La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 18

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L’introduzione nella scuolamedia di un nuovo tipo di organizzazione della griglia oraria scola-
stica ispirata al modellodei blocchi, così come le ipotesi formulate per la scuola dell’infanzia ed
elementare, sono dunque interconnesse all’adozione di unmodello di insegnamento centrato
sull’allievo e orientato verso la differenziazione e la personalizzazione dei percorsi di appren-
dimento.Allo stesso tempo, le proposte del progetto tengono conto del fatto che una simile
misura di riorganizzazione genera ripercussioni sulla logistica scolastica, coinvolge la dimensio-
ne finanziaria e influenza la gestione del tempo di docenti e allievi.
Per quanto riguarda la scuolamedia, nell’intento di creare una ripartizione del tempo scolasti-
co il più possibile aderente al principio della personalizzazione e alle forme didattiche a essa
collegate, e per assicurare un’adeguata messa in atto del nuovo
Piano di studio della scuola
dell’obbligo ticinese
basato su unmodello per competenze, si propone l’introduzione di un’or-
ganizzazione in diverse sequenze del tempo scolastico.
Nella scuola dell’infanzia ed elementare invece, l’organizzazione del tempo scolastico è già
attualmente caratterizzata da una grande flessibilità e il progetto di riforma non intende in-
tervenire su questo modello consolidato e funzionale, ma propone alcuni accorgimenti che
potranno diversificare il lavoro all’interno di questi settori, rendendolo anche più efficace.
a) Proposte strutturali per le scuole comunali
Poiché l’insegnamento è prevalentemente affidato a uno o due docenti per sezione, le griglie
orarie della scuola dell’infanzia e della scuola elementare sono molto più flessibili e meno
rigide di quelle degli ordini scolastici superiori. L’integrazione delle proposte elaborate dal
progetto di riforma non prevede dunque l’allestimento di nuove griglie orarie; si propongono
invece alcuni cambiamenti strutturali che potranno sostanzialmente essere formalizzati con
pochemodifiche al regolamento della legge settoriale e alle disposizioni per i docenti.
Una possibilità che dovrà essere attentamente valutata alla luce delle sperimentazioni già in
atto è quella di armonizzare il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare favo-
rendo, laddove le condizioni lo permettono, la costituzione di biclassi durante il primo biennio
della scuola elementare. Inquestomodo, coerentemente con i postulati HarmoS, verrebbe at-
tuatounpassaggio gradualedallapresenza contemporaneadi tre livelli di età alla scuoladell’in-
fanzia, ai due nel primo biennio della scuola elementare (che unitamente agli anni di scuola
dell’infanzia costituisce il primo cicloHarmoS) per giungere, infine, al solo livello (monoclasse)
che caratterizza principalmente gli ultimi tre anni delle scuole elementari.Attraverso questo
modello organizzativo si costituirebbero di fatto degli spazi di insegnamento/apprendimento
ideali in cui offrire ai bambini tempi di percorrenza diversificati in relazione al loro sviluppo
intellettuale, alla loromaturità affettiva, allo sviluppo fisico e sociale.
La Scuola che verrà
intende anche favorire un passaggio più armonioso dalle scuole elemen-
tari alle scuole medie, confrontando progressivamente l’allievo con più figure d’insegnanti e
quindi offrendo al docente occasioni d’insegnamento più vicine ai propri interessi personali e
alle proprie inclinazioni.A questo scopo l’insegnamento dello studio d’ambiente e della lingua
francese nella scuola elementare potrà essere suddiviso nel secondo ciclo tra i docenti. La
trattazione degli argomenti storici, geografici o scientifici può in questo senso essere ripartita
fra più insegnanti all’interno di una progettazione condivisa.Nel caso fossero presenti all’inter-
no dell’istituto più sezioni della stessa classe, un docente può occuparsi del proprio settore
per tutte le sezioni. Laddove esistesse una sola sezione per classe, come negli istituti scolastici
di piccole dimensioni, il docente può assumere l’insegnamento del proprio ambito in tutte le
sezioni del secondo ciclo.
Le misure appena elencate non vogliono tuttavia mettere in discussione il ruolo dei docenti
generalisti all’interno delle scuole comunali: la loro presenza resta una prerogativa essenziale
in un settore in cui l’aspetto educativo è preminente mentre la componente disciplinare si
delinea progressivamente.
L’apparente semplicità
con laquale cambiamenti
strutturali possono essere
implementati tendea
mettere in ombra l’esigenza
di intervenireanche sulle
modalità operativedegli
attori attivi all’internodel
sistema, nonchédelle
organizzazioni scolastiche.
Inassenzadi un’attenzione
mirataaquestoduplice
pianodi intervento, lemodi-
fiche strutturali produrranno
difficilmente effetti positivi,
per esempio in termini di
successo scolasticodegli
allievi.
Laddove le condizioni lo
permettono costituzionedi
biclassi durante il primo
bienniodella scuola elemen-
tare inmododa favorireun
passaggiogradualedalla
scuoladell’infanzia
alla scuola elementare.
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