Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Prima Fase

Nella prima fase del lavoro i partecipanti si sono occupati di definire il contesto, durante tre distinti momenti: lavoro a gruppi, condivisione dei risultati con membri di altri gruppi e discussione in sessione plenaria. Per avviare la riflessione, ai partecipanti è stato chiesto anzitutto di rispondere ad alcune «domande di ingaggio».

1. Descrivete il concetto di benessere in Ticino nel 2040, quindi identificate cosa e come (eventualmente) cambierà rispetta ad oggi.

Il concetto di «benessere» è stato definito in modo eterogeneo dai vari partecipanti: un elemento che però accomuna tutte le definizioni è la combinazione di più fattori individuali e collettivi che concorrono nel favorire il raggiungimento dello stato di benessere. Un gruppo, ad esempio, ha legato il benessere a quattro concetti: realizzazione personale (lavoro, formazione, famiglia…), ambiente naturale (clima, approvvigionamento...), ambiente costruito (estetica, cultura, pianificazione...) e coesione sociale (tra generazioni, culture, gruppi sociali…). Un altro gruppo ha aggiunto che il «benessere» dell’individuo consiste nella facoltà di essere e agire, attivando le competenze e le risorse necessarie per vivere pienamente: questi fattori, in relazione con i valori personali, permettono alla persona di raggiungere uno stato di benessere. È stato comunque sottolineato che il «benessere» è un concetto dinamico, da considerare in relazione ai costanti mutamenti del contesto di vita e alla complessità dell’esperienza personale.

Una questione sollevata da diversi gruppi è l’idea che nel 2040 occorrerà fondare il benessere su una visione più olistica rispetto a quella del 2023 – ancora plasmata da (dis)valori come materialismo, individualismo, compartimentazione della vita sociale e da una visione antropocentrica e economicistica del mondo. 

Per favorire questa trasformazione, bisognerà anzitutto attribuire il giusto valore al territorio e alle sue risorse, promuovendone un uso ragionevole (ad esempio, creando sufficienti spazi verdi nelle zone urbane). In secondo luogo, servirà un diverso equilibrio tra tempo libero e tempo occupato, per garantire alle persone più benessere fisico, mentale e sociale. Infine, migliorare la qualità dell’ambiente costruito sarà indispensabile per facilitare la creazione di vita nei quartieri e della necessaria coesione, sociale e intergenerazionale. 

2. Da quali fattori materiali e immateriali dipenderà?

Anche in questo caso le risposte dei gruppi sembrano a prima vista divergere. Dopo un’analisi più attenta, emerge tuttavia una certa convergenza soprattutto su fattori come tecnologia, salute fisica e mentale, ambiente, tempo e relazioni sociali

Altre idee emerse riguardano la ridistribuzione della ricchezza, la demografia, i nuovi modelli di lavoro, la parità di genere e altro ancora.

3. Quali condizioni saranno essenziali per garantire questi fattori?

Tra le condizioni essenziali per aumentare il benessere spicca l’accessibilità ai servizi (sanitari, sociali, di mobilità…), quale presupposto essenziale. Accanto all’accessibilità, un forte accento è stato posto sul lavoro, in particolare a livello di garanzia di impieghi a valore aggiunto. Non devono inoltre mancare la volontà di gestire in modo equilibrato le risorse, la capacità di trasformazione (spirito critico), la stabilità politica e un alto grado di efficienza delle istituzioni.
 

4. Quale ruolo dello Stato vedete in questo algoritmo (fattori/condizioni)?

I compiti dello Stato legati al benessere personale e collettivo sono numerosi, ma gran parte di essi ha un elemento comune: un ruolo attivo, e non solo reattivo, dell’ente pubblico. Quest’ultimo, oltre a risolvere i problemi, è quindi chiamato anche ad anticipare le sfide che potrebbero emergere in futuro. Lo Stato dovrà inoltre favorire, all’interno del sistema democratico partecipativo, la progettazione condivisa di un nuovo «patto sociale» che consenta alla collettività di sviluppare i progetti legati alla promozione del benessere. In questo contesto si inseriscono anche l’idea dello Stato come «agevolatore di iniziative», e quella per cui lo Stato dovrebbe dettare i termini per attuare condizioni favorevoli al benessere individuale e collettivo.

Nella fase successiva dell’esercizio, ai partecipanti è stato chiesto di spostarsi e ascoltare le risposte degli altri gruppi. Queste ultime sono state poi condivise in sessione plenaria. È di seguito riportata una sintesi di quanto emerso.

  1. Da qui al 2040 muteranno i modelli di successo. L’idea univoca del successo economico sarà affiancata da altre prospettive, oggi già presenti tra i giovani.
  2. Tra i trend attesi per il 2040, la longevità avrà un ruolo centrale: l’invecchiamento porterà più fragilità, ma rappresenterà anche un’opportunità. 
  3. In ambito sanitario l’importanza della prevenzione crescerà e in parte rimpiazzerà la cura. In questo senso è emersa anche una sfida per lo Stato: provare a precorrere i tempi, nel segno del dinamismo e della flessibilità.
  4. L’equilibrio tra lavoro e tempo libero muterà in modo marcato: acquisirà più valore il tempo al di fuori del lavoro, che rimarrà parte integrante della vita, ma non ne costituirà più l’elemento centrale.
  5. Nel 2040 ci sarà più consapevolezza dei limiti delle risorse naturali e ne verrà fatto un uso più oculato rispetto a oggi.
  6. L’individualismo sarà sostituito da migliori interazioni sociali, in parte promosse anche dallo Stato, che avrà un ruolo essenziale nel definire un nuovo patto sociale, progettato in modo condiviso attraverso il sistema democratico-partecipativo.