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L’autonomiadegli istituti
Molte delle proposte indicate sin qui potrebbero essere facilitate da una
maggiore autonomia degli istituti scolastici. In diverse nazioni europee,
soprattuttonordiche, così come inmolti Paesi anglosassoni, l’autonomia è
una realtà piuttosto sviluppata. InTicino le scuole cantonali godono di un
ampiomarginedi autonomia sul pianopedagogico edidattico,ma non su
quello della gestione del personale, delle decisioni concernenti le risorse
finanziarie, laprogrammazionee la struttura.Per le scuole comunalimolte
decisioni sono prese dal Comune, non dall’istituto stesso.
Tra il 2002 e il 2005 è stato avviato un progetto per aumentare l’auto-
nomia degli istituti, che ha dato luogo a interessanti riflessioni ma non a
cambiamenti di rilievo in questo ambito. Sono state in particolare solle-
vate obiezioni sul piano dell’equità territoriale, che anche in questa sede
dovrannoessere attentamente valutate, sebbene vi sianonumerosi esem-
pi di nazioni che godono nel contempo di una forte autonomia e di una
solida equità.
In un contesto come quello concernente il presente progetto il tema
tuttavia si ripropone in tutta la sua rilevanza, in quanto una forte cultura
organizzativa e un rafforzamento del senso di appartenenza di tutti gli
attori coinvolti potrebbero facilitare l’attuazione delle idee illustrate.
Un primo livello di autonomia – ipotizzato per le scuole cantonali – con-
siste nella definizione di un proprio budget globale, calcolato in base al
numero di allievi e gestito inmaniera autonoma dall’istituto.
Si pensa inoltreadunmaggiore coinvolgimentodelledirezioni nei processi
di scelta e di accompagnamento dei docenti, pur nel rispetto della proce-
dura di nomina sul piano cantonale. Per garantire il mantenimentodell’ot-
timo livello di equità della scuola ticinese, unamaggiore autonomia dovrà
essere accompagnata da procedure di valutazione sia esterna sia interna
(autovalutazione), chepossano garantirne ilmonitoraggioe la regolazione.
Lo spazio
Un istituto scolastico che si riconosce in una vera e propria comunità
professionale che apprende viene abitato lungo tutto l’arcodella giornata,
e diviene un luogo dove vivere per apprendere e per far apprendere.
Gli spazi dovrebberoquindi esseremodificati e adattati all’esigenza di una
scuola che, da puro e semplice luogo dove si insegna a gruppi di allievi
si trasforma in una comunità di apprendimento in cui si sviluppano com-
petenze approfondite a partire dai bisogni delle persone presenti al suo
interno (allievi,docenti).Proprionell’ottica della differenziazione, anche gli
spazi nei quali questoprocessoè favoritodovrebberoessere adeguati alle
particolarità di tale azione formativa.
Sarebbequindi auspicabilemettere a disposizione spazi di diversedimen-
sioni e forme adatti per il lavoro individuale,per quello a coppie,ma anche
Maggiore
autonomiaper
gli istituti
per rafforzare il senso
di appartenenza degli
attori coinvolti e creare
una comunità
di apprendimento
Creazione
di spazi funzionali
per favorire il lavoro
individuale e la
collaborazione
tra allievi e tra docenti