Centro di dialettologia e di etnografia - page 54

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DeNeDAA
DeNeDAA
Specchio di questa situazione è indirettamente
l’aneddoto riferitoaunemigrante locarneseaLi-
vorno:
elmènònoquanch’al’ènèccaLivórn...i
gh’adèccpagnecafelèccdamangiaa.Udis:«uu,
acáméamangimíainscíbégngnan≤aldída
Natál!».L’évap∑mpòdapagnecafelècc!
, emio
nonnoquandoèandatoaLivorno, gli hannodato
pane e caffellatte damangiare. Dice: «uh, a casa
mia nonmangio così bene nemmeno a Natale!».
erapoiunpo’ dipaneecaffellatte! (Verscio [262]).
Per ovviare a situazioni come queste e per al-
leviare la condizione di chi si trova a vivere solo,
oanchesemplicementeperoffrireallepersonean-
ziane lapossibilitàdiunmomentodi convivialità,
da alcuni decenni in diverse località vengono or-
ganizzati pasti in comune. La proposta, che gode
del sostegno di privati o dell’ente pubblico, pro-
motore a volte in prima persona dell’iniziativa,
prende qua e là i nomi di «Natale insieme» o «In-
sieme aNatale» ed è diventata ormai un appun-
tamento ricorrente che riscuote un notevole suc-
cessodi partecipazione.
1.14.3. Dolci e pani diNatale
un tempo il pranzo natalizio si concludeva
spesso con un pane dolce, archetipo dell’attuale
panettone, preparatoper lopiù in casa, dai diver-
si nomi e dalle varie componenti a seconda delle
località:
micón
(Pura, PonteCapr., Rovio),
micón
difèst
(Viganello), pagnotta (delle feste),
panda
Denedaa
(RoveredoGrig.),
pândifèst
(Leontica),
pane di Natale/ delle feste, con noci, uva e altra
frutta,
pènnfòrt
, pan forte, con frutta secca, spe-
ziee liquore (SottoP.),
pagndólc
, panedolce, pre-
parato con farina di castagne e uva sultanina
(Verz.),
pagndanus
, pane di noci, fatto con i re-
sti della spremituradell’oliodi noci, rotondo, dal-
la crostamolto scura (Ons.),
pagndaiüghétt
, pa-
gnotta di farina di frumento, con uva sultanina,
del peso di quattro o sei libbre: veniva prodotta
dal fornaiodelpaeseche talora laregalavaai suoi
clienti (Ons. [263]); inmolti casi questi pani veni-
vano portati in chiesa e benedetti alla messa di
mezzanotteoaquelladelmattino.Frequenti era-
no le torte: la
tórtadapan
, tortadi pane; la
turta
dacá
(Muggio), tortadi casa,
...depanelacc
(Me-
socco), di pane e latte [264].
In diverse località si cucinavano dolci partico-
lari: inMesolcina il
confécc
, sortadi croccantepre-
paratoconmielecotto, zuccheroevino,aTesserete
la
cusciòra
, focacciaspessoottenutadai restidella
pasta del pane, con aggiunta di zucchero, noci e
nocciole, quae là il
caolatt
, cremaabasedi panna
o latte, conuova, zuccheroearomi, adAirolo i
rin
,
specie di pane dolce con le uvette, in tutta la Le-
ventina i
panspézzi
, dolci con un ripieno di noci,
miele, spezie e liquori, preparati con appositi
stampi spessodecorati conmotivi natalizi, e i
crè-
fli
, tipodibiscotti, cheaGiornicovenivano fatti con
un ripieno simile a quello dei
panspézzi
del resto
della valle [265]. ¬ invece di regola acquistato il
torrone, importatonellaSvizzera italianamoltove-
rosimilmentedalla limitrofaLombardia.
Il dolce più diffuso oggi è senz’altro il panet-
tone, prodotto da fornai professionisti, d’origine
milanese e dalla caratteristica forma di cupola,
a base di farina, lievito, burro, zucchero, frutta
candita, uva sultanina, tuorli d’uovo, comperato
dal panettiere o nei negozi di alimentari. Il suo
consumoèstato talmenteassociatoalla festività
da costituire spunto per vari modi di dire:
quéll
líalrivamíaamangiálpanetón
, quellononar-
riva amangiare il panettone: non sopravviverà,
o non resisterà in un determinato ruolo, fino a
Natale (Tic.),
l’amignadigeriialpanatúnda
Natál
, nonhadigerito il panettonediNatale: ha
fatto indigestione (Bellinzona),
fávegnís®alpa-
netóndaNatál
, far vomitare il panettonediNa-
tale: annoiare (Bellinzona,Gravesano), schifare,
sconcertare (Brissago). –Per l’uso di conservare
parte del panettone natalizio per il giorno di S.
Biagio v. il par. 1.16.3.
Fig. 70.Pubblicitàdel panettonedelladittaVanini di
Lugano
(
proprietàG. Haug, Capolago
).
1...,44,45,46,47,48,49,50,51,52,53 55,56,57,58,59,60,61,62,63,64,...68
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