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Il Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana (VSI) nasce nel 1907 per iniziativa di Carlo Salvioni e si affianca alle opere analoghe dedicate alle altre tre regioni linguistiche della Confederazione, lo Schweizerisches Idiotikon, il Glossaire des patois de la Suisse romande, e il Dicziunari rumantsch grischun, nell'intento di documentare, conservare e analizzare il patrimonio dialettale che già all'epoca si intuiva in rapido mutamento se non addirittura in via di scomparsa.
Dopo oltre quattro decenni dedicati alla raccolta e all'ordinamento dei materiali e confrontata a non poche difficoltà, segnatamente quelle conseguenti alle due guerre, l'opera iniziò la sua pubblicazione nel 1952.
Il VSI è un'opera di carattere enciclopedico, che affianca l'interesse linguistico, e più in particolare lessicale, a quello etnografico e folclorico. L'area indagata è quella della Svizzera italiana, comprendendo quindi il Ticino e le valli italofone dei Grigioni. La fonte principale è costituita dall'archivio cartaceo risultato delle inchieste originali effettuate nei primi decenni del secolo scorso, a cui si aggiungono una grande quantità di materiali eterogenei, che vanno dal manoscritto occasionale, alle raccolte più o meno sistematiche di specialisti o di profani appassionati della materia, alle innumerevoli pubblicazioni dedicate alla realtà locale, alle registrazioni sul campo.
La struttura tipica di una voce del VSI prevede tre parti:
Il VSI si rivolge ad un pubblico variegato: da un lato ricerca linguistica e indagine etimologica ne fanno un'opera di riferimento per dialettologi e linguisti più in generale, dall'altro il ricorso a una grafia semplificata ne consente la fruizione anche ai non specialisti. L'opera è consultabile presso le principali biblioteche; chi desidera acquistarla riceverà i volumi pubblicati al momento dell'ordinazione e, in seguito, due o tre nuovi fascicoli ogni anno; attualmente gli abbonati del Vocabolario sono più di mille.
Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, Lugano-Bellinzona, Centro di dialettologia e di etnografia, 1952->
vol. 1 | a - azür | XXXVI + 408 p. |
vol. 2.1 | bab - bluzcar | XVI + 525 p. |
vol. 2.2 | bò - bzögn | 754 p. |
vol. 3 | ca - capüzola | XV + 639 p. |
vol. 4 | car - cavòzza | 645 p. |
vol. 5 | cavra - colarín | 581 p. |
vol. 6 | colásc - covertiröö | 591 p. |
vol. 7 | covertón - cuzzöö | 391 p. |
vol. 8 | da - dòsta | 583 p. |
vol. 9 | dotá - fiadú | 631 p. |
vol. 10 | fiama - film | 64 p. |
Supplemento bibliografico | 86 p. |
Costo dell'opera pubblicata: CHF 450.-
Costo dei fascicoli successivi: CHF 19.-
La commissione filologica venne istituita nel 1942 dal Consiglio di Stato su proposta dell'allora direttore Silvio Sganzini, allo scopo di fornire supporto e consulenza scientifica alla redazione e di mantenere i contatti con i principali enti finanziatori dell'opera: il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica dapprima e successivamente l'Accademia svizzera di scienze morali e sociali.
In seguito alla morte di Karl Jaberg avvenuta nel 1958, la Commissione interruppe la sua attività per circa un trentennio, per poi essere ricostituita nel 1988.
Nel corso degli anni ne hanno fatto parte: Paul Aebischer, Plinio Bolla, Giovanni Bonfadini, Gianfranco Contini, Elio Ghirlanda, Konrad Huber, Karl Jaberg, Jakob Jud (primo presidente), Pierre Knecht, Carla Marcato, Clemente Merlo, Guido Pedrojetta, Giovan Battista Pellegrini, Giovanni Ruffino, Andrea Schorta, Arnald Steiger, Hans Stricker, Tullio Telmon, Alberto Zamboni.
Attualmente la commissione filologica è composta da:
Michele Loporcaro (presidente), Vincenzo Faraoni, Elena Maria Pandolfi, Alessandro Parenti, Andrea Scala, Lorenzo Tomasin.
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