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Quarta Fase

Anche la quarta e ultima fase del lavoro è suddivisa in due distinti momenti: il primo di gruppo e il secondo di condivisione in sessione plenaria. Ai partecipanti, ripartiti in cinque gruppi tematici, è stato chiesto di riflettere su un macro-argomento, allo scopo di individuare le sfide che attendono il Cantone e trovare gli strumenti per affrontarle. 

Di seguito, sono riportate una panoramica delle domande poste ai gruppi e una breve sintesi dei principali risultati emersi durante la sessione plenaria. 

Gruppo Salute

La prevalenza delle malattie non trasmissibili rimarrà il fardello maggiore per il sistema sanitario (cancro, diabete, malattie del sistema nervoso e dell’apparato cardio-respiratorio ecc.). Possiamo intervenire per mitigare questa tendenza? 

Diverse malattie emergenti potrebbero aumentare la loro incidenza in Ticino a causa del cambiamento climatico. Cosa dovrà cambiare, da qui al 2040, per fronteggiare questo problema? 

Fino a dove è giusto che la politica si spinga per prevenire comportamenti e stili di vita non favorevoli alla salute e dipendenze con o senza sostanze (alimentazione, sedentarietà, stress, sonno, fumo, alcol, droghe, farmaci ecc.)?

La sostenibilità finanziaria del sistema sanitario svizzero è stata messa a diverse riprese in discussione e i costi sanitari in Ticino sono in costante aumento. Come possiamo intervenire per invertire la rotta?

  • La lotta alle malattie non trasmissibili passa da un cambiamento degli stili di vita (alimentazione sana, movimento, riduzione dello stress ecc.) e da una maggiore prevenzione, non solo informativa, ma anche sotto forma di screening regolari (es. mammografia). Un’evoluzione positiva potrebbe giungere grazie a una riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e delle altre risorse naturali. Per invertire la tendenza occorrerà inoltre sviluppare nuovi farmaci e terapie, quindi investire nella ricerca e seguire il concetto di «Health in all policies», che prevede di tenere in considerazione l’impatto sulla salute in tutte le politiche settoriali.
  • Grazie a una migliore consapevolezza del legame tra cambiamenti climatici e insorgenza di alcune malattie, sarà possibile agire per prevenirle.
  • È stata sollevata l’idea di introdurre tasse sugli alimenti e le sostanze non salutari, così da diminuire i rischi per la salute. Un altro approccio consiste nel fare leva sulle esternalità negative che alcuni comportamenti provocano a terzi (es. fumo passivo). Infine, in questo campo è considerata decisiva l’informazione, anche rispetto ai nuovi prodotti (es. sigarette elettroniche).
  • Arginare la crescita dei costi della salute richiede un approccio che si può riassumere nella parola «riduzione»: occorre ridurre il consumo individuale di servizi medici e le aspettative del paziente, ma anche ridurre gli esami inutili da parte dei medici e le visite specialistiche, per esempio favorendo il passaggio al modello del medico di famiglia. Bisognerà infine riflettere su come limitare le spese sanitarie durante l’ultimo anno di vita, che attualmente in Svizzera ammontano al 50% delle spese mediche totali generate da un individuo durante l’arco di tutta la vita.

Gruppo Mobilità

Quali interventi concreti sono indispensabili per migliorare il trasporto di merci in e attraverso il Ticino? 

In che modo potremo rendere la mobilità in Ticino nel 2040 più sostenibile, rispetto alla situazione attuale? 

Nonostante un visibile cambiamento negli ultimi anni, l’utilizzo dell’automobile privata in Ticino rimane preponderante. Esistono limiti al ruolo che il trasporto pubblico può svolgere in futuro?

  • Per migliorare il trasporto di merci, è stata sollevata la possibilità di sfruttare meglio il trasporto su rotaia attraverso il Monte Ceneri, ma anche di ricorrere – dove possibile – a nuove tecnologie (es. droni). In ogni caso, bisognerà collaborare a livello svizzero ed europeo per trovare soluzioni comuni, poiché il Ticino da solo non potrà ottenere risultati significativi.
  • Come in molti altri casi la sostenibilità parte dall’educazione, sin dall’infanzia, ad abitudini e pratiche che comportino meno carico sulla rete stradale, come la mobilità lenta e l’uso del trasporto pubblico. La diffusione di queste nuove abitudini è ovviamente legata alla presenza di un’infrastruttura adeguata: bisognerà quindi dare più spazio alle corsie per i ciclisti, i pedoni e i mezzi pubblici. In tema di protezione ambientale, l’elettrificazione del parco veicoli – già in atto – dovrebbe ridurre in modo marcato le emissioni di gas inquinanti. Il gruppo ha infine menzionato la necessità di una ripartizione causale più efficace dei costi provocati dalla mobilità e la problematica dei parcheggi. L’utilizzo dell’automobile è infatti condizionato dalla disponibilità di luoghi per la sosta: se mancano, gli individui saranno costretti a trovare alternative per spostarsi.
  • Il trasporto pubblico ha in ogni caso dei limiti, oggettivi e soggettivi. La minore capillarità spaziale e flessibilità temporale rispetto all’automobile sono un limite oggettivo. Per contro, l’obbligo alla socialità nel mezzo pubblico, non sempre tollerato in una società abituata alla cultura dello spazio privato che offre l’automobile, è un limite soggettivo. 

