Chiusure natalizie
I servizi dell’Amministrazione cantonale rimarranno chiusi i pomeriggi del 24 e del 31 dicembre 2024.
Il nucleo principale della collezione etnografica dello Stato è costituito dalle testimonianze raccolte negli anni Cinquanta del secolo scorso per la Mostra dell'arte e delle tradizioni popolari nel Ticino (1954), promossa in particolare dallo storico Virgilio Gilardoni.
La collezione è stata in seguito integrata e ampliata grazie ad acquisiti e donazioni e comprende ora, oltre agli oggetti caratteristici della società tradizionale, testimonianze di archeologia industriale, dei servizi e della vita cittadina. Il cosiddetto modernariato è un ambito al quale si presta un'attenzione sempre maggiore in quanto è ormai irrinunciabile per la comprensione degli sviluppi della vita quotidiana negli ultimi decenni.
Il CDE si occupa della conservazione e della valorizzazione di questo patrimonio. Ogni oggetto viene infatti inventariato e catalogato in una banca dati relazionale accessibile online. Gli oggetti della collezione vengono dati in prestito a chi ne fa richiesta per esposizioni o eventi.
In Ticino l'interesse legato alla vita contadina si manifesta nel secondo dopoguerra in concomitanza con un graduale aumento del benessere. Attenti osservatori, preoccupati di perdere le testimonianze appartenenti alla nostra cultura, iniziano la raccolta di oggetti provenienti dal mondo contadino e artigianale, concentrandosi dapprima solo su manufatti impreziositi da decorazioni raffinate, in seguito anche su arnesi, utensili e oggetti della più comune quotidianità.
Questa disciplina, nata in Inghilterra negli anni Cinquanta del Novecento, studia le testimonianze materiali e immateriali utili a comprendere i processi e la storia del settore industriale.
La collezione accoglie vari oggetti interessanti, tra i quali ad esempio i macchinari e gli utensili di un cappellificio e di un guantificio.
Questo settore, ancora poco rappresentato, include testimonianze di vario tipo, come per esempio gli strumenti del barbiere, gli oggetti e gli arredi delle farmacie e degli uffici, le insegne dei negozi.
Negli anni passati l'interesse era posto prevalentemente all'etnografia tradizionale, tralasciando quasi completamente l'ambito cittadino che attualmente viene pure considerato. Sono stati ritirati e catalogati diversi materiali (servizi da tavola, suppellettili, oggetti devozionali, accessori d'abbigliamento) provenienti da alcune famiglie ticinesi benestanti.
Per arricchire ulteriormente la collezione etnografica dello Stato è d'interesse ritirare tutto quello che serve per documentare la vita cittadina di fine Ottocento fino al 1945 circa: possono essere abiti, biancheria da casa, stoviglie, giochi, suppellettili, mobili, scampoli, lavori ai ferri, foto, cataloghi per acquisti per corrispondenza, ecc.
Sono qui compresi oggetti di produzione industriale, realizzati a partire dal secondo dopoguerra, quali la macchina per cucire portatile, il mangano elettrico, i primi apparecchi elettrici per fare i massaggi contro la cellulite, stoviglie in alluminio smaltato, la macchina fotografica polaroid, le lampadine a incandescenza, la chiavetta per aprire alcune scatolette di alimentari, ecc.