Fondo Roberto Leydi
Il Fondo Roberto Leydi comprende una ricca e articolata collezione di materiali sulla musica e la cultura popolare, che costituisce il risultato delle numerose esperienze di ricerca sul campo, di incontri con suonatori, costruttori, informatori, nonché della sua lunga e preziosa esperienza di docente.
Roberto Leydi comincia a interessarsi alla musica tradizionale negli anni Cinquanta del Novecento, dopo essersi occupato di musica contemporanea e cultura musicale afro-americana, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo dell'etnomusicologia italiana, promuovendo studi sul canto sociale, la musica liturgica tradizionale, la ballata, gli strumenti musicali.
Ha svolto ricerche sull'intero territorio italiano, in Grecia, Francia, Spagna, Scozia e Nord Africa e si è dedicato alla pubblicazione di numerosi saggi, fondamentali punti di riferimento per ogni studioso di questa disciplina, e di importanti iniziative discografiche (come la nota collana Albatros).
Cinquant'anni di ricerche e di solidi rapporti personali hanno permesso la creazione di una collezione tra le più interessanti e complete d'Europa comprendente:
Strumenti musicali
Una raccolta di strumenti musicali popolari provenienti prevalentemente dall'area europea.
Registrazioni
Una nastroteca con le registrazioni delle oltre 3000 ricerche svolte sul campo.
Discoteca
Dischi a 33/45/78 giri, audiocassette e compact-disc.
Biblioteca
Pubblicazioni e tesi di laurea di interesse musicologico ed etnografico, a cui si aggiungono documenti cartacei vari (fogli volanti, canzonieri e stampe popolari).
Videoteca
Materiali video di provenienza varia.
Emeroteca
Un'emeroteca specializzata con numerosi periodici e cataloghi discografici.
Fra le varie manifestazioni organizzate per valorizzare i materiali del fondo si segnalano ad esempio l'esposizione Sentite buona gente nel 2009, la riproposta dello spettacolo Bella ciao nel 2015 e il Convegno Archivi viventi nel 2023.
Oltre alla cospicua e ricca documentazione conservata presso il CDE, il lascito di Roberto Leydi comprende anche materiali che sono stati affidati ad altri enti, in particolare alla Fondazione Paul Sacher di Basilea e al Laboratorio di etnomusicologia e antropologia visuale dell'Università degli studi di Milano.
Nel 2002 Roberto Leydi ha donato questo prezioso patrimonio, unico nella sua specificità, al Cantone Ticino, affinché lo mettesse a disposizione degli interessati. Per la gestione e la valorizzazione dei materiali del Fondo Leydi il CDE si avvale della consulenza di una commissione scientifica, istituita nel 2002 dal Consiglio di Stato, attualmente composta da Silvia Delorenzi-Schenkel (presidente), Silvio Leydi, Paolo Ostinelli, Johannes Rühl e Nicola Scaldaferri. Nel corso degli anni ne hanno fatto parte anche Roberto Leydi, Carlo Piccardi, Brigitte Bachmann-Geiser, Febo Guizzi e Franco Lurà.