Centro di dialettologia e di etnografia - page 12

nadanüms®s® lá. L’évana√òna franó≈a. I apròpi
sistemá bén qui forestái lí
(= rimboschivano, hanno
fatto un bel bosco. Una volta non ce n’era, era tutto
una frana da noi lassù. Era una zona franosa. Han-
no proprio sistemato bene quei forestali)
4
.
Erano soprattutto donne della regione a lavorare
nellepiantagioni chesarebberodiventateboschipro-
tettivi. All’etàdi - 8anni EmmaCanonicaha ini-
ziato sui costoni di Piandanazzo
5
; inprimavera e in
autunno, perdieci oquindici giorni consecutivi, sali-
va sullamontagna:
msévasémprenade≈énaoquin-
des, perchè i vegnéva tücc a pientá, nè. Püssè che dó
óra ghe ndava a ndá a Piandanazze, e dó óra a tor-
nándré!
(= eravamo sempre indieci o quindici, per-
ché venivano tutti a piantare, neh. Più di due ore ci
volevano per andare aPiandanazzo, e due ore a tor-
nare indietro)
6
. Valeria Canonica ( 922-20 5) di
Miera, che ha passato giornate di fatica sulle pian-
tagioni pressoché negli stessi anni in cui ha lavora-
toEmma, ci descrive così il lavoro che svolgeva:
der-
sètt, disdòtt ann am indava a pientá i piante ara
Tassèra, a fá i piantagióndraTassèra cor pòro sciór
Moruzzi. I dis, pagöriadi biss e di ròpp... amgh’ava
scián tòcchdepan, n tochétt de formacc ena tortèla;
am rivava sú, am töréva sú m bidón cor’aqua con
dénta sti piantinn.Ma vint, trénta, nè: Bid∑gn, Cor-
ticiasca, tutt numquí, è – e ama piantò tutt i pian-
tagión, è. Ò, l’éva bèll! Am séva stracchmam séva
conténte
(= a diciassette, diciotto anni andavamo a
piantare lepiantealla
Tassèra
, a fare lepiantagioni
della
Tassèra
con il povero signor Moruzzi. Dicono
paura delle bisce e delle cose... avevamo con noi un
pezzo di pane, un pezzetto di formaggio e un dolce;
arrivavamo [sott.: a Treggia], trasportavamo un
bidonepienod’acqua condentroquestepiantine.Ma
eravamoventiotrenta,eh:Bidogno,Corticiasca, tut-
ta gente di qui, eh – e abbiamomesso a dimora tut-
te lepiantagioni, eh.Oh erabello! Eravamo stanche
ma eravamo contente) .
Maria Pia Petralli ( 9 -2009) e Walter Serafini
( 922-2005) di Somazzo ricordano che le mansioni
erano fra l’altro diverse per i due sessi:M
- I ómen i
ndava sú fá i böcc, e i dònn i ndava súpientái. /
W
-
Cóme condaná a mòrt! Tüta na sfira de ómen a fá
böcc e r scèff l’éva sóra guardá giú. Te podéva mía
levá ra tèsta, è. /
M
- Rcapp forestál l’évan tremén-
do, è; controlava
(=
M
- Gli uomini salivano a fare
buchi, le donne invece trapiantavano. /
W
- Come
condannati amorte! Tutta una fila di uomini a fare
buchi e il capoerasopraaguardare.Nonpotevialza-
re la testa, eh. /
M
- Il capo forestale era tremendo,
eh; controllava)
8
.
4
AlbinoFrapolli, Scar., reg. 00.9. –La
Gazzetta ticinese
del
8.9. 882 (quattordici anni prima che una frana spazzas-
se via parte dell’abitato) pubblicava questa nota ricevuta
dallamunicipalitàdiCorticiasca: “La frazione, cheporta il
nome del Comune di Corticiasca, a causa delle continue
pioggie di questi giorni, minaccia di franare, ed alcune
famiglie hanno già abbandonato le loro abitazioni. Anche
l’oratoriodi S. Fermo è ingravepericolo; comepure la fra-
zione di Albumo, se la pioggia non cessa, versa in grave
pericolo. In generale poi le frane e gli scoscendimenti nel
territorio sono enormi”.
5
A inizioNovecento la proprietà dell’alpe di Piandanazzo è
passatadal comune di Salaal ConsorzioAltoCassarate.
6
Reg. . .
Reg.ACVCRE25. –
Tassèra
:n.l.,pendiosotto ilmonteBar;
vi si trovaun edificio che erautilizzato dai forestali. –
tor-
tèla
: s.f., tipo di dolce. ValeriaCanonica ne ricorda la pre-
parazione:
i sbatévanöv, i ghmetévadéntencugiáde fari-
naenapómae i favasaltásúndropadelín; amghe ciama
anca parada
(= sbattevano un uovo, ci mettevano un cuc-
chiaio di farina e unamela e lo facevano cuocere nel pen-
tolino; la chiamiamo anche
parada
). Colloquio telefonico
del . .20 5. –
Moruzzi
: n.pr.,≠ II.24.2., n. 2.
8
Reg. 99. 4.
262
PiantagionidiBorisio (cfr. II.2 .2.,n.
45)vistedalmonteBar, 94 : sulla
destrasi scorge il rifugiodellaTassèra
(fot.AlbertoForni).
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