Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Tarlo asiatico

Il tarlo asiatico del fusto (Anoplophora glabripennis) e il tarlo asiatico delle radici (Anoplophora chinensis) sono due coleotteri invasivi originari dell'Asia che possono provocare danni importanti a molte specie di latifoglie presenti sul nostro territorio. Regolamentati come organismi da quarantena prioritari, vige l'obbligo di notifica e di lotta. Il Cantone deve garantire il monitoraggio sul territorio e, in caso di ritrovamento, intervenire con delle misure molto costose quali l'abbattimento e la distruzione degli alberi infestati o abbattimenti preventivi di potenziali piante ospiti.

I coleotteri hanno una dimensione di 25-40 mm. Il corpo è di colore nero-lucido con delle chiazze chiare sul dorso (elitre; A. chinensis: la base delle elitre non è liscia ma più granulosa rispetto a quella di A. glabripennis). Le antenne sono lunghe almeno come il loro corpo (25-80 mm) e suddivise in 11 segmenti, ognuno dei quali grigio-azzurro alla base.

L'uovo assomiglia in forma e grandezza ad un chicco di riso. Le larve sono prive di zampe toraciche, di color crema e con un capo brunastro, marcato sulla nuca con una banda merlata (A. chinensis con due bande merlate rispetto a A. glabripennis). Le pupe di colore bianco crema (lunghezza 27-38 mm) si trovano sotto la corteccia.
I sintomi d’infestazione posso essere delle incisioni di ovideposizione nella corteccia, la presenza di rosura sotto i fori (ovali) di sfarfallamento di 10-15 mm di diametro, rami morenti e/o la perdita della corteccia.

I tarli asiatici possono essere confusi con alcuni coleotteri indigeni come Monochamus sutor, Monochamus sartor e Monochamus galloprovincialis (Monochamus spp.), saperba maggiore del pioppo (Saperda carcharias), cerambice muschiato (Aromia moschato) e cerambice del faggio (Rosalia alpina).

Maggiori informazioni e fotografie sono consultabili sull'aiuto per l'identificazione ai tarli asiatici.

Una femmina può deporre in alberi sani fino a 30-60 uova all'anno, sotto la corteccia del tronco o nelle radici, soprattutto quelle affioranti. Le larve, resistenti al freddo, si nutrono prima del libro (tessuto responsabile del trasporto della linfa elaborata) e penetrano poi nel legno. Concluso lo stadio di pupa, i coleotteri sfarfallano da un foro circolare di 10-15 mm di diametro. Gli adulti si nutrono dei piccioli delle foglie e dei rami.
In Svizzera il ciclo di sviluppo, ossia il passaggio da larva ad adulto, dura 2 anni.
I coleotteri adulti volano da aprile fino a ottobre/novembre.

L'introduzione di queste specie invasive avviene in modo involontario: Il tarlo asiatico del fusto (A. glabripennis) tramite legname da ardere e da imballaggio (palette), mentre il tarlo asiatico delle radici (A. chinensis) tramite piante vive, solitamente ornamentali.
Dal 2011 sono state segnalate cinque infestazioni di A. glabripennis in Svizzera, quattro sono state debellate e una è ancora sotto osservazione. Per A. chinensis ci sono stati soltanto dei focolai isolati nel 2006 e 2014, fortunatamente nel frattempo eradicati.

Nelle vicine province italiane sono presenti alcuni focolai, monitorati attivamente dai servizi fitosanitari delle Regioni Lombardia e Piemonte.
Il rischio di un’introduzione accidentale o da volo attivo in Ticino è pertanto presente.

 

Entrambi i tarli asiatici sono tra gli organismi dannosi più pericolosi al mondo per le latifoglie, con oltre 100 specie di piante ospiti, in particolare l'acero, l'ippocastano, la betulla, il nocciolo, il salice e il pioppo (A. chinensis anche gli agrumi e le rose). Il tarlo asiatico del fusto (A. glabripennis) attacca il tronco e i rami delle piante, mentre il tarlo asiatico delle radici (A. chinensis) colpisce la base del tronco e le radici. I danni principali sono provocati dalle gallerie nutrizionali delle larve (impedimento del flusso della linfa) e dai fori di sfarfallamento degli adulti (punto d’ingresso per marciumi secondari).
I tarli asiatici attaccano di principio alberi sani, che muoiono nell'arco di pochi anni.

La lotta ai tarli asiatici è difficile e costosa, la prevenzione e l’individuazione tempestiva sono pertanto fondamentali.

Il Dipartimento del territorio, tramite la Sezione forestale, in collaborazione con l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e il Centro di competenza per la protezione delle foreste (WSS), si occupa del monitoraggio degli organismi da quarantena prioritari per il bosco. La sorveglianza avviene mediante l’utilizzo di trappole disposte in luoghi a rischio.

Parallelamente, in stretta collaborazione con il Servizio fitosanitario della Sezione dell'Agricoltura (DFE), vengono proposte diverse attività di sensibilizzazione e di formazione indirizzate sia alla popolazione che ai professionisti attivi nel settore ambientale e del verde urbano.

Inoltre, negli ultimi anni è stata intensificata la collaborazione con i servizi fitosanitari delle Regioni Lombardia e Piemonte.

 

Che cosa fare in caso di una presenza sospetta?

In caso di una sospetta infestazione, si raccomanda di procedere come segue:

  1. Catturare l’esemplare sospetto e conservarlo in un contenitore chiuso di vetro o metallo per permettere l’identificazione da parte della Sezione forestale o del Servizio fitosanitario. Riportare sul barattolo luogo del ritrovamento e data. In Svizzera vivono specie di tarlo indigene che presentano un aspetto simile a quello del tarlo asiatico del fusto. Molte di queste specie sono rare, a rischio di estinzione e quindi protette e non costituiscono alcun pericolo per il bosco svizzero.
    Vi preghiamo quindi di non uccidere gli insetti sospetti, bensì di catturarli e di conservarli.
  2. Fotografare il coleottero.
  3. Segnalare immediatamente il ritrovamento tramite l'apposito modulo di segnalazione.

Modulo di segnalazione

Per la convalida della segnalazione è necessaria una fotografia dell'insetto o dei sintomi d'infestazione.

Contatti

Tel.: +41 91 814 28 51
tarlo.asiatico(at)ti.ch