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Il federalismo è un tema oggi più che mai al centro del dibattito politico. L'eco suscitata dalla terza conferenza nazionale, organizzata a Mendrisio il 26 e il 27 maggio dello scorso anno, lo ha dimostrato.
Il federalismo svizzero, datato 1848, è oggi ancora adeguato? E lo sarà anche nelle sfide future? Quesiti e riflessioni che sono stati al centro della terza Conferenza nazionale sul federalismo svoltasi a maggio del 2011 a Mendrisio e che ora può contare su di una pregevole pubblicazione in cui sono riportati gli interventi e sintetizzati i dibattiti.
Chaque canton a droit à deux sénateurs au Conseil des Etats, ce qui constitue une profonde inégalité au vu de l'évolution démographique: le vote d'un Uranais vaut aujourd'hui plus de 33 fois celui d'un Zurichois. Il faut changer les règles du jeu, sans bousculer l'esprit des institutions
«Ticino, unique, différent et ailleurs»: così si è espresso il professor Martin Schuler (geografo dell'EPFL) a conclusione della sua «analisi dei mutamenti spaziali della Svizzera dal 1848 ad oggi», con la quale si era aperta, il 26 maggio scorso a Mendrisio, la terza Conferenza nazionale sul federalismo. La territorialità dell'Elvezia di questo primo scorcio del XXI secolo si lascerebbe caratterizzare da due aree metropolitane sempre più emergenti (Zurigo e l'Arco lemanico) attorniate da una grande periferia urbanizzata. Il Ticino ne esce come un caso particolare. Le tre qualifiche non sono né casuali né indifferenti, anche per il contesto nazionale.
Siamo fortunati di poter vivere in un paese nato, in sostanza, dal federalismo, che grazie anche alla democrazia diretta, permette a noi cittadini in molti casi dire la nostra e decidere su argomenti che spesso ci toccano da vicino. Le votazioni di domenica 5 giugno ne sono un bell'esempio. Diversi aspetti del federalismo sono stati oggetto della terza Conferenza nazionale sul federalismo a Mendrisio, qualche settimana fa, con la partecipazione di consiglieri federali, consiglieri di Stato, parlamentari, professori, rappresentati dell'economia, semplici cittadini e giornalisti.
Il federalismo ha un futuro anche se le nuove dinamiche territoriali impongono degli adeguamenti allo scopo di rivitalizzare un modello istituzionale che ha fatto le fortune della Svizzera. Il nostro Paese non può rinunciare alla struttura federalista perché è quella che ha permesso e consente tuttora di cementare la coesione tra entità regionali, realtà economicosociali e culturali diverse fra loro. È questo il messaggio uscito dalla Conferenza nazionale svoltasi a Mendrisio tra giovedì e ieri. Confederazione, Cantoni e Comuni devono «continuare a camminare assieme» perché tutti hanno un ruolo da svolgere per mantenere e rafforzare la solidità della Svizzera. Lo ha sostenuto la consigliera federale Simonetta Sommaruga citando alcuni esempi come quello della politica dell'integrazione e, di tutta attualità, il futuro energetico del Paese.
Die Schweiz spaltet sich in Agglomerationen und Randgebiete. Zugleich fühlen sich die Städte vom Bund kaum angehört. Das schafft Konfliktpotenzial.
La seconda e ultima giornata della conferenza nazionale sul federalismo, tenutasi ieri all'Accademia di Mendrisio, ha visto la partecipazione della consigliera federale Simonetta Sommaruga. Nel suo saluto iniziale ha voluto commentare la recente decisione del Consiglio federale sull'abbandono dell'energia nucleare definendola un «primo passo», aggiungendo che «ci sarà molto lavoro da fare nei prossimi anni. Senza un federalismo funzionante non sarà possibile abbandonare il nucleare. I Cantoni giocheranno un ruolo centrale in questo». Addentrandosi in seguito nel tema della conferenza ha parlato anche del Ticino osservando come sia «profondamente mutato sotto la spinta di una crescente mobilità» e ha definito questa la «causa primaria delle sfide territoriali che il federalismo si trova ad affrontare».
Il federalismo è vivo più che mai. Con tenacia e sicurezza il concetto è stato ribadito durante i due giorni della Terza Conferenza nazionale sul Federalismo tenutasi a Mendrisio ieri e giovedì. Proprio ieri una tavola rotonda ha riunito esponenti di spicco dei partiti nazionali e la Consigliera federale Simonettta Sommaruga attorno al tema del significato del Consiglio degli Stati e del coordinamento (e competitività) tra Cantoni.
Non è facile fare la sintesi della terza conferenza nazionale sul federalismo, che ha avuto luogo giovedì e venerdì a Mendrisio. Le relazioni, così come l'attività dei gruppi di lavoro, hanno toccato numerose tematiche, legate più o meno direttamente alla questione federalista.
L'Accademia di Mendrisio ha ospitato ieri la prima giornata della terza conferenza nazionale sul federalismo. L'obiettivo è quello d'interrogarsi sulle opportunità e sui limiti istituzionali che un sistema federale implica. Gli interventi hanno visto come interlocutori gli esponenti del mondo politico, economico e della ricerca elvetico.