Gruppo Vita sociale

Quali provvedimenti sono auspicabili per arricchire la vita sociale della popolazione ticinese, in particolare per quanto riguarda gli spazi aggregativi (infrastruttura e contenuti)? 

La vita sociale in Ticino ha punti di forza e debolezze particolari, rispetto al resto della Svizzera, sui quali occorre intervenire?

  • In futuro occorreranno spazi dove possano «accadere cose», grazie a proposte variegate e alla capacità di soddisfare esigenze differenziate. Inoltre, andrà favorita la nascita di iniziative dal basso: sarà necessario avere un interlocutore che possa recepirle ed elaborarle.
  • I punti di forza del Ticino sono le competenze linguistiche, il clima mite, il potenziale non utilizzato delle strutture e il volontariato. I punti di debolezza sui quali lavorare sono invece la paura alla diversità e al cambiamento, la mancanza di coordinamento delle iniziative, il provincialismo e la cultura elitaria. 

Gruppo Situazione abitativa

Un pilastro della qualità di vita è una situazione abitativa che corrisponda alle proprie aspettative di sicurezza, appartenenza, stima, autorealizzazione e condizioni ambientali favorevoli alla salute (inquinamento atmosferico e fonico, mobilità lenta, isole di calore, ecc.). Cosa occorre per fare sì che questi bisogni siano soddisfatti nel Ticino del 2040? 

La popolazione ticinese dovrebbe rimanere numericamente stabile entro il 2040, sebbene invecchiata e familiarmente atomizzata. Come cambierà l’occupazione del territorio a scopo abitativo, in ragione di queste evoluzioni e della richiesta di uno sviluppo centripeto dal punto di vista pianificatorio? 

Il cambiamento climatico (es. canicola estiva, siccità, ecc.) potrebbe avere un impatto sulle scelte abitative della popolazione ticinese?

  • Per aumentare la qualità di vita nella sfera abitativa, bisognerà aggiornare i piani regolatori in base alle nuove esigenze e ai nuovi concetti abitativi.
  • Nei prossimi anni è atteso lo sviluppo di quartieri misti dal punto di vista della funzionalità. In altre parole, i cittadini continueranno a vivere nei fondovalle, ma in quartieri misti e con modalità di abitazione collettive.
  • Il cambiamento climatico avrà un impatto sulle scelte abitative: la popolazione sarà attratta da quartieri più «verdi», caratterizzati da parchi, alberi, corsi d’acqua 

Gruppo Qualità ambientale

Anche in Ticino il clima sta cambiando, con conseguenze evidenti sul territorio. Secondo voi, come sarà il Ticino nel 2040? Quali risorse sarà necessario proteggere, e come? Quali problemi e quali opportunità vedete? 

Le conquiste tecnologiche hanno permesso all’uomo di proteggersi dalle forze naturali e di prosperare come mai prima d’ora, ma hanno prodotto squilibrio: quali sono le azioni prioritarie per migliorare la convivenza tra esseri umani e natura?

Durante il workshop inaugurale del 3 settembre 2022 era stata denunciata la mancanza generalizzata di un «senso d’urgenza» sul tema del degrado ambientale e il suo impatto anche sulla salute. Come è possibile stimolare questa consapevolezza senza cadere nell’allarmismo ideologico?  

  • In futuro il Ticino sarà più caldo e sarà toccato da precipitazioni intense ed eterogenee e fenomeni estremi più frequenti (canicola, siccità ecc). Sarà perciò necessario proteggere in modo particolare due risorse: acqua e suolo. In questo ambito i problemi appaiono più numerosi delle opportunità, che si riducono al potenziale per nuove coltivazioni agricole e all’estensione delle modalità di fruizione turistica del territorio. Tra i problemi, per contro, rientrano la diminuzione del potenziale energetico delle risorse idriche, la perdita di biodiversità, la diffusione di neofite e vettori di malattie, la carenza di neve.
  • La convivenza tra essere umani e natura non è possibile senza la consapevolezza dell’impatto collettivo dello stile di vita individuale. Accanto a questa presa di coscienza, occorrerà gestire in maniera più oculata le risorse e agire sulle cause del degrado ambientale, ad esempio attraverso la decarbonizzazione. 
  • Per stimolare il «senso d’urgenza» delle persone bisognerà lavorare sull’educazione. Andranno sensibilizzate le fasce della popolazione che sono ormai fuori dai cicli di vita formativi, bisognerà coinvolgere le nuove generazioni nei processi decisionali, comunicare e mettere in evidenza gli esempi virtuosi, coinvolgere le associazioni di quartiere, insistere sulle opportunità che derivano da una risposta efficace alle sfide ambientali, e molto altro ancora.