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Commissione dei film per giovani

La Commissione film per i giovani valuta e stabilisce il limite d’età per le proiezioni cinematografiche. 

La Commissione può proporre limiti d'età variabili se i minori sono accompagnati da un adulto durante la proiezione. Le decisioni dipartimentali valgono per tutte le sale del Cantone. Per maggiori informazioni sull’età idonea di visione dei vari film, è possibile consultare la banca dati cinema

Composizione della commissione

La Commissione dei film per giovani è nominata dal Consiglio di Stato ed è composta da quattro membri.

NominativoDomicilioInizio mandatoFine mandato
Sartori Beatrix (Presidente)Gordola24.10.201831.12.2023
Trezzini Cristina (membro)Manno25.01.202331.12.2023
Giacomini Maria Grazia (membro)Stabio01.01.201231.12.2023
Cecchini Federica (membro)Gordola01.01.201231.12.2023

Modalità di lavoro 

La Commissione vede e valuta tutti i film che vengono presentati nelle sale ticinesi. Il film viene sempre visto dall'inizio alla fine, nessun giudizio viene formulato in base a spezzoni di film o ai trailer.

Criteri 

I criteri sono quelli contenuti nella Legge sul cinema che sancisce all'art. 5 cpv 1: "Ai minori di sedici anni compiuti è vietato assistere alla proiezione di film con un contenuto tale da poter esercitare un'influenza traumatizzante o pericolosa sulla loro educazione: in particolare sono ritenuti tali i film che esaltano la violenza, offendono la dignità umana, invogliano a compiere reati, e dove hanno una parte rilevante la pornografia, il razzismo, la giustificazione delle droghe". E al cpv. 2: "L'Autorità competente stabilisce quali sono i film compresi dal divieto di cui al capoverso precedente, con possibilità di fissare un'età minima inferiore per assistere alla proiezione pubblica o di elevarla a diciotto anni compiuti quando il pericolo di un'influenza negativa è particolarmente grave". La legge contiene tre essenziali concetti: la tutela della salute psicofisica del minore. Non si tratta di censurare un film o un passaggio dello stesso bensì di limitare la visione di una proiezione ad un pubblico di minori che potrebbe restare traumatizzato dalla visione di certe immagini o che possano indurre ad assumere atteggiamenti dannosi per sé o per gli altri; infine, che si può elevare l'età minima per vedere un film in una sala cinematografica ai minori di diciotto anni solo eccezionalmente, per motivi gravi. Qualora le valutazioni della Commissione film giovani, ratificate dall'autorità cantonale competente, fossero diverse dalle valutazioni di altre realtà cantonali o internazionali, restano in ogni caso vincolanti nel Canton Ticino.

Parametri

La Commissione utilizza i criteri imposti dalla legge e interviene, modulando il limite di età a seconda dei contenuti della proiezione. Nel giudizio complessivo bisogna tener conto dell'impatto visivo, sonoro ed emotivo che alcune scene possono avere su un minore in una sala cinematografica, ossia fuori dal rassicurante ambiente domestico-famigliare. Si tratta per la Commissione di limitare la visione di un film a un pubblico di minori che potrebbe subire violenza psicologica, essere turbato, impressionato, o mal educato dalla visione di una proiezione non adatta alla sua età. La difficoltà sta nel trovare la giusta corrispondenza tra l'impatto di un film o di alcune scene "forti" e la maturità, l'età, che deve avere un suo possibile spettatore. Le decisioni che prendono i membri della Commissione non sono altro che l'espressione di alcuni parametri che caratterizzano il loro operato.

Riguardo alla violenza (visiva, verbale o psicologica che sia) contenuta in molti film, occorre fare dei distinguo, essa acquisisce una valenza assai diversa a seconda del contesto in cui si inserisce. Esiste una violenza "fantastica" situata ai confini del reale, che può diventare paradossale e che pur connotandosi talvolta come truce, resta staccata dalla realtà. Una seconda può essere la violenza di denuncia dove le scene crude e cruenti non sono mai fini a sé stesse, gratuite o compiacenti, ma inducono lo spettatore a una riflessione ("Salvate il soldato Ryan" per esempio), a capire l'atrocità di una guerra o di un evento criminoso. Poi c'è la violenza splatter dove gli omicidi e le scene raccapriccianti si moltiplicano fino al punto di creare un effetto grottesco, irreale. Infine c'è quella quotidiana "normalizzatrice" dove la violenza, pur non avendo giustificazione, viene enfatizzata e finisce per acquisire una valenza positiva, addirittura rassicurante. È il caso per esempio del film "Hannibal" che porta lo spettatore a convivere positivamente con l'atteggiamento disumano che esprime il suo protagonista. Ed è questa la violenza più diseducativa, fuorviante.

La società e la morale cambiano, le sensibilità sono diverse, ma l'attenzione e la preoccupazione dei membri della Commissione nel tutelare lo spettatore con meno risorse di comprensione e di difesa, non devono mai mancare. I film vietati ai minori di diciotto anni, oltre a contenere una violenza "normalizzatrice" contengono scene di disprezzo verso componenti della società o dove, alla pornografia delle scene, si mescola violenza e compiacimento per l'atto subito o fatto.

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