La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 13

11
Il CantonTicino ha da tempo operato una scelta coraggiosa, decidendo di dotarsi di una
scuola equa e inclusiva,ma allo stesso tempo di qualità. La scelta di fondare la scuola ticinese
sull’integrazione, che segna le politiche pubbliche scolastiche cantonali fin dagli anni Settanta,
riconosce le differenze individuali di sviluppo della persona e della sua intelligenza come un
valore, attribuendo alla scuola il compito di sviluppare l’eterogeneo bacino di potenzialità de-
gli allievi.Tra le variabili che influenzano il raggiungimento di questo obiettivo etico e politico,
le condizioni formative assumono un ruolo determinante per fare in modo che lo sviluppo
delle capacità degli allievi non sia condizionato da fattori extrascolastici, quali i contesti fami-
gliari e socio-economici di provenienza degli allievi o da caratteristiche personali specifiche,
quali l’abilità, il genere, la razza, l’integrità sensoriale omotoria, ecc.
Conciliare gli obiettivi appena esposti, inclusività ed equità, con l’irrinunciabile esigenza di ga-
rantire un’educazione di qualità pone di fronte a sfide rilevanti che possono portare alla defi-
nizione di sistemi scolastici anchemolto diversi tra di loro, da quelli più segregativi a quelli più
integrativi. Su quest’ultimo versante, numerose nazioni sono riuscite ad armonizzare inmodo
ottimale equità e qualità,ottenendo risultati eccellenti distribuiti inmaniera equa nella popola-
zione scolastica. I dati ricavati dalle analisi comparate dei sistemi educativi che tengono conto
sia degli indicatori dei risultati (forniti dalle indagini PISA, ma non solo) sia di altri indicatori
socio-economici (quali il PIL o la spesa pubblica nell’educazione)mostrano che i paesi che se-
lezionano più tardi ottengonomigliori risultati. Inversamente, una selezione precoce associata
agli effetti ambientali generati dal raggruppamento degli allievi in base alle capacità, influisce
negativamente soprattutto sul percorso di scolarizzazione degli allievi dagli scarsi risultati.
Questo primo riscontro ricavato dal confronto internazionale è servito nella fase di impo-
stazione del progetto di riforma per individuare alcuni sistemi educativi con caratteristiche
strutturali molto simili a quelle ticinesi in termini di inclusività ed equità,ma che al contempo
attestavano livelli superiori in termini di apprendimento e di risultati scolastici. Il confronto ha
inoltrepermessodi identificare i fattori all’originedi questo scarto: il sistema educativo ticinese
è altrettanto equo e integrativo rispetto ad altri sistemi incentrati sull’inclusività (per esempio
quelli scandinavi)mamenoperformante inquantoprivodi alcunedellemisure,degli strumenti
e delle condizioni che hannopermesso a questi paesi di meglio affrontare le sfide poste dall’e-
terogeneità. Fattori che possono essere ricondotti in gran parte a due ambiti: il principio della
personalizzazionee lepratichedidattiche legate alladifferenziazione. Il datopreliminare fornito
dalla comparazione internazionale indica che un’efficace strategia per conciliare obiettivi in
apparenza contrastanti come l’equità e la qualità risieda proprio nell’adozione coerente del
principio di personalizzazione e nella diffusione sistematica della differenziazione pedagogica.
I due principi appena esposti si prestano tuttavia a molteplici interpretazioni e sfumature. Di
fronte a questa pluralità di letture, alla quale corrispondono altrettante pratiche educative e
didattiche, la prima parte del rapporto servirà a presentare, discutere e a illustrare scelte e
interpretazioni adottate nell’ambito della
Scuola che verrà
.
Preliminarmente e a titolo puramente introduttivo, è possibile affermare che la personalizza-
zione è qui interpretata in un’ottica prevalentemente strutturale, attraverso cioè un’offerta
di griglia oraria maggiormente flessibile rispetto al presente, che permetta a ogni allievo di
sviluppare caratteristiche personali già presenti e/o di colmare lacune formative pregresse. La
personalizzazione è rivolta sia al settore primario (scuola dell’infanzia e scuola elementare) sia
a quello secondario (scuolamedia), all’interno dei quali è tuttavia realizzatamediantemodalità
e strumenti diversi.
La differenziazionepedagogica, invece, si traduce all’internodell’aula inpratichedi insegnamen-
to che tengono conto e valorizzano per quanto possibile le differenze tra gli allievi, attraverso
lo sviluppodi proceduredidattiche adattate allediverse specificità e che consentano aognuno
di percorrere l’iter formativo secondo percorsi e tempi diversi in funzione delle possibilità e
delle potenzialità individuali.
1...,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,...84
Powered by FlippingBook