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I dieci Consiglieri di Stato più longevi nella storia del Ticino

Per maggiori informazioni, scarica il file Excel con tutti i dati relativi alla storia del Consiglio di Stato in Ticino a questo link.

1. Guglielmo Canevascini (1886-1965), in carica per 13'628 giorni (circa 37 anni e quattro mesi)

Nato il 2 maggio del 1886 a Contra, Guglielmo Canevascini emigrò a 19 anni per un breve periodo in Francia e nelle regioni francofone della Svizzera.  Al rientro in Ticino iniziò la carriera in ambito sindacale come segretario della Camera del Lavoro (1907-1922). Nel corso di questa esperienza fondò il giornale Libera Stampa (1913) e dal 1917 fu a capo del partito socialista ticinese per molti anni. Il politico divenne così il primo socialista a essere eletto in Consiglio di Stato, ricoprendo questa carica per oltre 37 anni (dal 2 maggio 1922 al 24 agosto 1959). Degni di nota furono il suo impegno nel contrastare il fascismo italiano e il suo ruolo di sostenitore della Radio svizzera di lingua italiana, allora Radio Monte Ceneri. Canevascini morì a Lugano il 20 luglio 1965, all’età di 79 anni.

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2. Giorgio Casella (1847-1929), in carica per 9'159 giorni (circa 25 anni e un mese)

Giorgio Casella nacque il 23 ottobre 1847 a Castelletto sopra Ticino, nel vicino Piemonte (Italia). Seguendo le orme del padre dottore, studiò medicina all’Università di Torino. Venne assunto dal Comune di Faido come “medico condotto” e si dedicò alla salute degli abitanti del luogo, inclusi gli operai impiegati nella realizzazione della tratta ferroviaria del San Gottardo. Come membro del partito conservatore fu eletto Consigliere di Stato il primo febbraio 1884 e rimase in carica fino al primo marzo 1909. Nel corso della sua carriera politica fu promotore dell’ideazione del Codice sanitario (1886) e dell’istituzione dell’Ospedale neuropsichiatrico cantonale (1893-94) a Mendrisio. A lui si devono anche la riorganizzazione delle scuole magistrali e del liceo nonché la costituzione della scuola di commercio a Bellinzona. Casella morì il 18 gennaio del 1929, all'età di 81 anni. 

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3. Giovanni Reali (1774-1846), in carica per 9'043 giorni (circa 24 anni e nove mesi)

Giovanni Reali nacque a Cadro nel 1774. Partecipò alla spedizione di Lugano del 15 febbraio 1798 nel tentativo di annettere il Luganese alla Repubblica Cisalpina, costituita da Napoleone Bonaparte nell’Italia settentrionale; poco più tardi, nel 1799, l’insurrezione antifrancese lo costrinse a fuggire all’estero. Quando rientrò in Ticino praticò come avvocato e notaio, entrando nel primo Piccolo Consiglio della storia ticinese (1803-09); fu poi Consigliere di Stato in due occasioni (1815-27, 1830-37) per un impegno in Governo lungo oltre 24 anni. In queste vesti si occupò di sostenere la riforma della Costituzione del 1830, che diede una direzione di stampo liberale e democratico al Ticino. Ricoprì anche le cariche di Segretario di Stato (1837-39) e granconsigliere (1803-27, 1839-46), così come quella di giudice del tribunale d’appello e di amministrazione. Morì nel 1846 a Lugano all’età di 72 anni. 

