La scuola che verrà - Proposte per una riforma tra continuità e innovazione - page 24

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.B.1
curricolare nella seconda parte della scuolamedia e per il raggiungimento da parte di tutti gli
allievi degli obiettivi di base.
L’applicazionedelle strategiedi differenziazione strutturalehapoi generato alcuni effetti indesi-
derati.Originariamente i ‘corsi base’ erano destinati allamaggioranza degli allievi mentre quelli
‘attitudinali’ erano stati concepiti solo per unaminoranza ridotta di allievi caratterizzati da una
dichiarata facilità di apprendimento.Nella realtà si è avverato esattamente il contrario, a causa
soprattutto della forte pressione sociale, professionale e scolastica che si è sviluppata attorno
ai ‘corsiA’ verso i quali si è cercatodi indirizzare il più grandenumeropossibiledi allievi. Inoltre,
come mostrato da numerosi studi svolti inTicino e altrove, il processo di attribuzione degli
allievi alle diverse filiere non tiene sistematicamente in considerazione le loro reali capacità e
risulta troppo spesso condizionato da fattori legati all’origine socio-economica. Infine,ma non
da ultimo, la scelta di delimitare i corsi ‘a livello’ unicamente a trematerie (ridotte in seguito a
due) risulta oggigiorno difficilmente difendibile.
Le contraddizioni e i limiti fin qui esposti mettono in evidenza la necessità di ripensare la stra-
tegia di differenziazione strutturale adottata nella scuola media e invitano all’elaborazione di
proposte alternative.
Una risposta all’eterogeneità
Alla scuola viene chiesto di migliorare l’efficacia della formazione, permettendo a ciascun al-
lievo di raggiungere gli obiettivi di base (secondo le indicazioni del concordato HarmoS) e
portando il maggior numero di allievi a uno stadio di istruzione il più avanzato possibile.Due
sono le esigenze a cui rispondere: da una parte riuscire a fornire agli allievi una formazione
scolastica più solida e approfondita,dall’altra tenere contodelledifferenzeesistenti fra gli allievi
nel loromodo di affrontare l’apprendimento.
Nei decenni scorsi si è spesso rimproverato alla scuola di delegare ai genitori e alle lezioni ex-
tra scolastiche il compito di sostenere gli allievi nel recupero degli apprendimenti non acquisiti
in classe. La scuola deve quindi assumere maggiori responsabilità nel riuscire a far acquisire
gli apprendimenti previsti coerentemente con le nuove formulazioni del
Piano di studio della
scuola dell’obbligo ticinese
che spostano l’asse portante dell’insegnamento dai temi da trattare
verso dei traguardi di competenza: indispensabile quindi aumentare la probabilità che gli inse-
gnamenti si tramutino in apprendimenti reali.
Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un’evoluzione sia delle forme organizzative
dell’attività in classe sia dellemodalità di interazione tra docente e allievo. La differenziazione
dei processi di insegnamento è una delle possibili risposte a questa esigenza. In una scuola che
si vuole inclusiva, per favorire apprendimenti efficaci bisogna “andare a prendere gli allievi là
dove sono per portarli il più lontano possibile”. Per fare questo bisogna tenere conto delle di-
versità esistenti equindi differenziaredopo aver assuntopienamente l’obiettivodi portare tutti
gli allievi a seconda delle loro capacità edel loro stiledi apprendimento il più lontanopossibile,
ma in ogni caso al minimo richiesto.Disporre di una formazione che tenga conto dei bisogni
e delle caratteristiche individuali è un diritto degli allievi e delle famiglie: non si tratta quindi di
fornire a tutti lo stesso ‘piatto formativo’, bensì di tenere conto nellamisura del possibile delle
esigenze individuali affinché alla società giungano delle persone formate al meglio.
La proposta pedagogica di potenziare la differenziazione delle forme di insegnamento all’in-
terno del gruppo classe e di adattare le consegne date agli allievi in funzione dello stile, della
facilità o delle difficoltà di apprendimento, riconduce pertanto al concetto di ‘discriminazione
positiva’ secondo cui il beneficiare di modalità d’insegnamento e percorsi di apprendimento
diversi è finalizzato a un vantaggiodegli allievi stessi.Un approccio che rispecchia il principiodi
una scuola tesa verso la riuscita scolastica per tutti o perlomeno chemette tutto in gioco per
cercare di raggiungere questo traguardo tanto importante, soprattutto se pensato sui tempi
lunghi dell’integrazione sociale.
Ladifferenziazionedei
processi di insegnamento
comepropostapedagogica
cheadatta le consegnedate
agli allievi in funzionedello
stile, della facilità odelle
difficoltàdi apprendimento.
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