offerta di cultura e servizi, sviluppare i trasporti pubblici e così via.
Infine, il Ticino in futuro dovrà senz’altro sostenere in modo più deciso l’imprenditorialità, favorire lo sviluppo di «start up» e promuovere l’insediamento di aziende innovative in settori emergenti. Anche l’offerta formativa dovrà mantenersi all’avanguardia, con offerte di qualità e diversificate, per accrescere le competenze della forza lavoro e attrarre nuovi talenti sul territorio cantonale.
3. Le nuove generazioni desiderano un equilibrio diverso fra lavoro e vita privata. Come sarà possibile trovarlo, senza compromettere eccessivamente il benessere economico dell’individuo e della società? In che modo le condizioni di lavoro possono influenzare la scelta di avere figli?
Un’opinione condivisa da più partecipanti è che occorre raggiungere un equilibrio diverso tra vita lavorativa e privata, all’insegna della flessibilità – intesa come adattabilità degli orari di lavoro, possibilità di svolgere telelavoro e riduzione del tempo di lavoro.
Secondo alcuni partecipanti, questo nuovo equilibrio significherà (ad esempio) ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni; per altri, l’accento va invece posto sulla revisione del concetto di «work-life balance», passando progressivamente a un «work-life blending», una fusione di lavoro e tempo libero che sostituisca l’attuale netta separazione tra i due ambiti.
È stato sottolineato che i datori di lavoro dovranno adottare una definizione più ampia di cosa sia il benessere sul luogo di lavoro; non unicamente il livello salariale, ma anche fattori come l’ambiente lavorativo, la possibilità di «smart working», la facoltà di partecipare alle decisioni aziendali (gestione partecipativa) e altri fattori in grado di dare valore intrinseco alla mansione svolta.
È inoltre considerato necessario ripensare la separazione fra lavoro produttivo e contributo alla vita sociale. In questo contesto si inserisce ad esempio la possibilità di ottenere periodi di congedo per l’impegno civile, la formazione continua e la crescita personale.
In risposta all’ultima domanda, e alle condizioni utili per favorire la scelta di avere figli, sono state proposte numerose soluzioni. Molti partecipanti condividono, ad esempio, l’idea di potenziare e rendere più accessibili i servizi pubblici e privati di accoglienza e cura dei figli (asili nido aziendali, strutture extra-scolastiche ecc). A questo intervento sulle strutture occorrerebbe poi aggiungere la diffusione di congedi parentali sull’esempio di ciò che accade in altri Paesi. Infine, andrà stimolato un cambiamento culturale per quanto riguarda la suddivisione dei compiti di cura – a questo proposito, la facoltà di ridurre più agevolmente il tempo di lavoro, per entrambi i genitori, è considerata una misura in grado di stimolare le coppie ad avere figli.
Nella fase successiva del lavoro, i partecipanti sono stati raggruppati allo scopo di sintetizzare quanto è emerso nel lavoro a coppie. La domanda di riferimento era: quali sono le principali sfide per gli aspetti legati al lavoro, al reddito e alla conciliabilità lavoro-vita privata?
Le risposte dei gruppi sono state poi condivise in sessione plenaria. È così emersa una serie di indicazioni condivise.
- È fondamentale ripensare il lavoro, rispetto a come è inteso oggi. A lungo termine, l’introduzione di un reddito di base universale potrebbe rappresentare una soluzione in questo senso, garantendo più equilibrio tra reddito e lavoro e tra vita privata e collettiva, ma anche lasciando più spazio per attività come la formazione, il tempo libero, il volontariato ecc.
- Una delle principali sfide consiste nel rendere il territorio ticinese più invitante, non tanto per trattenere ma piuttosto per attrarre talenti, sia ticinesi che di altre parti della Svizzera e del mondo.
- Per incentivare le coppie ad avere figli è necessario modificare la ripartizione del lavoro: ad esempio, stimolando l’attività professionale a tempo parziale (70%) per entrambi i genitori, in modo da redistribuire il tempo e il salario in modo equo. Aziende, enti e organizzazioni dovrebbero abbracciare questa visione, in una prospettiva di medio e lungo termine.
- Per avvicinarsi al reddito medio svizzero occorrerà raggiungere più trasparenza salariale e favorire la parità tra uomo e donna.
- Per creare posti di lavoro di qualità, in grado di attirare talenti, bisogna incentivare l’arrivo e la permanenza in Ticino di aziende ad alto valore aggiunto, sia economico sia sociale (esempio: aziende che attuano il concetto di responsabilità sociale delle imprese).
- Lo Stato deve ristrutturare in chiave generazionale la spesa pubblica, oggi orientata in modo marcato a favore della generazione anziana. Per evitare che il Ticino diventi la «casa anziani della Svizzera» e renderlo più attrattivo per i giovani, occorre stabilire una diversa graduatoria di priorità e identificare i settori nei quali indirizzare una quota strategica della spesa pubblica.
- Le nuove generazioni cercano un rapporto più bilanciato fra lavoro e vita privata, che lasci alle persone più tempo da dedicare a loro stesse, alla cura (di figli, genitori, parenti), all’impegno civile o altro. Le aziende dovranno intercettare questa tendenza, in modo da creare più benessere per i propri dipendenti.
- Sostenere l’innovazione a tutto campo, abbracciando anche nuovi modi di pensiero relativi all’organizzazione del lavoro e della società.
In sintesi l’obiettivo è di costruire un Ticino attrattivo, con un territorio che offre un buon mix di servizi, formazioni, qualità ambientale, offerta culturale, condizioni economiche e di lavoro.