Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Terza Fase

La terza e ultima fase del lavoro è suddivisa in due distinti momenti: il primo di gruppo e il secondo di condivisione in sessione plenaria. Ai partecipanti, ripartiti in quattro gruppi tematici, è stato chiesto di riflettere su un macro-argomento, allo scopo di individuare le sfide che attendono il Cantone e trovare gli strumenti per affrontarle.

Di seguito, è riportata una breve sintesi dei principali risultati emersi durante la sessione plenaria.

Gruppo Pari opportunità

Cosa occorre fare affinché nel Ticino del 2040 ci sia una reale parità fra uomo e donna, in termini di salario e condizioni di vita? Quali sono i rischi, in caso di mancato raggiungimento di questo obiettivo? Come sarà possibile raggiungere una spartizione più equa del lavoro non retribuito, come la cura dei figli o la pulizia della casa? Quali obiettivi, in termini di uguaglianza, devono invece essere raggiunti a favore degli uomini?

  • Per ottenere più parità salariale servono controlli più severi (e sanzioni) nelle aziende, per evitare che si verifichino discriminazioni a parità di prestazioni.
  • Il lavoro non retribuito e il congedo parentale (separato dai concetti di maternità e paternità) dovranno essere riconosciuti per entrambi i genitori.
  • Per raggiungere l’uguaglianza occorre superare gli stereotipi di genere, processo in cui la scuola ha un ruolo essenziale. La scelta formativa e professionale dovrebbe essere libera e indipendente da considerazioni di genere, orientamento sessuale, provenienza, status socio-economico ecc.
  • Il mancato raggiungimento della parità tra uomo e donna potrebbe provocare vari effetti negativi: calo della natalità, cristallizzazione dei ruoli tradizionali, perdita di manodopera femminile qualificata, mancati introiti fiscali, segmentazione dei settori lavorativi, incremento dei costi legati alla salute, delle prestazioni complementari AVS e delle uscite delle assicurazioni sociali.

Gruppo Concezione del lavoro

Le nuove generazioni (Millennial e Gen Z) concepiscono il lavoro in modo differente rispetto alle precedenti. Il mondo del lavoro deve trasformarsi per soddisfare questo nuovo tipo di aspirazioni? Di fronte a fenomeni emersi in concomitanza con la pandemia, come le dimissioni di massa («Great Resignation») e la mancanza di investimento personale sul lavoro («Quiet Quitting»), è necessario rendere più soddisfacente la vita lavorativa? Che aspetto potrebbe avere un nuovo modello di lavoro, più gratificante e integrato nella vita delle persone?

  • Alla luce di esigenze e aspettative differenti delle nuove generazioni sarà senza dubbio necessario rivedere alcuni aspetti della vita lavorativa, come la flessibilità e l’ambiente di lavoro.
  • La ricerca di senso nel lavoro assume un ruolo sempre più centrale tra i giovani, che non si accontentano della sola retribuzione monetaria. Le aziende dovranno coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali e imparare ad ascoltarli in modo attivo.
  • Non va dimenticata la libertà di seguire, in parallelo all’attività lavorativa, una formazione continua, non per forza legata alla professione, ma dedicata anche alla crescita personale.

Gruppo Sfida demografica

L’invecchiamento e il costante spostamento in avanti del pensionamento spingono a riflettere sul ruolo degli «over 65» nel mondo del lavoro. Bisognerà coinvolgere i «giovani anziani» nei processi lavorativi, usufruire della loro esperienza, mantenendoli attivi? Esiste il rischio di una concorrenza generazionale a danno di apprendisti e «under 30» appartenenti alla categoria NEET (not in employment, education or training)?

  • La premessa principale è che gli «over 65» possono essere una risorsa, ma non a tutti i costi. In questo senso, occorre puntare sulla flessibilità: 65 anni è un’età di pensionamento troppo avanzata per alcuni, per altri no.
  • Il giovane anziano è una risorsa anche al di fuori del lavoro retribuito, visto che possiede un’esperienza da redistribuire anche in altri settori (es. volontariato).
  • Trattenendo oltre misura gli anziani sul posto di lavoro, esiste il rischio di un potenziale rallentamento del progresso e di scarsa valorizzazione dei giovani: occorre quindi evitare una concorrenza tra generazioni.
  • Per affrontare la sfida demografica bisognerà sfruttare meglio le risorse che oggi non sono del tutto utilizzate sul mercato del lavoro: un potenziale enorme, a questo scopo, risiede nel lavoro femminile. Va inoltre considerato l’apporto dell’immigrazione, che in prospettiva potrebbe permettere di colmare alcune lacune.
  • I giovani necessitano di sostegno su più fronti: sia quando sono determinati a diventare imprenditori, sia quando si trovano in difficoltà o senza impiego.

Gruppo Nuove tecnologie

Anche in Ticino, il mondo del lavoro sarà segnato dalla robotizzazione del settore industriale e dalla integrazione di diverse e numerose tecnologie digitali. Quali opportunità e quali sfide intravedete? Quali professioni scompariranno e quali nasceranno? Come potranno i lavoratori adattarsi a questi cambiamenti e «cavalcare le macchine»?

  • Le nuove tecnologie (in particolare l’intelligenza artificiale) avranno un impatto crescente sui processi produttivi e il mondo del lavoro. Occorre accogliere quanto di positivo portano le nuove tecnologie e servirsene in modo che possano contribuire al benessere collettivo.
  • Bisogna evitare i pregiudizi: le nuove tecnologie non portano per forza alla sostituzione del lavoro umano, e spesso rappresentano un supporto al lavoro tradizionale. Per questo motivo, anziché temere una «sostituzione» degli esseri umani, è più utile parlare di tecnologie «collaborative».
  • Se le nuove tecnologie finissero per sostituire il lavoro umano in alcuni settori o per specifiche mansioni, per l’uomo si aprirebbe in ogni caso un nuovo ventaglio di possibilità legate alle attività creative e relazionali. In generale, le «soft skills» (creatività, empatia e altre capacità intrinsecamente umane) non potranno essere sostituite dalle macchine, e negli ambiti lavorativi in cui queste abilità sono prevalenti, l’uomo non verrà sostituito dalla tecnologia.
  • La formazione continua lungo tutto l’arco della vita assumerà un ruolo centrale, per evitare che le nostre conoscenze diventino obsolete e quindi più facilmente rimpiazzabili dalle macchine.