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Zoologia dei vertebrati

Con il solo 6,8% della superficie della Svizzera, il Cantone Ticino ospita una percentuale notevole delle specie di vertebrati distribuite sul territorio nazionale. Sono presenti nel Cantone, per esempio, il 62% dei pesci, circa il 75% dei mammiferi e più dell'80% dei rettili. Le quasi 300 specie di uccelli segnalate in Ticino dalla fine del secolo scorso ad oggi rappresentano a loro volta oltre il 40% dell'intera avifauna europea. Alcune specie sono presenti in Svizzera unicamente nel Ticino.

In colore intenso  la percentuale  delle specie presenti in Svizzera nel solo Ticino.

Pregio della fauna ticinese è inoltre la sua appartenenza ai più differenti tipi faunistici. Basti ricordare, a questo proposito, che il territorio cantonale rappresenta un luogo d'incontro di uccelli dagli areali di distribuzione assai diversi, che comprendono, tra altre, specie europee, euro-turchestane, mediterranee, indoafricane, siberiane, paleomontane, paleartiche, oloartiche e artiche. Le ragioni di questa situazione particolare sono riconducibili a una somma di fattori: la storia del popolamento, l'impronta prevalentemente alpina del territorio cantonale, la forte penetrazione verso nord della fascia collinare, la vicinanza della zona mediterranea e le vicissitudini climatiche del periodo quaternario. Così, accanto a specie mediterranee come il Verzellino (Serinus serinus), o indoafricane come la Tortora dal collare (Streptopelia decaocto), nidificano nel Cantone Ticino la Cesena (Turdus pilaris), appartenente al gruppo faunistico siberiano, e la Pernice bianca (Lagopus mutus), tipicamente artica.
Alla luce di una simile diversità faunistica, non sorprende che il Museo cantonale di storia naturale sia dotato di un settore specifico consacrato alla Zoologia dei vertebrati.

L'attività del settore Zoologia dei vertebrati ha inizio di fatto nel 1865, con l'arrivo al Museo (allora Gabinetto di storia naturale del Liceo) di Pietro Pavesi (1844-1907). A quel tempo l'attività museale era peraltro circoscritta alla conservazione. Si trattava infatti unicamente, come ci racconta lo stesso Pavesi, di promuovere "l'aumento della raccolta poverissima degli animali con diversi acquisti e donazioni". Tale rimarrà per oltre un secolo.

A partire dal 1979, con l'inaugurazione del nuovo Museo e la presenza stabile di un curatore, il campo di attività del settore si amplia alla protezione della natura, alla ricerca scientifica, alla divulgazione, alla documentazione e alla consulenza. È di quegli anni anche l'allestimento dell'esposizione permanente, che vede il settore impegnato nella progettazione e nella realizzazione dei 6 grandi diorami dedicati ad alcuni tra gli ambienti naturali più caratteristici del Ticino.