La storia di Silvia, Stefano e Noah
Silvia e Stefano sono sposati e hanno un figlio di 11 anni, Noah. Le difficoltà finanziarie erano presenti da tempo, ma una importante spesa non pianificata ha innescato il problema dell’indebitamento. Le entrate già esigue si sono ulteriormente ridotte con la perdita del lavoro di entrambi i coniugi. La situazione è velocemente sfuggita di mano e la famiglia si è ritrovata con debiti per diverse migliaia di franchi.
Io e mio marito siamo nella ristorazione da sempre. Come aiuto cucina ho lavorato in diversi ristoranti e alberghi, mentre Stefano era cameriere in un grotto della zona da ormai quasi cinque anni. Le entrate della nostra famiglia sono sempre state piuttosto ridotte e non nego che in passato abbiamo avuto delle difficoltà. Le cose di solito miglioravano con la bella stagione: c’era sempre l’occasione di guadagnare qualcosina in più facendo delle ore extra e questo ci dava un attimo di sollievo. Allora si acquistava tutto il necessario per l’anno scolastico e gli allenamenti di hockey di Noah. Una volta siamo anche riusciti ad andare tutti insieme al mare ed è stato bellissimo.
Le difficoltà più grosse sono sopraggiunte un paio di anni fa, quando una spesa inaspettata ci ha stravolto dal punto di vista finanziario. Nostro figlio ha dovuto mettere l’apparecchio per i denti. La sua salute è la cosa più importante, per cui abbiamo proceduto senza indugio. Abbiamo fortunatamente trovato un accordo con il dentista, che ci ha permesso di rateizzare il pagamento su un periodo di 18 mesi. Questo è stato di grande aiuto, ma abbiamo comunque iniziato a fare molta fatica. Per la prima volta quell’anno non abbiamo pagato gli acconti di imposta, poi il conguaglio. Qua e là si cercava di rimandare il problema: non pagando alcune fatture ci rimaneva denaro sufficiente per pagare affitto, cibo, telefonia e altre spese essenziali. Di lì a poco hanno però iniziato ad arrivare i primi precetti esecutivi.
Poi è sopraggiunta la pandemia. Io ho perso il lavoro a ottobre 2020, mio marito a gennaio 2021. Siamo finiti in disoccupazione e le entrate si sono ridotte ulteriormente. Abbiamo perso il controllo e in poco tempo il debito accumulato ha superato i 20'000 franchi. A questo punto è subentrato il pignoramento dell’Ufficio esecuzioni, che ha calcolato il minimo vitale per la nostra famiglia e ha iniziato a trattenere la parte restante delle indennità di disoccupazione per rimborsare i creditori.
Risoluzione
Eravamo ormai sommersi dai debiti e il rischio di crearne di nuovi ci ha spaventati. In un momento di lucidità ho capito che dovevamo chiedere un aiuto e quindi mi sono rivolta al servizio sociale del nostro Comune. Il primo passo è stato ricostruire la situazione debitoria nel dettaglio, ma le entrate rimanevano molto limitate. Dopo aver allestito insieme un budget, l’operatrice sociale ha contattato varie fondazioni e associazioni per un aiuto nel pagamento di alcune fatture. Parallelamente abbiamo inoltrato anche la richiesta per il sussidio per la cassa malati, che nel giro di poco tempo è stata accolta.
Ci siamo impegnati fin da subito e abbiamo cercato di rimanere in linea con il budget consigliato dall’operatrice sociale. Abbiamo anche valutato di cambiare casa, ma i precetti esecutivi ci hanno ostacolato nella ricerca. Siamo però riusciti a tagliare alcune spese e credo che anche per questo motivo un paio di organizzazioni ci hanno risposto positivamente, accogliendo la nostra richiesta di aiuto. Questo ci ha permesso di ridurre, anche se solo in piccola parte, l’importo dovuto ai creditori.
Il pignoramento è una realtà con la quale la nostra famiglia dovrà convivere ancora per qualche tempo. Il percorso di disindebitamento è difficile e forse senza l’avvento della pandemia le cose sarebbero andate diversamente. Forse però è stata proprio la totale perdita del controllo che ne è conseguita a darci l’impulso per superare il senso di vergogna e chiedere un aiuto. E in fondo sappiamo che tutti i sacrifici li facciamo soprattutto pensando a nostro figlio. Questo, insieme all’aiuto della rete sociale che si è creata attorno a noi, ci dà la forza per continuare.
Situazione prima della pandemia
Stipendio Stefano | 3'400 | |
Stipendio Silvia | 1'560 | |
Assegni familiari | 200 | |
Affitto (spese incluse, nessun conguaglio) | -1'470 | |
Elettricità | -120 | |
Internet, telefonia, TV, Serafe | -280 | |
Assicurazione malattia | -860 | |
Assicurazione RC e mobilia domestica | -60 | |
Alimentazione (inclusi pasti fuori casa) | -850 | |
Spese personali, sport e tempo libero | -350 | |
Trasporti (automobile, mezzi pubblici) | -500 | |
Animali domestici | -60 | |
Spese mediche e dentarie | -460 | |
Totale entrate | 5'160 | |
Totale uscite | -5'010 | |
+/- | 150 |
Situazione con l'arrivo della pandemia
Reddito LADI Stefano (al netto del pignoramento) | 2'738 | |
Reddito LADI Silvia (al netto del pignoramento) | 1'250 | |
Totale delle entrate | 3'988 | |
Riduzione delle entrate mensili | -1'172 | |
Totale delle uscite | -5'010 | |
+/- | -1'022 |
Risoluzione
Reddito LADI Stefano (al netto del pignoramento) | 2'738 |
Reddito LADI Silvia (al netto del pignoramento) | 1'250 |
RIPAM | 736 |
Totale delle entrate | 4'724 |
Totale delle uscite* | 4'700 |
+/- | 24 |
*Riduzione parziale delle seguenti uscite: Spese personali, sport e tempo libero e Spese mediche e dentarie