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Smaltimento materiale inerte

L'esaurimento delle volumetrie residue nelle discariche per materiali inerti in Canton Ticino e la grande difficoltà nel reperimento di nuove ubicazioni per ulteriori depositi, ha via via incentivato l'esportazione di materiale inerte verso la vicina Insubria che consente inoltre il ripristino ambientale dei poli estrattivi di materiale primario naturale.

Storicamente il nostro Cantone ha sempre importato ingenti quantità di materiale inerte primario dall’Italia destinato all’edilizia per la fabbricazione del calcestruzzo come pure per la produzione di conglomerato bituminoso (asfalto).

L'esportazione di materiale inerte non riciclabile proveniente prevalentemente dagli scavi del Sottoceneri, ha di fatto permesso di ottimizzare la logistica dell’importazione di materiale primario rendendo l’impatto ambientale dei trasporti più sostenibile.

Il prelievo di inerti primari viene compensato con l’esportazione di materiale inerte di risulta, sfruttando inoltre i viaggi di ritorno a vuoto degli autocarri.

L’esportazione di materiale di scavo non inquinato in un paese confinante è una via di smaltimento sostenuta dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), contemplata dall’Ordinanza federale sul traffico dei rifiuti (OTRif, art. 17) e già praticata da diversi Cantoni di frontiera (Ginevra, Basilea Città, Zurigo, Turgovia e San Gallo).

Il materiale esportato viene primariamente depositato in luoghi d’estrazione di sabbia e ghiaia, considerati una forma di riciclaggio ai sensi dell’OPSR e della Direttiva UFAM sul materiale di scavo, poiché in questo modo si creano le basi per il ripristino di terreni coltivabili o boschivi.

L’esportazione in Italia non è solamente attuabile dal profilo giuridico ma si inserisce anche nella logica del mercato ticinese degli inerti, caratterizzato attualmente da un’importazione annua di sabbia e ghiaia in grandi quantità (circa 1 mio. di tonnellate).

A tale proposito, tramite la Comunità di lavoro Regio Insubrica, in data 12 marzo 2015 è stata sottoscritta un’intesa di coordinamento transfrontaliero per la gestione dei materiali inerti fra la Regione Lombardia e il Cantone Ticino, con l’obiettivo di assicurare un efficace controllo, razionalizzare i trasporti e promuovere un uso parsimonioso delle risorse e del territorio.

Oltre al materiale di scavo non inquinato è permessa l’esportazione anche di altri rifiuti edili, a condizione che i rifiuti non siano esportati per essere conferiti in discarica ma in centri di riciclaggio o come ripristini ambientali e siano stati rilasciati i permessi di autorizzazione dello Stato importatore e degli Stati di transito.

L’esportazione di materiale di scavo non inquinato in un paese confinante è soggetta ad autorizzazione, attraverso una procedura di notifica all'Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati (URSI).

Per esportare altre tipologie di materiale, l’autorizzazione viene invece rilasciata dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).

Protocollo operativo progetto COMETA

Piattaforme per l'esportazione in Italia

Per materiale di scavo non inquintato

  1. Balerna (ITL)
  2. Mendrisio - Rancate (Fontana)
  3. Genestrerio (Piateco)
  4. Mendrisio - Rancate (PILA)
  5. Vezia - (Birolini)
  6. Torricella - Taverne (CLRM)
  7. Cadro - (Silvagni)
  8. Barbengo (Officina della ghiaia)
  9. Lugano - Davesco (Vismara)
  10. Collina d'Oro - Montagnola (Robbiani)