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Il vaiolo delle scimmie o monkeypox è una malattia infettiva causata dal virus del vaiolo delle scimmie e trasmessa dall’animale alle persone o da persona a persona. Il serbatoio naturale del virus sembrano essere soprattutto i roditori. Il primo caso di vaiolo delle scimmie è stato identificato nel 1970 in un bambino della Repubblica Democratica del Congo. Da allora sono stati segnalati sporadici focolai soprattutto in Africa centrale e occidentale e in seguito sono stati diagnosticati casi sporadici di viaggiatori provenienti da queste zone.
Il 23 luglio 2022, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva dichiarato che la diffusione di questa malattia era da considerare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, massimo livello di allerta mondiale. Quest’ultimo era stato tolto nel mese di maggio 2023. Infatti la pandemia era stata più moderata del previsto e ad inizio del 2023 le contaminazioni erano diminuite velocemente. I casi riportati in tutti il mondo erano stati meno di 100'000 con 184 decessi.
Vista la recrudescenza della malattia in Africa (soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo e diffusasi poi nei Paesi vicini) dovuta a una nuova variante del virus Monkeypox (MPXV variante Clade 1b), più trasmissibile e più pericoloso, il 14 agosto 2024 l'OMS ha dichiarato nuovamente che si tratta di un'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale. Inoltre, l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha reso attenti sul rischio di individuare questa variante nei casi importati di vaiolo delle scimmie in Europa (come il recente caso dichiarato in Svezia).
La trasmissione da animale a uomo può verificarsi nel contatto diretto con il sangue, i fluidi corporei o le lesioni cutanee o mucose di animali infetti. La trasmissione da uomo a uomo avviene in caso di stretto contatto con i fluidi corporei e le lesioni cutanee o mucose di una persona infetta (rapporti intimi) o nel contatto con oggetti recentemente contaminati (per esempio indumenti o biancheria).
I primi sintomi della malattia sono febbre, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena e gonfiore dei linfonodi. Da uno a tre giorni dopo la comparsa della febbre, si sviluppa un'eruzione cutanea con vescicole o pustole. L'eruzione cutanea di solito si diffonde dalla testa al resto del corpo. Possono essere colpiti anche i palmi delle mani e le piante dei piedi. In caso di infezione confermata, cioè dopo un'analisi di laboratorio e un consulto medico, l’Ufficio del medico cantonale ordina l'isolamento che dura finché le croste che ricoprono le lesioni cutanee cadono e si forma un nuovo strato di pelle.
La diagnosi viene fatta con una PCR di uno striscio o biopsia di una lesione cutanea. La terapia è principalmente sintomatica e di supporto e la prognosi è da considerarsi complessivamente buona.
In Svizzera e quindi anche in Ticino è disponibile la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie, per la quale i costi sono a carico della Confederazione. Lo scopo di questa vaccinazione è di prevenire i decorsi gravi della malattia, le complicazioni, i decessi e di interrompere la catena di trasmissione del virus.
Il vaccino acquistato dalla Confederazione si chiama Jynneos® della ditta danese Bavarian Nordic (vedi informazioni nel riquadro a destra "Vaccinazione"). Si tratta di un vaccino precedentemente autorizzato in Europa (EMA) e negli Stati Uniti (FDA) che offre una buona protezione dal vaiolo delle scimmie
In Svizzera il vaccino può essere somministrato secondo le raccomandazioni redatte dall'Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP) e dalla Commissione federale per le vaccinazioni (CFV), se la persona che intende vaccinarsi fornisce il proprio consenso scritto.
Le persone interessate al vaccino contro il vaiolo delle scimmie sono invitate a prendere un appuntamento dal proprio medico curante il quale valuterà l'idoneità alla vaccinazione. Se la vaccinazione è indicata il medico annuncia il paziente al Centro di competenza per le vaccinazioni, Servizio malattie infettive, Ospedale Regionale di Lugano (sede Civico) e gli consegna il formulario di consenso e il documento esplicativo sul vaccino in modo che il paziente abbia il tempo di informarsi adeguatamente sulla vaccinazione. Il Centro di competenza per le vaccinazioni convocherà poi il paziente per un appuntamento, raccoglierà il suo consenso e procederà con la vaccinazione.
L’accesso al Centro di competenza per le vaccinazioni è possibile solo su annuncio da parte del proprio medico curante.