Animali invasivi (neozoi)
I neozoi invasivi sono animali alloctoni che possono, a seconda della specie, minacciare la fauna indigena trasmettendo agenti patogeni e parassiti, sopraffare le specie indigene o ibridarsi con loro.
La diffusione di queste specie invasive avviene spontaneamente (grazie alla capacità di muoversi), con l’introduzione mirata di specie come lotta biologica (come ad esempio la coccinella asiatica) o per mezzo dell’umano che libera direttamente i neozoi (oppure questi sfuggono alla cattività), come ad esempio la tartaruga dalle orecchie rosse.
I danni causati da queste specie sono molteplici: oltre al pregiudizio sulla biodiversità a causa della concorrenza con specie indigene, i danni possono essere di natura socio-economica o di salute pubblica.
La coccinella asiatica, ad esempio, sebbene non sia dannosa per la vite stessa, può provocare dei danni durante la produzione se pigiata assieme agli acini d’uva, conferendo un odore e un gusto sgradevoli al succo o al vino. Essa è inoltre una temibile concorrente per le specie indigene. La coccinella asiatica è stata introdotta in Europa come lotta biologica contro gli afidi e da alcuni anni la sua presenza è stata registrata anche in Svizzera, dove però non ha (ancora) provocato danni in viticoltura.
Per proteggere l’uomo, gli animali e l’ambiente, nonché la diversità biologica l’Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente (OEDA) nell’allegato 2 riporta una lista contenente le tre specie ritenute le più invasive e problematiche: coccinella asiatica, tartaruga dalle orecchie rosse e rana toro.
Non compresa nella lista ma ritenuta un problema da combattere è pure la Zanzare Tigre. Vi sono poi degli organismi invasivi non ancora presenti in Ticino, ma già presenti in Italia e che sono regolarmente monitorati. Si tratta ad esempio dell’Anoplophora chinensis e del Punteruolo rosso delle palme.