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Mineralogia e Petrografia

Benché il territorio del Canton Ticino occupi una minima parte della catena alpina, molte sue località sono conosciute a livello internazionale per la qualità dei ritrovamenti mineralogici.
Come non citare per esempio le rose di ferro (varietà di Ematite) e i Quarzi del massiccio del S.Gottardo, la Cianite del Pizzo Forno, il Piropo dell'Alpe Arami e la Scapolite del Tremorgio, che ornano le collezioni dei musei di tutto il mondo. Anche a livello di nomenclatura dei minerali, alcuni toponimi hanno lasciato il segno: basti pensare all'Adularia o alla Tremolite. Vi sono molte testimonianze storiche che dimostrano come l'attività di ricerca dei cristalli fosse diffusa anche in passato. Ricordiamo in particolare i resoconti di viaggio di Horace Bénédict De Saussure, ricchi di annotazioni sui minerali delle nostre regioni così come le osservazioni di Johann Goethe e di Johan Jacob Scheuchzer. Lo stesso Luigi Lavizzari (1814 -1875), fondatore del Museo cantonale di storia naturale, pubblicò una serie di memorie dedicate ai minerali del cantone, e non è forse un caso che il primo conservatore del Museo sia stato il mineralogista autodidatta Carlo Taddei, autore del libro Dalle Alpi Lepontine al Ceneri.

L'abbondanza dei ritrovamenti rispecchia la varietà geologica del territorio e i differenti contesti cui sono associati i minerali. Si passa quindi dai cristalli delle fessure alpine (probabilmente i più noti ed estetici) ai minerali dovuti al metamorfismo, senza dimenticare i filoni mineralizzati che sono stati oggetto di sfruttamento minerario in tempi passati (Malcantone, Val Morobbia). Non mancano pure eccezionali ritrovamenti legati ai filoni pegmatitici, come nel caso della Valle della Madonna presso Brissago e nelle Centovalli.

Ricordiamo inoltre che la ricerca di minerali sul territorio cantonale è regolamentata e che, dal 1995, l'applicazione dei disposti legislativi per la ricerca e la raccolta di rocce, minerali e fossili (rilascio delle autorizzazioni) spetta al Museo.