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Progetto Interreg - A cavallo del Fiume Tresa

Prevenzione e gestione comune delle emergenze

Il progetto mira alla sicurezza del territorio, proteggendolo dai pericoli gravitativi e di inondazione.

La frana Cadegliano-Viconago è attiva dal 2000 con diverse colate detritiche che hanno causato chiusure anche prolungate della S.P.61 e interessato l'alveo del fiume Tresa (confine italo-svizzero).

Le indagini hanno evidenziato un movimento profondo tale da impedire una sua completa stabilizzazione ma che necessita di un continuo monitoraggio e di politiche di contenimento degli effetti che la sua attivazione potrebbe provocare.

Il contesto è altamente strategico: a valle, oltre alla strada ANAS S.S. 344dir al km 13+730 (ex-Strada provinciale 61) al fiume Tresa, in territorio elvetico c’è un campo pozzi idropotabili.

Sono previsti inoltre lungo il fiume, garantendo la continuità ecosistemica, per stabilizzare il piede della frana:

  • due rampe in blocchi per ridurre la capacità erosiva del fiume e stabilizzare il greto del corso d'acqua (abbassamento del fondo superiore a 2 metri negli ultimi 15 anni);
  • parziale ripristino tratto dell'arginatura italiana realizzato post evento 2002 (Abitato di Cremenaga).

L’adeguamento del profilo longitudinale del fiume Tresa permette di aumentare la sicurezza della strada ANAS S.S. 344dir nonché di aumentare la portata di emungimento dei pozzi di captazione del Consorzio approvvigionamento idrico del Malcantone (CAIM) che nel corso degli ultimi 20 anni si è ridotta del 30% circa a causa dell’abbassamento della falda.

L'intervento legato alla frana Cadegliano-Viconago ha gli seguenti scopi:

  • ridurre il rischio di accadimento del crollo della frana e dell'impatto;
  • monitorare i fenomeni e definire un protocollo operativo transfrontaliero in caso di crisi (la viabilità alternativa è in suolo svizzero).

Per permettere il monitoraggio continuo della frana nel febbraio 2021 sono stati installati tre nuovi inclinometri tipo colonna DMS (Differential Monitoring of Stability), costituiti da elementi rigidi in acciaio contenenti sensoristica, elettronica di controllo e comunicazione digitale (profondità: foro n. 1: 41 metri; foro n. 2: 61 metri; foro n. 3: 18 metri) e a partire dal mese di marzo 2021 è in corso l'auscultazione della frana.

L’eventuale realizzazione di un by-pass in territorio elvetico del fiume in corrispondenza del fronte di frana in caso di evento eccezionale garantirà la continuità del corso d'acqua evitando pericolosi fenomeni di sbarramento. L'effettiva necessità di realizzare l'opera dipenderà dai risultati della modellizzazione degli scenari di crollo che sono in corso presso la SUPSI.