Collegamenti ecologici
La crescente urbanizzazione del suolo cantonale, in particolare sui fondovalle, ha quale conseguenza non solo l’erosione di superfici libere da utilizzazioni - che possono risultare più o meno rilevanti dal profilo naturalistico - ma anche e soprattutto la frammentazione del territorio.
Ciò significa che comparti territoriali o ambienti che erano precedentemente in comunicazione tra loro, vengono fisicamente separati da opere o utilizzazioni di origine antropica.
Un processo che porta all’interruzione dei collegamenti ecologici, cioè all’impossibilità di garantire gli spostamenti delle popolazioni di organismi vegetali e animali presenti all’interno di una regione geografica e alla loro conseguente segregazione.
L’isolamento degli spazi vitali impedisce pertanto le interazioni interspecifiche e gli scambi intraspecifici, con un conseguente impoverimento del pool genetico che porta inesorabilmente ad una lenta deriva delle specie.
Spazi vitali in grado di garantire la conservazione della biodiversità non devono pertanto esclusivamente estendersi su dimensioni adeguate e possedere una buona qualità, ma devono essere in comunicazione tra loro.
Il concetto di reticolo ecologico assume quindi un particolare significato nell’ambito della tutela delle componenti naturali.
Il concetto di interconnessione può avere diverse scale di lettura.
A livello macroscopico la rete idrografica costituisce ad esempio un reticolo ecologico di estrema rilevanza.
Il mantenimento della struttura ecomorfologica dei corsi d’acqua e dei loro processi naturali garantisce gli scambi tra popolazioni faunistiche diverse.
Su scala locale, la presenza di strutture naturali lineari come ad esempio le siepi o le fasce prative gestite in modo estensivo, assicura assi di spostamento alla fauna minuta all’interno dei comparti agricoli o antropizzati.