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Indirizzi settoriali: scuola dell’obbligo

Gli indirizzi settoriali declinano gli indirizzi dipartimentali a seconda dei diversi settori scolastici mantenendo la suddivisione nei tre ambiti formativi:

  • ambito pedagogico-didattico-metodologico (A);­
  • ambito disciplinare (B);
  • ambito sviluppo personale e sociale (C).

Pur restando linee guida, gli indirizzi settoriali aggiungono un grado di specificità agli indirizzi dipartimentali.


Premessa

La scuola dell’obbligo continua a vivere importanti cambiamenti dovuti principalmente all'implementazione del nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese.  La formazione continua dei docenti rappresenta uno strumento privilegiato per accompagnare i docenti nel cambiamento e per creare allo stesso tempo adeguate condizioni organizzative e lavorative. Nel settore della scuola dell’obbligo, le proposte di formazione continua del quadriennio si prefiggono di promuovere e sviluppare la cultura collaborativa. L’evoluzione osservata in questi ultimi anni ha evidenziato come la scuola sia progressivamente divenuta una realtà complessa e multiforme. In un’organizzazione di questo tipo la collaborazione professionale è una vera e propria necessità funzionale. All’immagine dell’insegnante che opera con grande impegno e dedizione nella propria classe va affiancata quella di un professionista che sappia collaborare efficacemente. Se l’esigenza di un lavoro collaborativo è generalmente condivisa, va ricordato che per gli operatori scolastici questo può rappresentare un vero e proprio cambiamento culturale che necessita tempi relativamente lunghi e occasioni di formazione continua che forniscano ai docenti strumenti e competenze adeguate.

 

Ambiti formativi

  • promuovere l’insegnamento e l’apprendimento per competenze e la valutazione portando particolare attenzione ai seguenti elementi innovativi:
    • apprendimento per competenze;
    • lavoro per situazioni problema;
    • focus sui processi;
    • differenziazione didattica;
    • valutazione per l’apprendimento;
  • promuovere forme di scambio rispetto ai diversi approcci didattici nelle varie discipline attraverso la produzione di documenti e materiali didattici (in accordo al Piano di studio), così come l’organizzazione di momenti informativi;
  • promuovere nuove forme di insegnamento, quali per esempio i laboratori o le situazioni conversazionali per accrescere le competenze degli allievi nelle situazioni-problema;
  • sviluppare la competenza osservativa per conoscere l’allievo e le dinamiche delle classi con lo scopo anche di prevenire situazioni  di disadattamente scolastico;
  • promuovere la collaborazione tra docenti, formandoli all’utilizzo di forme di insegnamento che prevedono la compresenza didattica (co-teaching, team-teaching);
  • promuovere forme di metacognizione affinché i docenti siano consapevoli del proprio modo di accompagnare l’allievo nel suo percorso di apprendimento;
  • sviluppare un approccio metodologico pluridimensionale e dispositivi che valorizzino la dimensione didattica della diversità;
  • proporre nella scuola media attività di formazione continua associate alla realizzazione di progetti educativi di istituto (PEI).
  • promuovere e sostenere attività di formazione finalizzate all’aggiornamento delle competenze disciplinari;
  • aggiornare le conoscenze teoriche di didattica che permettano ai docenti di progettare attività e itinerari efficaci  e in linea con le indicazioni del Piano di studio;
  • favorire i contatti e la collaborazione tra la scuola e gli enti di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico locali, nazionali e internazionali; 
  • promuovere progetti di ricerca all’interno della scuola con l’ausilio di strumenti definiti da istituti di ricerca locali, nazionali e internazionali.
  • sostenere il docente nell’affrontare e gestire il cambiamento, riconoscendo, valorizzando e sviluppando le risorse personali; 
  • sostenere il docente nella gestione del gruppo classe, con attenzione particolare alle risorse e agli strumenti offerti dalla compresenza didattica;
  • aiutare il docente nella ricerca di strumenti comunicativi che possano favorire un efficace dialogo educativo con l’allievo e con le componenti della scuola;
  • sviluppare nei docenti tecniche di comunicazione che possano essere applicate nelle diverse situazioni che permeano il vissuto professionale (consigli di classe, collegi docenti, incontri con famiglie, con autorità scolastiche, giudiziarie, politiche, con i servizi del territorio e le realtà associative);
  • introdurre la pratica riflessiva ponendo l’accento sulla gestione delle proprie emozioni. Sviluppare la capacità di tematizzare le diverse situazioni complesse per differenziare il vissuto professionale dalla propria identità personale.