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Il virus

La PSA è causata da un virus a DNA di origine africana appartenente al genere Asfivirus (unico membro) e alla famiglia Asfarviridae. Di questo virus sono conosciuti 24 genotipi tra i quali il genotipo 2 diffuso in Eurasia e il genotipo 1 presente in Sardegna dal 1978.

La caratteristica più distintiva del virus della PSA è la grande resistenza nell’ambiente: non viene infatti inattivato dalla putrefazione, né dalla refrigerazione o congelamento delle carni. È in grado di resistere, ad esempio, fino a 18 mesi alla temperatura di +4 °C. Questa caratteristica lo rende capace di rimanere infettante per lunghi periodi nelle secrezioni degli animali, nelle carcasse, nelle carni fresche o congelate e in alcuni prodotti derivati (prosciutto crudo, salsicce o salami). La cottura a temperature superiori a 70 °C è invece efficace nell’inattivare il virus. 

I suini domestici e i cinghiali si possono infettare direttamente, attraverso la via oro-nasale, in seguito a contatto con altri animali infetti che eliminano il virus con la saliva, le urine e le feci oppure indirettamente, attraverso l’ingestione di alimenti contaminati, come carni suine da resti di cucina, rifiuti, carcasse di altri suini infetti, ad esempio grufolando nel terreno contaminato, in cui il virus può persistere per molti mesi. La trasmissione può anche avvenire direttamente dall’animale domestico al selvatico e viceversa, per esempio nel caso di suini domestici che pascolano all’aperto e vengono a contatto con cinghiali selvatici.

Dipartimento della sanità e della socialità 

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