Oratorio Beata Vergine a Tenero-Contra
Le origini dell'Oratorio Beata Vergine di Tenero-Contra sono avvolte nella leggenda: costruito tra il 1636 e il 1644, pare sia sorto in seguito a un voto. La storia narra di un emigrante ticinese che, dopo aver trascorso diversi anni a Roma, si incamminò per tornare a Contra. Sulla strada, tuttavia, fu rapinato di tutto da due ladri; l'uomo decise allora di tornare a Roma per riaccumulare un po' di ricchezza e durante il cammino intravvide i due criminali nascondere la refurtiva in un buco nel muro. Attese che se ne andassero e ottenne non solo i suoi averi, ma anche un'ingente quantità di denaro rubata a chissà chi. Sulla strada per il Ticino, però, l'uomo fu preso dai dubbi circa l'onestà del suo gesto e chiese consiglio a un sacerdote che gli suggerì di donare la somma eccedente alla prima chiesa che avrebbe incontrato. L'emigrato fu furbo e, alla vista di ogni campanile, camminava a occhi chiusi per non infrangere quel suggerimento; solo a Contra si decise di costruire il luogo di culto e sul terreno della Fraccia sorse l'Oratorio Beata Vergine. Alcuni storici hanno individuato in Matteo "Cusetto" Galliciotti (uno dei pochissimi emigranti di Contra) l'uomo della leggenda, un artigiano trasferitosi a Viterbo che abbellì l'ediicio con degli stucchi; altri, invece, hanno visto nell'uomo Giovanni Gada che traslocò a Vienna.
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