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La scuola è un’istituzione fondamentale della società, a cui è affidato un com-
pito formativo che concerne l’individuo e la collettività.Un compito che deve
essere svolto nel migliore dei modi. In un mondo in rapida evoluzione, ciò
richiede evidentemente una capacità di innovazione costante. Fenomeni quali
il multiculturalismo, le nuovemodalità di informarsi e di apprendere, la mole
degli stimoli a disposizione, la presenza di nuovi modelli e culture familiari, il
ruolo dei media sociali non sono altro che alcuni degli aspetti di quanto sta
avvenendo.
Proprio per introdurre un rinnovamento consistente nel sistema formativo
attuale è stato costituito nell’agosto 2013 un gruppo di lavoro composto di
diverse figure professionali attive nel mondo della scuola, il quale ha avuto il
compito di immaginare“la scuola che verrà” (
si veda il riquadro
).
La riforma chequi vienepresentataprende vita sullabasedi due concetti chia-
ve:continuitàe innovazione.
Continuità
,poiché si basa su alcuni capisaldi della
scuola ticinese che non saranno rimessi in questione, e
innovazione
, che il
progettoqui elaboratoporterà con sé,soprattuttoa livellopraticoeoperativo.
Un importante cambiamento è già in atto attraverso la revisione dei
Piani
di studio
, che, pur mantenendo una continuità con il passato, propone il rin-
novamento dei
curricula
attraverso un’accentuata visione unitaria dell’intera
scuola obbligatoria e una didattica per competenze.Un’evoluzione di questo
tipo implica inmodo evidente la necessità di una riflessione più ampia e pro-
fonda sulla scuola obbligatoria e di un ripensamento del sistema scolastico
ticinese anche sul pianoorganizzativo e pedagogico.
Tre sono i capisaldi della scuola ticinese che hanno sempre guidato le rifles-
sioni condotte in questi mesi.
Unprimoprincipio,chepossiamodefiniredi tipoetico,è certamente il postu-
latodell’
educabilità
di ogni allievo
, secondo cui chiunque, indipendentemente
dalla propria origine sociale e culturale, possiede un potenziale (cognitivo,
creativo, comunicativo, ecc.) chemerita e richiede di essere sviluppato.
Accanto a questo, sempre sul piano etico, sono riaffermati i due principi
dell’
inclusività
e dell’
eterogeneità
. Una scuola inclusiva vuole andare oltre
la semplice integrazione e si propone non solo di accogliere al proprio inter-
no allievi diversi fra loro – come già succede da alcuni decenni –ma pure di
fornire loromaggiori e adeguateopportunità formative anchequandoesisto-
no difficoltà di ordine cognitivo o di altro tipo. La nuova scuola dell’obbligo si
propone di diversificare la sua offerta di strategie didattiche e pedagogiche
in modo da tenere conto delle differenze esistenti fra gli allievi in termini di
rapidità e di stili di apprendimento. Ciò non implica la rinuncia alla possibilità
di scolarizzazione speciale, che avviene tuttavia solo dopo la verifica della sua
effettiva utilità per l’allievo. Una scuola inclusiva, che vince questa sfida di ac-
coglienza e di adattamento delle strategie formative, contribuisce inmaniera
decisiva alla coesione sociale del Paese.