Open data nel settore culturale
Open Data, Open Access, Open Knowledge, Research Data, Big Data sono solo alcuni esempi di termini inglesi che vengono sempre più spesso citati anche in ambito culturale. Dopo un’iniziale reticenza anche gli istituti di questo settore si stanno chinando, direttamente o indirettamente, su questi temi articolati e complessi.
Si tratta di concetti che sono spesso associati a progetti di valorizzazione dei patrimoni digitali e che studiano primariamente le modalità di messa a disposizione dei contenuti e dei metadati di risorse libere da diritti d’autore o affini.
Nel contesto informativo di Internet, ricco e frammentato, il ruolo dell’ente pubblico assume una valenza particolarmente rilevante, soprattutto se inteso come fornitore di materiali curati e come piattaforma di raccolta di metadati.
A livello di Amministrazione Cantonale, alcuni istituti culturali hanno già sottoscritto degli impegni che promuovono il principio di un accesso aperto alle risorse digitali. Il Sistema bibliotecario ticinese (Sbt) ha ad esempio sottoscritto la Dichiarazione di Lione sull’accesso all’informazione e lo sviluppo, il cui scopo primario è quello di favorire lo sviluppo sostenibile tramite un miglior accesso all’informazione.
Alcuni progetti hanno adottato strategie open: i metadati messi a disposizione dal portale culturale sàmara sono distribuiti sotto la licenza Creative Commons Licence CC0 1.0. Analogamente, i materiali raccolti nella Biblioteca digitale del Cantone Ticino sono liberamente fruibili. Infine, l’Agenda culturale del Cantone Ticino raccoglie dati su eventi e operatori culturali: queste informazioni possono essere usate tramite API; analogamente le informazione della Guida letteraria della Svizzera italiana sono fruibili tramite geoservizi WMS.
Su questo tema il SVPC segue come osservatore diversi progetti promossi dal Laboratorio cultura visiva della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).
Riferimenti alla politica promossa dalla Confederazione
Strategia Svizzera digitale
I canali digitali e le piattaforme facilitano l'accesso alla produzione e al patrimonio culturale garantendo una vasta partecipazione sociale in questo settore. La Confederazione si impegna a favore dello sviluppo, della produzione e della divulgazione della produzione culturale digitale e promuove la partecipazione in questo settore nonché la comprensione tra le comunità sociali, linguistiche e culturali. L'accessibilità del patrimonio culturale analogico in archivi, biblioteche e musei è migliorata tramite misure in materia di digitalizzazione. Viene garantita la disponibilità a lungo termine del patrimonio culturale digitale in archivi, biblioteche e musei come pure il trasferimento del sapere e l'interconnessione nell'ambito di progetti trasversali.
Messaggio sulla cultura 2021–2024
Digitalizzazione: si intende proseguire l’impegno per la digitalizzazione delle importanti opere dei musei appartenenti alla Confederazione gestiti dall’UFC, allo scopo di renderli accessibili gratuitamente per il grande pubblico. Oltre ai testi delle opere, dovrà essere possibile consultare in formato digitale anche le informazioni aggiornate sulla provenienza delle opere d’arte.
Strategia dell’Archivio federale
L’archivage contribue à apporter l’information à la société (art. 2, al. 2, LAr) : le mandat légal visant à créer les conditions nécessaires aux recherches historiques et sociales est appréhendé dans le sens du législateur, c’est-à-dire non pas comme un privilège pour les chercheurs mais comme la garantie d’un accès structurel dans l’intérêt de toute la société.
Linee guida per la digitalizzazione della Biblioteca Nazionale Svizzera
La BN digitalizza le sue collezioni per renderle accessibili online. In questo modo assolve il suo mandato legale di «rendere accessibili e far conoscere gli stampati o altri supporti d’informazione che hanno un legame con la Svizzera» e di offrire al pubblico «un facile accesso alle sue collezioni».