Centro di dialettologia e di etnografia - page 64

174
DeNeDAA
DeNeDAA
Natale senza luna, di cento pecore ne resta una
(Rovio),
Natálsénzalüna,chigh’adóvacchnavén-
davüna
,Natale senza luna, chi haduevacchene
vendauna (Mendr.): la scortadi fieno sarà insuf-
ficiente;
pòcalünadaNadaa,pòcaséiladaman-
giaa
, se la luna aNatale scarseggia, ci sarà poca
segaledamangiare (Tegna),
Natálalscür,sélma
llinincampsüg®r,Natálalciaiar,méttallinin
campal’aiar
, seNatale cade innovilunio, con la
nottebuia, semina il lino inun campo riparato, se
cade in plenilunio, mettilo in un campo esposto:
poiché il climasarà favorevole (Brusio [322]),
Na-
talalcér,méttallinincampligér,Natálalscür,
méttallinincampsüg®r
,Nataleal chiaro,metti
il lino incampoarioso,Nataleal buio,metti il lino
in campo sicuro (Poschiavo [323]). unanotte con
tante stelle era considerata presagio positivo:
sa
lanöccdaNadèll’atantanstéila,langalinafann
tanciöiv
, se lanotte di Natale ha tante stelle, le
galline fanno tanteuova (SopraP. [324]). Le con-
dizioni potevanovariareda regionea regione, per
cui inValtellinasi riteneva che il raccoltodel lino
sarebbe statomigliore conuna nottemolto buia
[325], confermando in talmodo, per contrapposi-
zione, la previsione valmaggese:
Bambígncèir,
anngram
, Natale chiaro, anno gramo (Moghe-
gno). In Bregaglia erano invece i tuoni a costi-
tuireelementodi previsione:
s’altrunadaNadèl,
chich’aünavacca,métténtèrünstèrl
, se tuona
perNatale chi hauna vacca,mette in stalla an-
cheunabestiagiovane [326]: il tuonopreannun-
cerebbe infattiun’annatamoltopiovosa, con con-
seguente abbondanza di fieno, con cui poter
sfamare unnumeromaggiore di bestie. Passata
la festa, il pensierosi rivolgeai lavori dellanuova
stagione:
dòpoedDinadèeanémvèrselseghèe
,
dopoNataleandiamoverso i lavori di falciatura:
all’aperto, nei campi (Lodrino).
1.17.7. Proverbi riferiti ai lavori domestici
Le lunghe sere invernali, con il buio che co-
stringevaa ritirarsi presto in casa, eranounmo-
mento privilegiato per compiere attività per le
quali il tempo adisposizione inaltri periodi del-
l’annoerapiùscarso.Fraqueste la filaturaoccu-
pavaunposto importante:
chiprimadaifèstda
Dinadènufira,dòpuususpira
(Ludiano),
chipri-
madaNatálnunfila,dòpususpira
(Coldrerio),
chiprimadiNatalenon fila,doposospira,
chiche
nofiraparDenedaa,pardòpuisalpògrataa
, chi
non filaentroNatale,dopose lopuògrattare:do-
vrà sopportarne le conseguenze (Bedano [327]).
Nel giorno della festa, nel quale le cose da fare
eranomolteplici e impegnative, non ci si poteva
permettere di indugiare e ci si doveva mettere
all’operadibuon’ora
:l’èlamatinadaDenedaa,lé-
vas®chel’èfiucaa
, è lamattinadiNatale, alzati
cheènevicato: c’ètantoda fare, comesesidovesse
spalare laneve (Stabio), cfr. ilpar.1.18.1.
1.18. Rime, filastrocche
1.18.1. Rime relative al giorno diNatale
L’èNatál,stas®ch’a≤antalgall,l’èNatál≤a-
roméfraa,stas®ch’avòfiocaa
, èNatale, alzati
checanta il gallo, èNatale, caro ilmio fratello, al-
zati che nevicherà (Biasca [328]),
lamatinada
Denedaa,lövas®chel’afiucaa,l’afiucaasüla
muntagna,gh’èsciálaRénacunlacavagnaela
Píaculgerlétt,chesuméiandómülétt
, è lamatti-
na di Natale, alzati che ha nevicato, ha nevicato
sullamontagna, arrivano laRena con il gerloe la
Pia con il gerletto, cheassomiglianoaduepiccole
mule (VMuggio [329]): filastrocche che invitanoa
non poltrire. Per la filastrocca recitata inBrega-
glia in occasione della tradizionalemacellazione
di unvitello per il pranzo diNatale v. il par. 1.4.
1.18.2. Rime relative al cibo
L’è sciáNatál,ròstecapón,vinbón;l’èpassád
Natál,poléntaebordón,aquaduTresón
, è arri-
vatoNatale, arrostoe cappone, vinobuono; èpas-
satoNatale, polenta e rape, acquadellaTresa: a
Natale si sciala, dopo si ricomincia a fare econo-
mia (Croglio).L’attitudineadabbondarenelle ci-
barie (cfr. il par. 1.14.1.) è evidenziata anche da
una filastrocca lecchese:
l’èsciáNatál,l’èfèstain
generál,alamatinaunbüsechíncunadréun
bicérdevin,amesdéuncapunscèll,cunadréun
risutèll,alasiraelpanetún,cunadrévergòttde
bunenaréminlèccatumburlún
, arrivaNatale,
è festa ingenerale, allamattinaunabusecchina,
accompagnata da un bicchiere di vino, amezzo-
giorno un capponcino, conun risottino, alla sera
il panettone, seguito da qualcosa di buono e an-
dremo a letto a rotoloni [330].
All’alimentazionemonocorde, caratteristica in
passato delle classi sociali meno abbienti, fa ri-
ferimentoper contro lamassimadi Linescio:
Di-
nadaapuléntaesaa,mèzzaustpuléntaecrust,
sanMartígnpuléntaevign
, a Natale polenta e
sale, a ferragostopolentaecroste, aS.Martino (11
novembre) polenta e vino.
1.18.3. Rime riferite all’andamento meteoro-
logico
ParsantAndréaavégniafálaspía,parsan
NiculòavegnarúseapudaròeparNatálavégni
sénzafall
, per S. Andrea (30novembre) vengo a
fare la spia [facciounapiccola comparsa], perS.
Nicola (6 dicembre) verrò se potrò e per Natale
vengosicuramente: laneve (RivaS.Vitale [331]);
possono rientrare qui anche alcuni rudimentali
versi tratti da una raccoltamanoscritta:
seufa
caldd’invèrnesóttNatál,molèemíalafranèlae
alcurpètt,ugniráanmòalfréccsinzanaaacer-
call,parchèl’invèrnil’amaimangiadairètt
, se
1...,54,55,56,57,58,59,60,61,62,63 65,66,67,68
Powered by FlippingBook