Il federalismo è un sistema politico con un futuro, ma le molte responsabilità assunte da Cantoni e Comuni non dovrebbero condurre all'immobilismo e all'isolamento. Ne sono convinti i 320 partecipanti alla terza Conferenza nazionale sul federalismo in corso di svolgimento proprio in questi giorni a Mendrisio. Rappresentanti del mondo politico, economico, scientifico e dell'Amministrazione federale, ma non solo, sono riuniti per due giorni (ieri e oggi) all'Accademia di architettura per proporre soluzioni concrete per rafforzare il federalismo ed adattarlo all'evoluzione dei tempi. L'accento è posto sulle nuove sfide territoriali dovute ai mutamenti socioeconomici, demografici, culturali e tecnologici.
Der Staatsrechtler Bernhard Waldmann erachtet territoriale Neuordnungen auf Kantonsebene vorläufig für nicht realistisch. Geeignete Brücken zwischen politischer Gliederung und funktionalen Räumen seien Regional oder Metropolitan Konferenzen.
Oggi a Mendrisio si apre la Conferenza nazionale sulle nuove sfide territoriali. Luigi Pedrazzini è il presidente della terza conferenza nazionale sul federalismo che si apre oggi a Mendrisio. Il CdT l'ha intervistato.
Che cos'è il federalismo per gli svizzeri? Quali problemi pone oggi e come dovrà cambiare in futuro? A queste domande vuole dare risposte la terza Conferenza nazionale sul federalismo, che si terrà giovedì 26 e venerdì 27 maggio a Mendrisio, presso l'Accademia di Architettura.
Giovedì 26 e venerdì 27 maggio, negli spazi dell'Accademia di Architettura di Mendrisio, avrà luogo la terza Conferenza nazionale sul federalismo. Da tutta la Svizzera e dall'estero sono attesi esponenti del mondo economico, scientifico e dell'amministrazione, nonché consiglieri di Stato e granconsiglieri. È inoltre previsto l'intervento della Consigliera federale Simonetta Sommaruga, dell'ex consigliere federale Arnold Koller, dell'ex consigliere di Stato Luigi Pedrazzini, del Cancelliere di Stato Giampiero Gianella, dei presidenti della Regione Lombardia Roberto Formigoni e della Regione Veneto Luca Zaia.
Al via una rassegna d'incontri per riflettere sui rapporti reciproci e la cooperazione. Il 16 e il 17 maggio a Lugano vertice delle delegazioni parlamentari svizzera e UE
Con la globalizzazione, in Svizzera i rapporti fra le regioni periferiche e Berna sono sempre più difficoltosi anche a causa di una maggiore competitività fra i cantoni. Come si inserisce la minoranza Ticino in questo contesto? A colloquio con il politologo Oscar Mazzoleni
Un'occasione per interrogarsi sulle opportunità e sui limiti delle risposte istituzionali attuali, dal punto di vista delle dinamiche demografiche, economiche e territoriali.
Dopo la Svizzera francese nel 2005 (Friburgo) e quella tedesca nel 2008 (Baden), la regione elvetica in cui si svolgerà quest'anno la terza Conferenza nazionale sul federalismo i prossimi 26 e 27 maggio non poteva che essere quella italiana. La località designata è stata Mendrisio. Ieri il programma definitivo è stato presentato all'Accademia di architettura, nei cui spazi si terranno dibattiti e seminari. È toccato al presidente del Consiglio di Stato Luigi Pedrazzini illustrare «le riflessioni politiche» che hanno portato la Svizzera a decidere di organizzare dei convegni in cui discutere dell'organizzazione del nostro Stato.
«Il federalismo non deve diventare un museo». Lo ha dichiarato ieri a Berna la consigliera federale Simonetta Sommaruga, sostenendo l'importanza della terza Conferenza nazionale dedicata a questo tema, in programma il 26 e 27 maggio a Mendrisio. Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Luigi Pedrazzini ha rivelato che il Cantone ha accolto con entusiasmo l'organizzazione della conferenza intitolata «Il federalismo e le nuove sfide territoriali: istituzioni, economia e identità». Si tratta di un segno di solidarietà nei confronti della Terza Svizzera.
« Vogliamo vivere il federalismo. Ma anche discuterlo ». Così la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha voluto sottolineare l'importanza della terza Conferenza nazionale sul federalismo che si terrà a Mendrisio dal 26 al 27 maggio prossimi. Alla conferenza stampa tenuta ieri a Berna per presentare il programma di tale conferenza, ha partecipato anche il presidente del Consiglio di Stato ticinese, Luigi Pedrazzini, che ha espresso l'entusiasmo con il quale il Ticino ha accolto l'opportunità di organizzarla.
«Un riconoscimento della rilevanza che assume la Svizzera italiana nel contesto confederale. Siamo un'entità culturalmente minoritaria e geograficamente periferica, ma comunque essenziale per il mantenimento di un'identità nazionale costruita con lungimiranza nei secoli». Luigi Pedrazzini ieri pomeriggio è tornato in Ticino con comprensiva soddisfazione. La Conferenza dei Cantoni, riunitasi a Berna, ha accolto la candidatura ticinese per la terza "Conferenza nazionale sul federalismo". Già fissate le date: si terrà i prossimi 26 e 27 maggio a Mendrisio, organizzata dal Consiglio di Stato, il Municipio del Borgo e l'Accademia di Architettura.