Smaltimento delle acque
In Ticino le prime opere di canalizzazione sono state realizzate alla fine del 19° secolo, nelle zone prevalentemente urbane.
Le acque reflue erano immesse direttamente nei ricettori, senza trattamento, in quanto si trattava prioritariamente di garantire la salubrità delle zone abitate.
A partire dagli anni 1970, a seguito dell’entrata in vigore della legge federale contro l’inquinamento delle acque (LIA, 1971), ora abrogata, e della legge d’applicazione cantonale (LALIA, 1975), l’attenzione è stata portata sulla protezione delle acque.
È quindi iniziata la costruzione dei principali impianti centrali di depurazione e sono state ampliate le reti di canalizzazioni, anche sull’impulso dato dal Decreto federale urgente (DFU) del 1972 che richiedeva, per i Comuni privi di Piano Regolatore, la definizione di una zona edificabile (entro la quale i Comuni dovevano realizzare le reti di smaltimento delle acque).
La LALIA attribuiva al Cantone il compito di allestire un piano cantonale di risanamento (delle acque) che definiva l’ubicazione degli impianti centrali di depurazione e l’estensione delle reti consortili.
La legge federale sulla protezione delle acque (LPAc, 1991) attualmente in vigore si prefigge di proteggere le acque da effetti pregiudizievoli garantendo la funzione naturale del ciclo idrologico e l’approvvigionamento idrico, preservando biotopi e fauna ittica, permettendo l’uso delle acque a scopo di svago e ristoro.
Sull’arco di circa 40 anni in Ticino sono stati investiti oltre 2 miliardi di franchi per opere pubbliche, che hanno beneficiato di sussidi cantonali e federali per quasi la metà dell’ammontare totale, in un rapporto di 2/3 a carico del Cantone e 1/3 a carico della Confederazione: questi investimenti hanno permesso di raggiungere un grado di allacciamento di oltre il 90% della popolazione ed un buon livello di depurazione delle acque.
L’attuale visione strategica dell’Ufficio federale dell’ambiente punta a una gestione integrata delle acque a livello di bacino: le acque sono quindi considerate un sistema globale nel quale sono contemplati gli aspetti di utilizzo, protezione delle acque e protezione dalle acque (piene); questo approccio, che necessita un coordinamento regionale, consente una gestione delle acque efficiente e mirata.