Centro di dialettologia e di etnografia - page 55

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DeNeDAA
DeNeDAA
Verosimilmente importata dalla Svizzera te-
desca e oggi molto praticata, è l’usanza di pre-
parare in casa svariati tipi di biscotti, per i quali
vengono anche proposti specifici corsi di cucina.
1.14.4. Frutta
In passato in vista del pranzo di Natale in
molti luoghisiconservava la fruttacasalinga:
na-
lastanzasuralgròttitegnévapumpóma,pisíe
ügaparsecáparNatál
, nel locale sopra il grotto
tenevanomele, pereeuvaper essiccarlaperNa-
tale (Semione),
catal’ügadalatròsaamericana,
fas®unbèllbagétt,pórtalaintebiaaemángia-
laparifèstdaNedaa
, prendi l’uvadal tralciodi
uvaamericana, fa’ unbel penzolo, portala in so-
laio e mangiala per le feste di Natale (Mendri-
sio),
albagiööd’ügapassida,tegn®dvíapar
pelücallpròpiparNatál
, il penzolo di uva ap-
passita, conservato per piluccarlo proprio per
Natale (Agno [266]); all’usanzadi conservareun
penzolo d’uvaperNatale, conosciuta e praticata
pure in altri paesi sulle rive del lago di Lugano,
l’autoredialettaleSergioMaspoli (1920-1987)ha
dedicato una delle sue numerose commedie, in-
titolataper l’appunto
Ulbagiöö
.
1.15. Giochi e svaghi
Il clima familiare e l’atmosfera che invogliaa
trascorrere i momenti di riposo in compagnia
hanno contribuito a creare le condizioni ideali
per lapraticadialcunigiochidi società.Fra ipiù
caratteristici del periodo natalizio, e in partico-
laredel giorno stessodiNatale odella seradella
vigilia, vi erano il gioco dell’oca e soprattutto la
tombola [267], ancor oggimolto invoga, comedi-
mostrano le tante tombole organizzate in occa-
sione di queste festività da associazioni ed enti
vari per scopi societari o benefici:
quandsévum
fiööuldopudisnádaNatálagiügavumatúmbu-
la,inscíalabóna,tradanüm,infamiglia,cunti
cartèllelsachéttditumbulitt,eiprémiiévanró-
badapóch,rubetinnchegiravanparcá
, quando
eravamo bambini il pomeriggio di Natale gioca-
vamo a tombola, così alla buona, fradi noi, in fa-
miglia, con le cartellee il sacchettodellepallotto-
lenumerate, e ipremi eranocosadapoco, cosette
che giravano per casa (Mendrisio),
l’aval’atirú
sciálatómbolaelam’adaitfòibulínparquertá
gióinümar;lacinquinalavingéadúanus,dúa
cinquiniunmandarínelatómboladúanus,un
mandaríneundatar
, [laseradellavigilia] lanon-
nahapreso il giocodella tombola ehadistribui-
to i tondini per coprire i numeri; laquintinavin-
ceva due noci, due quintine unmandarino e la
tomboladuenoci,unmandarinoeundattero (Po-
schiavo [268]). Nel Sottoceneri si giocava a cru-
scherella (v. in≠
crüsca
il derivato
crüschétt
):
ulasiradaNatálametévumlíunamügiada
crüscaemetévumdéntaidüüghèi;invidavum
tüttifiöö,avanti,imetévadéntidüüghèi,p∑i
rügavas®stacrüsca,p∑favums®imutèll,chi
chegh’antucava,egh’évachichegh’évadénta
magaridüüdüüghèi,dachiimiga,dachiivün,
eancaquélllíl’èunbèllgiöghchedèssalgh’è
pi®
, laseradiNatalemettevamo lì [sul tavolo]un
mucchiodi crusca emettevamodentro lamoneta
da due centesimi; invitavamo tutti i bambini,
avanti,mettevanodentro iduecentesimi, poime-
scolavanoquestacrusca,poi facevamo imucchiet-
ti [che venivano ripartiti fra i partecipanti], a chi
toccava, e c’era chi aveva dentromagari duemo-
netedadue centesimi, chinessuna, chiuna, ean-
che quello eraunbel gioco che adessonon c’è più
(circ. Vezia).
Pare invece diffuso soprattutto nel Mendri-
siotto il gioco del
mercantinféra
, mercante in
fiera, che si tiene tuttora in alcuni ritrovi pub-
blici, esclusivamente nei giorni fra il Natale e
Fig. 71.
Rappresentazione del gioco della tombola in
unpresepio (fot. G.Meyer).
Fig. 72.
Carte del gioco del
mercantinféra
(fot. G.
Meyer).
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,...68
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