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La scultura, in legno policromo e dorato, è oggi collocata nella Scuola di San Rocco dell'omonima chiesa di Bellinzona, ma in origine si trovava nella chiesa di Santa Maria di Loreto esistente un tempo in via Orico e demolita nel 1892.
L'opera è attribuita all'ambito di Giacomo del Maino (documentato dal 13 ottobre 1469 al 5 agosto 1503; già morto il 14 ottobre 1505), uno dei protagonisti della scuola lombarda dell'ultimo trentennio del XV secolo.
Secondo l'iconografia classica del tema. che vede la traslazione della Santa Casa della Madonna da Nazareth a Loreto (Ancona) da parte di due angeli, la Vergine siede sulla Santa Casa sollevata ai lati da due angeli e mostra il Bambino eretto reggente il globo terrestre nella mano destra. Il Bambino, in origine nudo, veste un abitino in tessuto di manifattura italiana della metà del XVIII secolo ca.
Il culto della Madonna di Loreto conobbe nelle terre ticinesi una precoce diffusione già verso la fine del XV secolo; esso risulta infatti attestato per la prima volta a Largario, in Val Blenio, nel 1486 e conobbe una certa fortuna per tutto il Cinquecento. Malgrado ciò l'opera resta, dal punto di vista iconografico, un unicum nel vasto panorama della scultura lignea lombarda del Rinascimento, mentre abbondano esempi pittorici, anche precoci.
In occasione della mostra Legni preziosi alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (16 ottobre 2016 - 22 gennaio 2017), l'opera è stata restaurata. L'intervento - di tipo conservativo - ha visto il consolidamento della struttura lignea, della foglia d'oro e degli strati pittorici, l'eliminazione della bronzina applicata sulle dorature originali e la pulitura superficiale delle parti policrome. Queste ultime, eccetto il corpetto a graffito della veste della Vergine e gli incarnati (parzialmente), presentano delle estese ridipinture. Le lacune pittoriche sono state integrate, previa stuccatura, a rigatino. L'angelo a destra della Santa Casa è stato recuperato e ricollocato. Anche l'abito in tessuto del Bambino è stato restaurato.
Attualmente è in corso la seconda fase di restauro, che prevede l'eliminazione delle ridipinture e il parziale recupero degli strati originali.