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Quarta Fase

Anche la quarta e ultima fase del lavoro è suddivisa in due distinti momenti: il primo di gruppo e il secondo di condivisione in sessione plenaria. Ai partecipanti, ripartiti in tre gruppi tematici, è stato chiesto di riflettere su un macro-argomento, allo scopo di individuare le sfide che attendono il Cantone e trovare gli strumenti per affrontarle. 

Di seguito, sono riportate una panoramica delle domande poste ai gruppi e una breve sintesi dei principali risultati emersi durante la sessione plenaria. 

Gruppo Governance

In occasione di precedenti Workshop del progetto «Prospettiva 2040», è stata sollevata una certa tendenza a considerare lo Stato come un «risolutore di problemi universale»: questo comportamento si traduce in un aumento della spesa pubblica. Cambiare a livello di governance potrebbe modificare questa tendenza? Se sì, in che modo? In tutto questo, che ruolo gioca la responsabilità individuale?

È inoltre emersa l’esigenza di disporre di una burocrazia e di processi decisionali più snelli. Ritenete sia possibile uno snellimento in tal senso? Se sì, qual è la via da percorrere?

A volte si ha l’impressione che le scelte politiche siano orientate dall’esecutivo piuttosto che dal legislativo: ritenete sia possibile responsabilizzare maggiormente in tal senso il legislativo nelle scelte politiche? Se sì, come?

  • Secondo il gruppo che si è occupato di governance, è possibile invertire l’aumento della spesa pubblica: un fenomeno legato alla tendenza a considerare lo Stato «risolutore di problemi universale». Per farlo, occorrerà definire obiettivi politici chiari e condivisi: è dunque indispensabile definire cosa il Ticino vuole raggiungere e con quali risorse. Questo esercizio dovrà essere accompagnato da una responsabilizzazione delle unità amministrative, sulla base di obiettivi da raggiungere e di una attenta valutazione delle risorse necessarie.
  • Per ridurre la burocrazia e rendere i processi decisionali più snelli è stata avanzata l’idea di ripensare i diritti procedurali e ricorsuali, che rallentano l’operato delle istituzioni, e di compiere una revisione dei processi di consultazione. Inoltre, per aumentare l’efficienza dell’Amministrazione cantonale è stato suggerito di armonizzare leggi e regolamenti eliminando le attuali sovrapposizioni. Occorrerà infine migliorare la condivisione di dati e informazioni tra le unità amministrative. 

Gruppo Democrazia

Nonostante gli sforzi per sensibilizzare la popolazione, soprattutto giovane, alle elezioni cantonali del 2 aprile ha partecipato al voto solo il 55,99% dell’elettorato ticinese: si è così confermata una tendenza calante che osserviamo dal 2015. È possibile intervenire per invertire questa tendenza al disinteresse e all’astensionismo? Che futuro possiamo immaginare per la partecipazione democratica, anche alla luce della digitalizzazione dei processi politici? 

È possibile migliorare il nostro sistema democratico rappresentativo attraverso l’integrazione di altri modelli di democrazia? Come è possibile valorizzare la volontà del popolo e avvicinarlo ai processi decisionali?

In che misura il disimpegno crescente della cittadinanza condizionerà la capacità di governance in Ticino nei prossimi vent’anni?

  • Per avere in futuro una cittadinanza più partecipe alla vita politica cantonale sarebbe opportuno già oggi agire sull’educazione: questo compito non spetta tuttavia solo al docente di civica, ma anche agli altri insegnanti, per esempio affrontando in classe temi posti in votazione o vicini ai giovani. In questo senso, un mezzo utile per trasmettere il senso civico ai giovani (ma non solo) è una comunicazione coinvolgente che adotti un approccio meno burocratico.
  • Diversi progetti pilota di democrazia deliberativa e partecipativa (es. «Buon governo degli Enti locali» a Faido) si sono dimostrati capaci di raccogliere le opinioni della cittadinanza e di includerla nelle decisioni. In futuro sarà sempre più necessario diffondere questo tipo di pratica e adottarla a livello comunale e cantonale. La digitalizzazione del voto, insieme alle altre trasformazioni tecnologiche in atto, potrebbe contribuire a rendere la politica più vicina alle cittadine e ai cittadini.
  • Piuttosto che sul disimpegno civico, le risposte dei partecipanti si sono orientate su ciò che può essere fatto per evitare che il problema si estenda ulteriormente. È emersa l’opinione condivisa che la cittadinanza vada coinvolta più spesso – non solo in occasione delle elezioni, evitando che le decisioni democratiche diventino espressione del dominio di una minoranza motivata (o di pochissimi votanti) su una maggioranza di astensionisti. In questo scenario, il rischio è infatti che il risentimento del cittadino (assenteista) verso lo Stato cresca fino al punto di rottura. 

Gruppo Impegno comunitario

Individualismo e egoismo tolgono linfa all’impegno comunitario. Siete d’accordo con questa analisi? Motivate la vostra risposta.

In quale misura le trasformazioni in atto a livello internazionale (demografiche, sociali, tecnologiche) influenzeranno il modo di impegnarsi per la comunità nei prossimi 20 anni?

Come sarà possibile accrescere il senso di comunità nel nostro Cantone e indurre gli individui a svolgere maggiormente attività di volontariato e a impegnarsi nella cosa pubblica? 

  • Sebbene i membri di questo gruppo si siano detti d’accordo con l’affermazione che l’erosione dell’impegno comunitario sia provocata anche da individualismo e egoismo, è stato sottolineato che il contesto generale crea un ambiente sfavorevole. Stili di vita, pendolarismo e altri fattori stancano le persone e le privano di tempo e energie utili a svolgere potenzialmente attività di carattere comunitario.
  • Per accrescere il senso di comunità e indurre i cittadini a impegnarsi più intensamente in attività di volontariato è stata avanzata l’idea di promuovere la cultura del volontariato all’interno di aziende ed enti pubblici, in modo da innescare un passaggio di consegne e sgravare lo Stato da molti dei compiti che oggi gli sono stati assegnati. Questa promozione dovrebbe avvenire su più piani: formazione per un volontariato di qualità, incentivazione e riconoscimento ufficiale del volontariato, utilizzo di una narrativa multicanale per promuovere le buone pratiche ecc.