La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 15

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diverse
modalità organizzative
(insegnamento a classe intera, con più classi, a gruppi, ecc.) e
approcci didattici
relativi alla gestione dell’azione didattica (approcci espositivi, dialogici, coo-
perativi, ecc.). Partendo da quanto già dichiarato nel primo rapporto, nei prossimi paragrafi
sono descritte le quattro forme didattiche proposte dalla riforma e sono esplicitate le diverse
modalitàorganizzative e i principali approcci didattici attuabili in classe.Viene infine fornitouno
schema riassuntivo dove a ciascuna forma didattica sono associati i diversi approcci didattici
utilizzabili.
Le
lezioni
rappresentano la forma didattica che più si avvicina a ciò che avviene anche oggi
a scuola, tenendo conto della specificità di ogni grado scolastico. Le lezioni si caratterizzano
come un’attività affidata a uno o due insegnanti, rivolta al gruppo-classe intero, alla classe arti-
colata in gruppi o raggruppandopiù classi insieme, creando così situazioni a geometria variabi-
le. L’attività è diretta dal docente e prevede generalmente delle consegne di lavoro rivolte agli
allievi: situazioni-problema, esercizi, produzioni di varia forma (orale, scritta o grafica).Nel se-
condobienniodi scuolamedia, in circostanzeparticolari,èpossibile immaginare lo svolgimento
di attività in grandi gruppi composti di più classi, attraversopuntuali presentazioni plenarie tipo
‘conferenze’,quando la finalità èdi offrire agli allievi delle informazioni suundeterminato tema.
Gli approcci che possono essere impiegati nella lezione vanno potenziati nella prospettiva
della differenziazione pedagogica e di una pluralità di approcci al sapere, in relazione ai bisogni
formativi degli allievi e ai traguardi che l’insegnante intende privilegiare e far raggiungere ai
propri allievi, particolarmente quando lo scopo è quello di costruire concetti e sapere.
I
laboratori
si caratterizzano per l’impiego di metodologie didattiche orientate verso una
costruzione attiva del sapere. I laboratori possono essere concepiti come dispositivi nei quali
l’insegnante opera una progettazionemodellata a partire dal concetto di ricerca, di scoperta
o di situazione-problema.
Tale forma organizzativa è già presente nella realtà scolastica a partire dalla scuola dell’infanzia
fino alla scuolamedia, settore nel quale è realizzata attraverso i laboratori di italiano e scienze
naturali e inmodo non istituzionalizzato in altre discipline.
Trattandosi di esperienzeutili a livello formativoe largamente apprezzateda docenti e allievi, si
intende estendere e istituzionalizzare queste pratiche nei diversi gradi scolastici, prevedendole
ad esempio nella griglia oraria della scuolamedia.Questa scelta implica dei costi, che si riten-
gono però irrinunciabili per poter beneficiare di un tipo di attivitàmaggiormente diversificata
e attenta alla dimensione dell’apprendimento.
Per quanto concerne la scuola dell’infanzia ed elementare i laboratori possono essere gestiti
dal docente titolare, insieme a un docente di appoggio o di sostegno pedagogico. Non va
inoltre esclusa la possibilità di affidarne la gestione a docenti diversi, specializzati nella condu-
zione didattica dei laboratori. Da valutare anche l’opportunità che i docenti possano essere
inizialmente accompagnati da colleghi appositamente formati o che hanno svolto esperienze
significative in questo ambito. Gli argomenti affrontati nei laboratori possono essere collegati
con il progetto di classe, di istituto o rivolti a particolari temi. È anche auspicabile proporre
laboratori interdisciplinari omultidisciplinari, che favoriscano una riflessione comune attorno a
più discipline o allo sviluppo di competenze trasversali.
Per quanto concerne la scuolamedia, i laboratori sono caratterizzati da gruppi a effettivi ridotti
eterogenei, costituiti indicativamente da tre gruppi ogni due classi. I laboratori sono previsti
nelle discipline seguenti: italiano, francese, tedesco, inglese, storia e civica, geografia,matematica
e scienze naturali. Il laboratorio è gestito unicamente dai docenti disciplinaristi.
I laboratori oltre a essere luoghi privilegiati per l’apprendimento attivo degli allievi, sono anche
luoghi per lo sviluppo della cultura collaborativa tra insegnanti. Infatti, pur garantendo l’auto-
nomia didattica in aula, è incoraggiata la programmazione comune tra docenti che conduco-
no laboratori paralleli. La scomposizione delle sezioni/classi in gruppi potrà anche favorire lo
scambio di gruppi tra docenti, come pure il co-insegnamento.
Le lezioni si caratterizzano
comeun’attivitàaffidataa
uno odue insegnanti, rivolta
al gruppo-classe intero, alla
classearticolata ingruppi
o raggruppandopiù classi
insieme, creando così situa-
zioni ageometria variabile.
I laboratori si caratterizzano
per l’impiegodimetodologie
didattiche orientate
versouna costruzione
attivadel sapere.
Possono essere concepiti
comedispositivi nei quali
l’insegnante operaunapro-
gettazionemodellata
apartiredal concetto
di ricerca, scoperta
o situazione-problema.
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