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4. Giacomo Angelo Lotti (1784-1850), in carica per 7'947 giorni (circa 21 anni e dieci mesi)

Deputato al Gran Consiglio, membro del Consiglio di Stato per più di vent’anni e Landamano reggente a più riprese: Giacomo Angelo Lotti, nato a Bignasco nel 1784, oltre ad essere avvocato e notaio, fu anche un personaggio politico di una certa influenza. Quale membro del Governo visse in prima persona gli avvenimenti della rivoluzione liberale del 1839: quando i liberali - appoggiati dall’indignazione popolare per l’espulsione dei mazziniani Giacomo e Filippo Ciani - rovesciarono l’appena formato governo a maggioranza conservatrice, Lotti fu condannato a sei mesi di lavori forzati per alto tradimento. Le successive elezioni del 1841 portarono al potere i liberali, spingendo Lotti a unirsi ai conservatori in un tentativo di golpe, al fine ribaltare i risultati elettorali.  L’insuccesso della controrivoluzione lo costrinse a scappare a Modena, dove trovò rifugio fino all’amnistia, ottenuta nel 1849. Morì l’anno successivo a Bellinzona. 

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5. Giulio Pocobelli (1766-1843), in carica per 7'738 giorni (circa 21 anni e tre mesi)

Giulio Pocobelli nacque a Melide nel 1766, ma già all’età di 13 anni si trasferì a Torino dove il padre gli trasmisel’arte del costruire coinvolgendolo in alcuni progetti che gli permisero di acquisire padronanza nella progettazione di ponti e strade. Negli anni dell’invasione francese a Torino tornò in Ticino e fu reclutato a capo dei “Volontari rossi” per combattere i Cisalpini, fazione filofrancese intenzionata a prendere il controllo di alcuni territori del Sottoceneri. Riuscì a respingere il nemico fino a Chiasso e per questa vittoria ricevette dal Governo luganese un’onorificenza per il servizio reso alla Patria. In seguito, con la nascita del Cantone Ticino nel 1803, divenne membro della prima composizione del Gran Consiglio e giudice di pace, mentre dal 1815 al 1836 coprì la carica di Consigliere di Stato. Negli anni da politico non smise mai di progettare importanti vie di comunicazione come la strada del Monte Ceneri, il Ponte della Torretta a Bellinzona e la strada del San Bernardino. Morì nella natia Melide il 22 aprile 1843. 

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6. Agostino Demarchi (1813-1890), in carica per 7'670 giorni (circa 21 anni e un mese)

Agostino Demarchi nacque nel 1813 a New Orleans (USA) dove il padre lavorava come architetto, ma già nel 1817 si trasferì con la famiglia in Ticino. Studiò dapprima all’Università di Pavia (dalla quale fu espulso per essere simpatizzante di Mazzini) e poi a quella di Montpellier, che gli conferì la laurea in medicina. Politicamente si schierò con i liberali radicali e fu eletto in Gran Consiglio nel 1839, anno in cui partecipò all’ “insurrezione liberale”; fu poi Consigliere di Stato dal 1848 al 1861 e successivamente nel periodo 1868-76. La carriera politica lo portò a rappresentare il Ticino anche negli organi federali: nel 1843 fu inviato alla Dieta federale, dal 1850 al 1854 ricoprì la carica di deputato al Consiglio nazionale mentre dal 1866 al 1868 sedette nel Consiglio degli Stati. Grande sostenitore dell’educazione popolare, fondò la scuola superiore di Curio e l’asilo ad Astano. Morì il 20 febbraio 1890 all’età di 76 anni. 

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7. Andrea Caglioni (1763-1825), in carica per 7'458 giorni (circa 20 anni e sei mesi)

Nato ad Ascona nel 1763, Andrea Caglioni praticò la professione di avvocato. Frequentò il collegio Papio di Ascona e l’Elvetico di Milano, per poi roseguire gli studi universitari in giurisprudenza a Friburgo (Germania). Ricoprì diverse cariche istituzionali, tra cui quelle di luogotenente del balivo di Locarno, segretario del Governo provvisorio di Locarno, membro e presidente del Senato, consigliere legislatore e giudice al Tribunale supremo della Repubblica Elvetica. Fu deputato al Gran Consiglio (1803-25), membro del Governo (1803-09, 1811-25), Landamano del Ticino (1817-18) e inviato alla Dieta federale 11 volte. Ebbe un importante ruolo nel fare in modo che la Leventina rimanesse nei confini ticinesi e non si unisse al Cantone Uri, consolidando l’integrità dei Cantoni, ribadita anche al Congresso di Vienna del 1814-15, al quale Caglioni prese parte. Morì improvvisamente sul passo del San Gottardo il 23 ottobre 1825, mentre era di ritorno da una missione ufficiale ad Altdorf.

