Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio delle fonti orali

Origine e scopi

Istituito nel 1982 presso l'Ufficio dei musei etnografici, ha per scopo di documentare, mediante interviste a informatori locali, i dialetti conservativi nel loro stato di vitalità odierno e di attestare attività, usanze, modi di vita riferiti al passato e suscettibili di essere continuati nel presente. La sua estensione geografica, limitata finora al Canton Ticino, potrà essere allargata alle valli italofone dei Grigioni.


Le varietà dialettali

Le interviste consentono di disporre di vasti campioni delle parlate tradizionali che sono un mezzo d'espressione tipico del mondo rurale a cui era improntata la Svizzera italiana di ieri. Esse sono però colte in una prospettiva dinamica, cioè aperta alle correnti livellatrici esercitate dal dialetto regionale ticinese, in coerenza con il momento cronologico in cui sono stati effettuati i prelievi.


La varietà tematica

I contenuti si raggruppano attorno a due poli: l'uno incentrato sull'ambiente locale, legato al territorio, a lavori svolti in modo tradizionale e alle usanze, sul quale si innestano le prime manifestazioni industriali e le attività relative ai servizi; l'altro rivolto all'emigrazione, stagionale o permanente, verso la Svizzera nordalpina, le nazioni europee e gli altri continenti.


L'approccio all'informatore

Il nostro informatore ideale non ha meno di 60 anni, è originario del comune in cui abita, ha un grado d'istruzione corrispondente alla scuola dell'obbligo, interagisce con i suoi concittadini nel dialetto nativo e parla di argomenti legati al proprio vissuto o di cui è venuto a conoscenza attraverso il contatto con le generazioni precedenti; è dotato di buone predisposizioni comunicative e non presenta palesi difetti di pronuncia.

Le interviste sono impostate sul metodo della «conversazione guidata»: mentre il raccoglitore si limita a fornire gli opportuni stimoli, all'intervistato si chiede di comunicare il suo sapere in forma spontanea.


L'archivio in cifre

Alla fine del 2017 le inchieste ammontavano a 575 per un totale di circa 690 ore d'ascolto.

In poco meno di un trentennio d'attività, si è passati dalle registrazioni su nastri magnetici fra il 1982 e il 1989, a quelle su cassette DAT fra il 1990 e il 2006 e infine a quelle digitali dal 2007 in poi. L'intero archivio è ora digitalizzato. I nastri e le cassette originali sono depositati presso la Fonoteca nazionale svizzera a Lugano; le copie di sicurezza di tutto il materiale (originali e copie digitali) sono conservate su un server del Centro Sistemi Informativi del Cantone Ticino e aggiornate a scadenza trimestrale.


Schedatura ed elaborazione

Per ogni inchiesta viene redatta una scheda su programma FileMaker, che riporta il numero d'archiviazione, le indicazioni sulla località, gli argomenti, gli informatori, il metodo di rilevazione, la valutazione linguistica e i dati tecnici.

In seguito le interviste sono sottoposte a un'analisi dei contenuti e parzialmente trascritte.

Utilizzo e accessibilità

Destinate prioritariamente ad alimentare la collana Documenti orali della Svizzera italiana, le interviste si prestano pure per indagini su temi specifici, promosse soprattutto dai musei etnografici.
Tuttavia esse restano in gran parte inedite e possono essere consultate presso il CDE da ricercatori e studenti che ne facciano richieste motivate.