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Aspetti ambientali

La galleria stradale Vedeggio-Cassarate è stata sottoposta all'esame di impatto ambientale plurifase conformemente all'allegato della relativa ordinanza (OEIA) nel periodo compreso fra il 1998 ed il 2003.

L'opera ha seguito un iter procedurale complesso, in quanto è stata approvata attraverso due procedure separate: quella prevista nella Legge sulle strade nazionali (LSN) per quanto riguarda la modifica dello svincolo autostradale di Lugano Nord, e la Legge cantonale sulle strade per quanto riguarda la galleria vera e propria ed i raccordi sul lato Cassarate.

Gli Uffici cantonali preposti all'esame del progetto e l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) hanno rilasciato due preavvisi, uno per ogni procedura, indicando quali fossero le condizioni da rispettare dal punto di vista ambientale nella realizzazione e nel funzionamento dell'opera.

Complessivamente sono state poste 33 condizioni per il tratto attribuito alle strade nazionali rispettivamente 42 per le tratte attribuite alle strade cantonali.

L'organizzazione pratica del cantiere non ha però seguito quella prevista dalle procedure, basata sui limiti di competenza delle leggi, ma ha considerato la logica dell'esecuzione dell'opera.

Per questo motivo lo scavo della galleria in roccia è stato accorpato alla riorganizzazione dello svincolo di Lugano nord mentre lo scavo della galleria nel tratto in materiale sciolto è stato attribuito all'area di cantiere che si occupa della costruzione del portale Cassarate.

Le condizioni scaturite dalla procedura di approvazione sono quindi state suddivise sulla base della nuova organizzazione del cantiere.

La condizione centrale è l'organizzazione dell'accompagnamento ambientale secondo la norma VSS SN 640610a.

Su questa base è stato costruito lo schema di lavoro e la relazione con gli altri attori ed è stato allestito il capitolato d'oneri delle attività.

Questo era composto da 108 misure che riassumevano tutte le condizioni poste dalle autorità di approvazione.

In questa fase sono state redatte le prescrizioni ambientali da inserire nei bandi di concorso all'interno del fascicolo CPN 102 (condizioni locali), che riassumevano tutti i vincoli ambientali che gli appaltatori hanno dovuto rispettare contrattualmente.

La verifica del rispetto di queste prescrizioni ha rappresentato l'attività principale dell'accompagnamento ambientale.

La suddivisione delle misure ha permesso di capire quali sarebbere stati i temi principali affrontati durante l'accompagnamento del cantiere.

È un settore oggetto di grande attenzione e ha richiesto i maggiori investimenti sia per la fase di cantiere che per quella di esercizio.

Il motivo di tale cura è da ricondurre alla presenza, a cavallo dello svincolo, del pozzo di Manno 2 con le relative zone di protezione, di proprietà della città di Lugano.

Questo pozzo, unitamente a quello di Bioggio 2, alimenta gran parte della popolazione residente nell'area ed è uno dei maggiori pozzi a raggiera esistenti in Svizzera.

Si può quindi capire gli sforzi da parte del committente volti alla definizione di un ampio catalogo di misure di protezione attiva e passiva, concordate con i proprietari del pozzo.

Altre misure durante la fase di cantiere hanno riguardato la corretta separazione e gestione delle acque, a seconda del vario grado di inquinamento, e comprendono fra l'altro un impianto in grado di trattare tutte le acque di lavorazione e provenenti dalla galleria o dal cunicolo.

Con la messa in esercizio sono state aggiornate le misure di protezione delle acque sotterranee e superficiali. In particolare, sotto le nuove strade in zona S2, sono state costruite vasche impermeabile dotate di parapetti in grado di evitare la fuoriuscita dei veicoli dalla carreggiata.

Inoltre tutte le acque provenienti dalle carreggiate non vengono più immesse nella rete idrica superficiale, ma sono convogliate lungo dei canali impermeabili nuovi o rigenerati fino al di fuori delle zone di protezione. Sono in seguito decantate, disoleate e fitodepurate prima di essere infiltrate nel terreno o, in caso di portate eccezionali, immessa nel Vedeggio attraverso uno scarico di troppo pieno.

Sono state inoltre realizzate vasche di sicurezza per accumulare eventuali sostanze inquinanti che dovessero fuoriuscire sulle strade, due delle quali sono state costruite ai portali della galleria.

La maggior parte delle misure sono state messe in atto alla conclusione dei lavori con la sistemazione dei portali ed il recupero di diversi ambienti.

Durante l'esecuzione dell'opera, sono stati eseguiti due interventi per ricostruire degli ambienti temporanei in grado di conservare le specie di fauna e flora preesistenti.

Molta cura è stata inoltre dedicata alla sorveglianza della palude di importanza federale di San Martino a Vezia, in quanto posta nell'area di possibile interferenza della galleria.

Il controllo ha compreso un periodo di studio e di sorveglianza di circa un anno e mezzo, durante i quali sono stati descritti gli apporti idrici ed i livelli d'acqua della bolla, le condizioni meteorologiche locali ed i possibili interventi di conservazione in caso di perturbazione dovuta alla galleria.

Il cantiere si trovava in un contesto delicato a seguito del carico inquinante che causava il superamento dei limiti di immissione dell'Ordinanza contro l'inquinamento atmosferico (OIAt) già prima della costruzione della galleria.

Sono quindi state predisposte delle misure volte a contenere le emissioni, in particolare di polveri e particolato, basate sulla direttiva federale del 2002 e da applicare durante la fase di cantiere.

Esse prevedevano, fra l'altro, la predisposizione di filtri antiparticolato sui macchinari, la loro corretta manutenzione, dalla corretta gestione delle aree prive di copertura alle misure relative alla movimentazione del materiale come ad esempio i provvedimenti per stabilizzare le superfici con acqua.

Per sorvegliare l'efficacia delle misure è stato organizzato il monitoraggio dell'area di cantiere, che si componeva di una rete di campionatori passivi di tipo Bergerhof, per le polveri in ricaduta, e la posa di due nuove strutture fisse di misura presso i futuri portali della galleria.

Per la fase di cantiere sono state elaborate diverse misure che derivano dall'applicazione della direttiva sul rumore del 2000.

Gli effetti più importanti riguardavano le vibrazioni durante le esplosioni per lo scavo della galleria, che sono state monitorate da sismografi posti presso le infrastrutture più sensibili e che hanno permettono di programmare adeguatamente l'esplosivo da impiegare e la suddivisione delle volate.

Nella fase di esercizio sono stati previsti diversi provvedimenti volti a risanare dal punto di vista fonico lo svincolo ed a limitare le emissioni lungo le nuove strade, quali la formazione di barriere e ripari fonici, la copertura del tratto iniziale
dell'uscita al portale Cassarate, la riduzione della velocità e la posa di una pavimentazione fonoassorbente.

Per poter valutare l'efficacia delle misure realizzate, è stata realizzata una campagna di misura del livello sonoro a futura memoria presso 30 punti posti ai due portali della galleria.