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Intervista alla docente Marika Catelli, classe quinta elementare
Scuole comunali di Locarno - Scuola media Locarno2
La docente Marika Catelli descrive nell’intervista una sua esperienza di insegnamento svolta applicando la forma didattica del laboratorio, utilizzato in questo caso per creare uno spazio di insegnamento/apprendimento condiviso per gli allievi di una classe di quinta elementare e una di prima media. Le immagini che accompagnano l’intervista si riferiscono a un’attività laboratoriale di matematica, progettata dagli allievi di quinta elementare per gli allievi di prima media, e intitolata Quanta acqua hai nella testa? Misura la tua capacità!
La scelta della forma didattica del laboratorio è motivata dalle difficoltà manifestate dal gruppo-classe nel dare senso alle equivalenze tra le diverse misure di capacità. Il laboratorio è progettato per esercitare le equivalenze e renderle esperibili grazie all’utilizzo di materiali selezionati dagli allievi stessi (recipienti, contenitori). Il coinvolgimento degli allievi è amplificato dalla scelta di proporre l’attività laboratoriale anche a una classe di prima media.
Attraverso il laboratorio la docente cerca di dare senso e concretezza alle misure di capacità, mostrando le equivalenze tra le misure attraverso l’impiego di diversi tipi di bottiglie, recipienti e misurini graduati. La modalità scelta, quella laboratoriale, prevede una consegna poco convenzionale: “I ragazzi della prima media della Morettina devono esercitarsi sulle misure di capacità, cosa possiamo fare per aiutarli?”. Se la finalità dell’attività resta l’apprendimento delle capacità di misura attraverso la pratica e le esperienze concrete, la modalità scelta permette la messa in atto di competenze trasversali e di capacità complementari.
Dopo aver esposto la consegna, una discussione all’interno del gruppo-classe permette di riflettere e ideare l’attività da proporre ai ragazzi delle medie. Gli allievi decidono di proporre un quiz sulle misure di capacità, da svolgere allestendo diverse postazioni gestite a coppie o a piccoli gruppi. I gruppi si occupano anche di raccogliere i materiali di supporto al quiz, portando a scuola recipienti di diverse capacità e forme. Non da ultimo, si stabiliscono le regole e il sistema di attribuzione dei punteggi rappresentati sotto forma di gocce.
Le attività di progettazione, guidate dalla docente, permettono di ideare cinque postazioni di lavoro: ‘memory delle equivalenze’ (memory con fotografie del recipiente e misura di capacità corrispondente); ‘attacca l’etichetta’ (abbinare l’etichetta con la misura trasformata al giusto recipiente); ‘stima l’H2O’ (data una misura di capacità stimare e indicare dove arriva in un recipiente di 1,8 l); ‘apri gli occhi’ (dati dei recipienti di forma e capacità diverse, ma con il contenuto uguale, rispondere a domande riferite al contenuto dei recipienti); ‘trova l’intruso’ (date delle equivalenze trovare quelle sbagliate e dopo aver mostrato dei recipienti rispondere alle domande con vero o falso).
L’ideazione del quiz, la progettazione delle sue componenti e la formulazione del suo svolgimento si conclude con un’ultima attività: immaginare come presentare l’attività laboratoriale (ovvero il quiz) agli allievi della classe prima di scuola media.
Per il docente è indispensabile creare condizioni favorevoli allo svolgimento di un’attività complessa come il laboratorio (in questo caso declinata poi secondo una modalità che prevede l’interazione con un’altra classe, rispettivamente con un altro ordine di scuola). Al di là delle precondizioni infrastrutturali, spaziali e organizzative (come la collaborazione con il docente delle medie), è cruciale per il docente formulare in modo chiaro la consegna e stimolare gli allievi nella fase di ideazione e progettazione. Con il procedere dell’attività invece, il docente assume progressivamente i tratti dell’osservatore: tramite l’osservazione appare chiaro quali aiuti dare ai bambini e come darli, come proseguire e come adattare il percorso previsto sia nell’ottica del raggiungimento del risultato e del prodotto finale sia nell’ottica delle finalità educative e didattiche.
“Ideare delle attività per dei ragazzi più grandi è stato molto motivante per gli allievi di quinta elementare. Collaborare con altre classi o addirittura con altre scuole rende l’apprendimento più significativo e ricco di senso. In particolare, in questo modo si mobilita negli allievi la competenza comunicativa e argomentativa”.