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8. Giovanni Battista Maggi (1775-1835), in carica per 7'390 giorni (circa 20 anni e tre mesi)

Originario di Castel San Pietro, Giovanni Battista Maggi nacque nel 1775 e crebbe in una famiglia attiva nel settore del credito e del commercio. Conseguiti gli studi per diventare avvocato e notaio, nell’anno dell’emancipazione dei baliaggi ticinesi assunse la carica di presidente del governo provvisorio – di tendenza filocisalpina – di Mendrisio. Come rappresentante del governo, a Milano sostenne l’annessione del Mendrisiotto alla Repubblica Cisalpina, ma in seguito ai moti antifrancesi del 1799 lasciò il Ticino. All’estero si arruolò nell’esercito di Napoleone e si distinse nella battaglia di Marengo contro gli austriaci. Nel contesto della Mediazione divenne membro delle prime composizioni del Gran Consiglio (1803-34) e del Consiglio di Stato (1803-11, 1815-27); fu inoltre scelto come Landamano (1815-19, 1824-26) e inviato alla Dieta federale in numerose occasioni. Si oppose alle misure antiliberali di Giovanni Battista Quadri e, al fine di porre fine a quest’ultime, sostenne la riforma della Costituzione del 1830.  Morì nella città natale nel 1835, all’età di 59 anni.

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9. Angiolo Martignoni (1890-1952), in carica per 7'189 giorni (circa 19 anni e nove mesi)

Angiolo Martignoni nacque a Lugano nel 1890. Dopo gli studi liceali proseguì la formazione in diritto alle Università di Heidelberg e Berna, ottenendo anche un dottorato. Oltre a praticare come avvocato e notaio, seguì le orme del padre Gaspare - ragioniere e deputato al parlamento - ed entrò in Gran Consiglio tra le file dei conservatori. Dopo due anni nel potere legislativo, fu eletto in Governo e coprì la carica di Consigliere di Stato per due decenni (1927-47). Nel corso della carriera politica si adoperò prima per la creazione e lo sviluppo dell’Ufficio cantonale di statistica e più tardi per modernizzare, rinnovare e razionalizzare l’agricoltura ticinese. Qualche anno dopo l'uscita dal Governo, nel 1951 fece di nuovo ritorno in Gran Consiglio in una lista denominata "Vecchi conservatori e agrari". Morì a Lugano un anno più tardi, nel 1952, all’età di 61 anni. 

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10. Giovanni Battista Quadri (1777-1839), in carica per 7'172 giorni (circa 19 anni e otto mesi)

Avvocato e notaio, Giovanni Battista Quadri nacque a Magliaso nel 1777. Come membro dei “patrioti” filocisalpini, fu forzato a rifugiarsi all’estero durante i moti antifrancesi del 1799; si arruolò qualche anno dopo nell’esercito francese in Italia. Al rientro in Ticino fu Granconsigliere (1803-34) e Consigliere di Stato (1803-07; 1815-30). In concomitanza della caduta di Napoleone e della restaurazione delle monarchie assolute in Europa, divenne uno dei principali esponenti del regime dei Landamani. Insieme ai colleghi del Consiglio di Stato, Quadri lasciò al Cantone un’importante eredità: nel 1816 infatti il Ticino fu dotato del primo Codice penale e del relativo Codice di procedura penale, seguito nel 1821 dal Codice di procedura civile. Il suo governo riuscì anche a portare a termine la strada del San Gottardo, con effetti positivi su traffico e commercio. Con la riforma costituzionale del 1830 il Governo cadde e Quadri fu accusato (ma poi assolto) di abusi e frode ai danni dello Stato. Morì nel 1839.

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